conf stampa 14.10 - 2GUn episodio di cui si parla da qualche giorni a Novi è venuto a galla durante la conferenza stampa che si è tenuta sabato mattina presso il Comando provinciale dei Carabinieri.

Ecco i risvolti che iniziano quando il personale del 118 lo aveva trovato in via Crispi, angolo via Amendola, a Novi Ligure, la notte di sabato scorso, intorno alle due.

Il giovane, C.G.F., 21enne di Bollate (MI), giaceva a terra, privo di sensi, in un lago di sangue fuoriuscito da tre ferite di arma da taglio alla testa ed una alla gola, nessuna delle quali, fortunatamente, rivelatasi poi mortale, ma sufficienti ad indurre i sanitari, che riuscivano ad arrestare la vasta emorragia provocata dalle coltellate, a trattenerlo in osservazione per esperire tutti gli accertamenti diagnostici del caso.

Questo, il quadro presentatosi ai Carabinieri, intervenuti presso il nosocomio per cercare di far luce sull’accaduto, ma il giovane ferito, che risultava ripetutamente censito alla Banca Dati SDI delle Forze di Polizia, pur ammettendo di essere stato aggredito da una persona da lui conosciuta, non intendeva sporgere denuncia rifiutandosi, altresì, di fornire indicazioni utili all’identificazione del suo aggressore.

Le indagini avviate, tuttavia, consentivano in breve tempo ai militari di ricostruire gli spostamenti in città della vittima e, in particolare, di collocarne la presenza, la sera dell’aggressione, all’interno di un noto bar del centro, in compagnia di altri giovani del luogo.

La successiva escussione, “a tappeto”, dei giovani frequentatori del locale in questione e l’invito rivolto dagli investigatori a chi fosse stato a conoscenza di circostanze utili per la ricostruzione dei fatti, riuscivano a creare le condizioni affinché qualcuno parlasse.

I Carabinieri ricostruivano, così, le circostanze in cui poteva essere maturata l’aggressione, tanto che, ad un certo punto, la “pressione” degli investigatori e, forse anche il timore di possibili e più gravi ripercussioni di natura giudiziaria, inducevano i “responsabili” a recarsi in Caserma per raccontare cosa era accaduto o, quanto meno, fornire la loro versione dei fatti.

I militari riuscivano così a far luce su quanto avvenuto la notte del 13 dicembre.

Il ferito, recatosi nel bar, si era unito ad altri coetanei e, ad un certo punto della serata, con una scusa si era fatto accompagnare presso un bancomat da un 19enne di Novi, che poi aveva costretto, con pesanti minacce e percosse, a prelevare 370 euro e a consegnarglieli.

Il 19enne, tornato nel bar, aveva raccontato l’accaduto ai suoi amici, alcuni dei quali, tra cui un coetaneo di nazionalità ecuadoregna, si offrivano di dargli manforte per ritornare in possesso del denaro e, saliti a bordo dell’auto di uno di loro, si mettevano alla ricerca del 23enne, rintracciandolo in via F. Crispi.

Quest’ultimo, anziché aderire alla richiesta di restituire il “maltolto”, rincarava la dose intimando ai suoi interlocutori di andarsene altrimenti, e nel dire ciò metteva la mano nella tasca destra del cappotto, avrebbe usato il cosiddetto “ferro” di cui lasciava intendere fosse in possesso.

A quel punto il giovane ecuadoregno, per paura che il 23enne – che egli evidentemente conosceva quale tipo violento e determinato – estraesse una pistola e la usasse contro di loro, utilizzava il proprio coltello, colpendo più volte l’italiano fino quando questi si accasciava a terra esamine.

Successivamente, i due 19enni, spaventati dal frenetico lavorio degli investigatori – che nel frattempo avevano già raccolto tutta una serie di elementi informativi ricostruendo il contesto in cui era maturato l’accoltellamento di C.G.F., facendo nel contempo “passare la voce” che sarebbe stato meglio che i responsabili si fossero fatti avanti da soli per alleviare la loro “posizione” – si presentavano presso la Stazione Carabinieri di Novi Ligure, fornendo la loro versione dei fatti.

Alla luce delle risultanze alfine compiutamente acquisite, i “protagonisti” della vicenda venivano tutti deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria, rispettivamente per i reati di: C.G.F., che si trova, per altro, ancora ricoverato presso il nosocomio novese, estorsione (il giovane, si appurava, aveva agito armato di un manganello telescopico di metallo e non di una pistola); i due 19enni G.A.G.R., di nazionalità ecuadoregna (che aveva materialmente accoltellato C.G.F. gettando poi l’arma da taglio nello Scrivia), residente a Novi e S.E., italiano di Pozzolo Formigaro, lesioni personali aggravate e porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere, in concorso.

 20 dicembre 2014

conf - G