Sabato 22 novembre  i ragazzi delle classi 4^AR e 4^AA dell’ I.I.S. “Marconi-Carbone” hanno partecipato  al Convegno “A che gioco giochiamo?” rivolto alla popolazione cittadina ed in particolare agli studenti delle scuole superiori, con l’obiettivo di informare e prevenire circa la deriva sociale e psicologica spesso associata al gioco d’azzardo patologico, fenomeno dirompente e sempre più diffuso  anche sul nostro territorio.

Organizzatori dell’iniziativa, che si è svolta presso la Sala Convegni della Fondazione CRT, il Circolo del Cinema, curatore della toccante documentario, testimonianza di familiari ed ex-giocatori, “Rifiutati dalla sorte e dagli uomini” dei biellesi Vieri Brini ed Emanuele Policante, avvenuta mercoledì al Multiplex ed il locale presidio di Libera, associazione da anni in prima linea nel contrasto alla diffusione delle videolottery e nella denuncia delle infiltrazioni del crimine organizzato nel ricchissimo settore dei giochi.  La partecipazione della cittadinanza è stata inoltre garantita dall’attivismo di Tortona 360 e dell’Associazione ex- allievi dei Licei di Tortona, capaci di coinvolgere scuole e istituzioni nel dibattito su una patologia spesso messa in ombra nella stessa comunicazione sociale.

Relatori dell’evento la dott.ssa Pia Camagna, da sempre impegnata nell’associazionismo e nel volontariato sociale, il pediatra Franco Fontana, che è riuscito a coinvolgere ed interessare il  pubblico con un linguaggio informativo diretto e semplice, e la psicologa Barbara Ciconi, che ha sollecitato la partecipazione diretta dei ragazzi attraverso puntuali riflessioni su altre forme di dipendenze ed attività di brain-storming e commento di materiale audiovisivo.

Dalla 4^AR  Serena Franco prende la parola ponendo la domanda centrale alla dottoressa Ciconi e ai compagni “Come mai il cervello continua a pensare e a far compiere atti che si sa essere sbagliati o dannosi?”, cui fa eco Roxana Roman “Perchè gli uomini non bastano a se stessi?” . Nel dibattito animato che ne è seguito sono emersi due punti di vista contrastanti e complementari del processo che conduce alla tragedia dell’isolamento e della patologia: dalla 4^ AA del Marconi Francesca Freda afferma che “Spesso si tratta solo di sostituire dipendenza a dipendenza”, come nelle co-dipendenze certo, le fa eco la compagna Romina Pascuti, ma anche come relazioni d’amore, o nell’aiuto dei gruppi, in cui si sposta l’oggetto dell’attenzione tentando di favorire legami non dannosi, modelli positivi di integrazione senza dover per questo rinnegare le esperienze pregresse. Dagli studenti della 4^AR l’ultima analogia: “La dipendenza somiglia alla lettura di un libro di cui si vuole essere protagonisti e che non si riesce a smettere di leggere”, un’incomunicabile fuga in avanti nel tentativo, umanissimo e troppo spesso solitario, di essere altro da sé.

Costanza Nicolini –   4^AR – Amministrazione, Finanza e Marketing


26 novembre 2014

Foto Convegno Ludopatie 1