ospedale - IOltre 20 persone che, secondo i Nas, per tanto tempo, hanno lavorato in luoghi privi di alcuni requisiti di sicurezza, a contatto con sostanze chimiche in locali dove, secondo il verbale dei carabinieri,   non era garantito il corretto ricambio di aria. Persone che  adesso sono visibilmente preoccupate per la loro salute.

E’ questa, forse, la situazione  più eclatante di una vicenda che desta forte preoccupazione e che prende il via da controlli effettuati dai Carabinieri dei Nas nella giornata di giovedì 19 giugno ai  laboratori oncologici di preparazione dei farmaci antitumorali ai cinque ospedali della provincia di Alessandria.

A Tortona, la situazione è regolare, ma a Novi Ligure ed Ovada i Nas rilevano che i laboratori non sono perfettamente a norma: l’allestimento delle terapie e la preparazione dei farmaci veniva effettuata con modalità potenzialmente pericolose per gli addetti che lavoravano all’interno.

Cosa succedeva in pratica? La risposta è molto semplice: non c’era il ricambio d’aria.

Secondo quanto rilevato dai Nas, infatti, questi laboratori che trattano sostanze chimiche spesso usate per la chemioterapia devono essere dotati di appositi impianti di aerazione che ogni 10 minuti provvedono al ricambio dell’aria perché le sostanze usate in questi farmaci sono tossiche, pericolose per inalazioni e contatto.

Naturalmente secondo i Nas non è sufficiente aprire le finestre perché questo non assicura il corretto ricambio d’aria, ed inoltre le sostanze chimiche possono essere sparse chissà dove, ma è necessario un apposito impianto che provveda al corretto ricambio secondo le norme antinfortunistiche in vigore.

Ebbene: i laboratori di Novi Ligure ed Ovada a differenza degli altri tre non erano dotati di questi impianti, per cui gli addetti non lavoravano in assoluta sicurezza.

Per questo motivo, i carabinieri dei Nas, al comando del capitano Renato Giraudo hanno chiuso i laboratori degli ospedali di Novi Ligure ed Ovada ponendoli sotto sequestro giudiziale ed hanno inviato il verbale alla Procura della Repubblica di Alessandria che ha subito avviato un indagine per individuare eventuali responsabilità.

Chi dovrà rispondere dei possibili reati? E’ quello che dovrà essere appurato: prima di arrivare ai vertici della struttura sanitaria provinciale bisognerà capire se i capi reparto o i responsabili hanno segnalato alla struttura sanitaria le eventuali carenze o meno.

L’unica certezza è che questi laboratori difficilmente verranno riaperti, anche perché l’Asl con una nota diffusa giovedì sera conferma la cessata l’attività dei laboratori presso le sedi ospedaliere di Novi Ligure e Ovada.

“Motivo della chiusura – conferma la nota dell’Asl – è la carenza di requisiti strutturali richiesti dalla normativa per svolgere tale attività, un dato che però non ha mai inficiato la corretta e sicura preparazione dei farmaci somministrati. L’attività è stata prontamente riorganizzata anche grazie alla fattiva collaborazione del personale addetto.”

Da venerdì quindi  la preparazione dei farmaci viene effettuata presso l’ospedale di Tortona “senza alcun disagio per i pazienti – conclude la l’asl –  che continueranno ad usufruire delle terapie presso le sedi abituali.” Tortona diventa così sede provinciale per la preparazione dei farmaci in tutti e 5 gli ospedali della provincia (Alessandria esclusa, ovviamente perché quell’ospedale fa parte dell’Azienda Ospedaliera e non dell’ASL) mettendo in atto un progetto che era già stato ipotizzato dalla stessa Asl nel programma di revisione della rete ospedaliera, ma che evidentemente è stato anticipato grazie (è il caso di dirlo) al sopralluogo dei Nas. .

Rimane aperto il problema dei lavoratori. L’Asl, come tutte le aziende in regola, provvede alla normale sorveglianza sanitaria e tutti i dipendenti sono strettamente controllati secondo quanto previsto dalla normativa, per cui, si spera, non emergano brutte sorprese, ma è ovvio che  tutta la vicenda non può non destare preoccupazione.

 20 giugno 2014

laboratori medici - L