La Guardia di Finanza sta lavorando in maniera approfondita sulle possibili implicazioni che potrebbero emergere dalla vicenda che ha coinvolto l’imprenditore tortonese Francesco Ruberto di 50 anni, residente lungo la strada provinciale per Villaromagnano che nel febbraio scorso era stato sottoposto al provvedimento restrittivo della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno.

Il comandante provinciale Antonio Borgia

Il comandante provinciale Antonio Borgia

Lo ha detto il comandante provinciale della Finanza Antonio Borgia durante la conferenza stampa di presentazione del dati sull’attività svolta nei primi cinque mesi dell’anno su tutto il territorio provinciale.
Alla domanda se c’è un settore particolare dove la Guardia di Finanza di Tortona ha intensificato in controlli o c’è un settore che li tiene particolarmente occupati il comandante provinciale ha risposto che la vicenda che ha coinvolto Ruberto è una di quelle di cui si occupata maggiormente e si sta occupando ancora il Gruppo di Tortona, a significare la grande attenzione che le fiamme gialle tortonesi stanno mettendo per controllare eventuali infiltrazioni mafiose sul territorio.
Un’attenzione che trova conferma anche dal fatto che il 29 aprile scorso un ex tortonese, anzi un calabrese che per sei anni ha vissuto a Tortona in via Verdi: Antonino Ditto di 38 anni, originario di Seminara e che attualmente abita a Seminara ma dal 2007 al 2013 ha vissuto a Tortona. Nei confronti di Ditto è stato emesso un provvedimento restrittivo della libertà personale.
La polizia ritiene che sia uomo di fiducia della cosca Santaiti Gioffrè. Su indicazione del questore di Alessandria Mario Della Cioppa, dell’anticrimine, dei carabinieri e della Guardia di Finanza dei Tortona, il tribunale gli ha notificato misure di prevenzione della sorveglianza speciale. Per tre anni dalle 22 alle 7 non potrà uscire di casa , due volte alla settimana avrà obbligo di firma in caserma, non potrà usare internet nè dotarsi di impianti di videosorveglianza.
Per quanto riguarda Valenza invece Borgia ha sottolineato la notevole attività posta in essere dalla Compagnia di Valenza che, intensificando i servizi di controllo economico del territorio, ha effettuato numerosi sequestri di oro, sia legato che puro, per un peso complessivo di oltre 21 chilogrammi, perchè mancante del previsto marchio identificativo, con la contestazione, ai soggetti responsabili, dei correlati illeciti amministrativi per la violazione delle disposizioni del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

 24 giugno 2014

polizia ndrangheta mafia - G