La penultima intervista ai cinque candidati sindaci. Tocca a Giuseppe Bottazzi che risponde alle 12 domande che gli abbiamo rivolto.

 

bottazzi - 2ILa città è in ginocchio, soprattutto per quanto riguarda l’economia locale intesa come struttura globale che abbraccia tutti i settori. Cosa si può fare per migliorare la situazione? E in quali settori puntare per risollevare Tortona?

Non c’è un particolare settore che possa oggi garantire un sicuro ed immediato recupero di posti di lavoro e redditività. Bisognerà agire su più fronti partendo da subito su promozione turistica, cultura e commercio. Mancano alla nostra città ormai da tempo investimenti di aziende importanti che possano garantire un buon numero di addetti e professionalmente qualificati. Ciò può essere modificato snellendo le pratiche oggi esistenti per l’insediamento di nuove imprese produttive, facilitandole potremmo trovare vantaggio maggiore da quanto già offerto dalla nostra posizione logistica, come peraltro ci insegnano situazioni a noi vicine. Punteremo sulle possibilità attrattive del P.S.T. che senz’altro nel medio termine, se sapremo utilizzare al meglio quanto già esiste, potrà darci riscontri positivi con aziende emergenti ed innovative nei processi. Se sapremo trasformare in opportunità per il nostro territorio il terzo valico, anche da questo potremo riceverne benefici non trascurabili, riducendone sensibilmente i danni da tutti temuti.

 

Lavoro e disoccupazione giovanile: il Comune può fare qualcosa? E che cosa?

Il Comune può farsi promotore di iniziative dove i giovani sono artefici del loro successo mettendo a profitto il loro talento e le loro capacità. Coinvolgeremo su questo nuovo progetto chi ha le risorse (non ne occorrono molte) e siamo certi che anche la città ed il territorio ne avrà un beneficio. Chiameremo i giovani a fare impresa, mettendo loro a disposizione luoghi di pregio che altrimenti rimarrebbero per molto tempo nell’arco dell’anno inutilizzati, diventando un semplice costo.

 

Smog: Tortona è una delle città più inquinate d’Italia per quanto riguarda le PM10, cosa può fare un sindaco?

Non si posso certo chiudere le autostrade o impedire totalmente il traffico automobilistico in città, tuttavia si può agire per rendere il centro più fruibile per i pedoni valorizzando opportune aree di sosta, attrezzate con appositi mezzi di collegamento pubblici, sfruttabili anche per le periferie e le frazioni. Il sistema di riscaldamento urbano contribuisce non poco a questo fenomeno, infatti i picchi del valore riscontrato del PM 10 si hanno nel periodo ottobre-aprile e a ciò contribuiscono purtroppo caldaie non sempre a norma, oppure non così efficienti come potrebbero essere oggi. Intervenire da subito sulla gestione calore degli edifici pubblici è senza dubbio un’opportunità sfruttabile.

 

Illuminazione e sicurezza: un grave errore del sindaco Berutti è stato quello di risparmiare “tagliando” gli orari di accensione e spegnimento dell’illuminazione a danno della sicurezza. La gente si è lamentata e si sente meno sicura e non solo per quello. Cosa intendete fare al riguardo?

I due argomenti debbono essere considerati separatamente anche se marginalmente possono interagire. L’illuminazione è un tema di cui molti cittadini si sono giustamente lamentati. Ci sono opportunità che stiamo già analizzando e che sembrano offrire, grazie alle nuove tecnologie a L.E.D , notevoli risparmi che potrebbero essere in modo bivalente utilizzati. Si può cioè pensare sia ad un incremento delle zone illuminate come pure ad un miglioramento dell’attuale condizione esistente dell’intensità luminosa. Sulla sicurezza si può proseguire sulla linea che recentemente il Comune ha intrapreso, ovvero l’incremento dell’organico della Polizia Municipale, per scongiurare che con il normale avvicendamento del personale si possa perdere quella storicità operativa col tempo acquisita, fondamentale per la gestione del territorio. Con particolare attenzione stiamo analizzando le possibilità offerte da una migliore gestione e collocazione delle telecamere per videosorveglianza esistenti. Non sembrano ad oggi necessari elevati investimenti ma solo alcuni strategici riposizionamenti.

 

Parcheggi e viabilità: la critica riguarda le troppe aree blu a pagamento, il caos di auto davanti alle scuole, nei pressi del mercato e entrata ed uscita dalla città. Si può fare qualcosa?

Il tema è di sicuro interesse ed è vissuto dai cittadini come un disagio reale ed un’operazione puramente economica da parte del Comune. Esistono possibili soluzioni già da tempo applicate altrove che prevedono soste iniziali gratuite per durate programmabili sulle colonnine, ciò permetterebbe di diventare concorrenziali anche per i bar del centro per un semplice caffè. Sembra sia tuttavia maturo il tempo per un nuovo piano del traffico. Per tutti gli Istituti stiamo analizzando soluzioni alternative da proporre ai cittadini, tendenti a spostare la sosta delle auto legate all’ingresso/uscita dalle scuole in luoghi limitrofi o adiacenti, ma fuori dalla viabilità principale. Ad esempio per lo Scolastico si sta analizzando la possibilità di una doppia uscita nel cortile posteriore, prevedendo evidentemente la necessaria messa a norma della struttura e nel rispetto della sicurezza degli alunni.

 

Sviluppo urbanistico: ha senso progettare uno sviluppo urbanistico in una città in crisi? Ci sono progetti in merito?

Sì ha certamente senso considerare anche in tempi di crisi un progetto urbanistico, in quanto lo stesso prevede certamente condizioni di sviluppo anche se non principalmente occupazionale, ma certamente economico. E’ un preciso dovere delle amministrazioni essere lungimiranti, creando per le proprie città i presupposti di sviluppo che non si limitino solo al breve termine. Progetti ci sono e come primo atto, dovrà essere ultimato il nuovo piano regolatore dopo la battuta di arresto, presso gli Enti superiori.

 

Cattedrali nel deserto: il teatro Dellepiane, l’ex carcere, il Parco del Castello, l’ex cotonificio Dellepiane e nel privato il teatro Sociale; ci sono progetti per valorizzarli? E con che soldi?

Sono strutture che sicuramente vanno valorizzate. Il teatro Dellepiane e l’ex Carcere devono essere ultimati, ma non si può pensare di utilizzare soldi pubblici per completare queste due opere. Si dovranno cercare finanziamenti sia attraverso privati sia presso la Comunità Europea.

Sappiamo bene che il nostro paese non sfrutta pienamente queste possibilità, ma fornendo una corretta formazione al nostro personale si può perfezionare un servizio che si occupi di selezionare i bandi, presentando così progetti organici conseguenti.

Per i progetti in essere, che non hanno una specifica destinazione d’uso, si può accedere a bandi che compartecipino alla realizzazione finale.

Diverso è investire centinaia di migliaia di Euro a questo scopo rispetto a destinare milioni di Euro soprattutto in un momento di emergenza sociale come quello che stiamo vivendo, cosa che invece era stato fatto in passato da amministrazioni di altro orientamento politico.

L’ ex Cotonificio Dellepiane è stato da poco oggetto di intervento di bonifica per la rimozione dell’amianto, realizzato con risorse a fondo perduto recuperate da questa amministrazione senza gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. La presenza in questi luoghi di aree di servizi specifici, quali ristorazione e foresteria possono far pensare a un recupero complessivo con una destinazione interessante per Giovani, Cultura e Sociale

 

Giovani: Il centro Giovanile decentrato e ridotto ad un bugigattolo, iniziative quasi inesistenti, università abbandonata a se stessa e luoghi di ritrovo ridotti al lumicino. Ma vogliamo davvero che se ne vadano da Tortona?

Non vi è alcun dubbio che la prima risorsa di una città è costituita dal potenziale che essa esprime attraverso i propri giovani e le loro capacità, la loro cultura e la loro presenza attiva sul territorio. A nulla varrebbero gli sforzi di prepararli, seguirli, aiutarli nella loro formazione se poi se ne vanno immediatamente fuori perché nella nostra città e nel nostro territorio non esistono possibilità reali di lavoro.

Negli ultimi anni la città è molto cambiata e così pure il tessuto produttivo, come del resto i giovani e le loro esigenze.

Per vari motivi, alcuni con responsabilità specifiche delle Amministrazioni, la città non ha saputo, non dico anticipare, ma neanche stare al passo con i tempi. Si è puntato tutto su alcuni settori con scarso assorbimento di mano d’opera specializzata, si è trascurato di investire in alcuni settori come la Cultura e il Terziario produttivo che avrebbero potuto dare, come hanno dato altrove, ottimi riscontri e spazi di crescita.

Ora dobbiamo recuperare i giovani, la loro imprenditorialità, la loro preparazione incentivandoli, aiutandoli a fare impresa, facilitando la loro aggregazione in piccole unità produttive e gestionali puntando al loro impiego quotidiano nelle strutture che sono state approntate o stanno per esserlo.

Affidiamo a loro l’impegno di gestirle in modo innovativo, su più vasta scala ed in modo strategico.

I luoghi di ritrovo debbono tenere conto di questi cambiamenti e di questi bisogni, in questi luoghi si deve poter non solo trovare possibilità di svago ma anche una chiara indicazione del cambiamento, dove possano essere protagonisti, ma anche sentirsi oggetto di attenzione da parte della città e di chi l’amministra.

Per ciò che riguarda l’Università francamente ho un altro concetto legato a questo termine. Credo che quanto messo in piedi faticosamente andrà ripensato, sia per i costi che rappresenta ma ancor più per quello che offre in termini di ritorno economico e formativo per il nostro territorio.

Non vorrei fosse qualcosa da mantenere in vita semplicemente perché non c’è altro o altre idee, peraltro possibili, di come utilizzare quanto si è costruito per inseguire altre opportunità.

 

Bottazzi - ICultura e manifestazioni: sono in gran parte limitate alla presenza di bancarelle e mercatini, un decadimento che raggiunge l’apice con Santa Croce; eppure in città si contano circa 80 associazioni e una quindicina di Sale pubbliche. Il museo Orsi è inutilizzato, il teatro Civico in mano ai privati. Cosa fare?

Le bancarelle ed i mercatini non debbono necessariamente essere visti in modo riduttivo o quale, addirittura, simbolo di decadimento. Al contrario a mio avviso inserite correttamente nel centro cittadino e culturale del Territorio svolgerebbero e svolgeranno un ruolo importantissimo di sensibilità ed attenzione per le nostre Eccellenze se confrontate con altre realtà complementari.

Occorre trovare un modo differente e più integrato di proporle, abbinando più cose/attività di richiamo per le quali possa essere “ Interessante Esserci” distribuendole meglio nell’arco temporale.

L’impegno del privato in primis e del Comune per quanto possibile ha dato vita a manifestazioni quali Arena Derthona divenuto ora un preciso riferimento e richiamo. Cose di qualità generano interesse e ritorno economico. Dobbiamo ricreare sinergie più ampie tra privato e pubblico, trovare il modo di individuare almeno un’altra manifestazione che possa con il tempo divenire un costante riferimento. Non necessariamente musicale ma magari culturale inventandoci il “Giorno dei Musei” visto che prossimamente ne avremo di nuovi. Dobbiamo puntare più in alto e qui le Associazioni possono e devono dare una grande mano. Deve nascere un progetto che esca dal quotidiano e dall’ovvio. Non credo poi che il teatro gestito da privati debba per forza essere demonizzato, sono invece convinto che per meglio salvaguardare sia la struttura che il suo impiego questa possa essere una corretta soluzione, guardando alle risorse oggi e forse domani disponibili all’interno del Comune.

Il Comune per parte sua con i suoi dirigenti ed amministratori deve fare un grande sforzo di “semplificazione burocratica” e di impegno innovativo affinché chi opera in questo settore possa trovare un partner e non un freddo gestore di regolamenti. Le regole sono indispensabili per la legalità e sicurezza, l’eccessiva burocrazia è solo un freno.

 

Tortona ha perso il Tribunale, rischia di perdere la sede Inps ha visto fortemente ridimensionato l’ospedale e la stazione ferroviaria. Cosa può fare un sindaco per impedire la perdita di ulteriori servizi?

 La perdita di servizi primari ai cittadini genera, oltre che disagio, anche direttamente ed indirettamente una perdita economica non solo per i posti di lavoro ma anche per un indotto commerciale a volte ad esso legato.

Le città cambiano, le esigenze dei cittadini anche, cambiano gli stili di vita e deve essere preoccupazione di chi amministra una città vedere e gestire in anticipo questi cambiamenti.

La nostra città è costituita ormai in grande parte da persone anziane per le quali debbono essere previste altre tipologie di servizi in aggiunta agli attuali.

Il tessuto economico Tortonese è molto cambiato negli ultimi 15 anni e con esso pure i servizi richiesti o il modo di fruire degli stessi; grave è stato non mantenersi al passo con le esigenze. Sono personalmente convinto che per il Tribunale nulla o poco avrebbe potuto fare l’Amministrazione Comunale dato che la decisione è stata presa a livello governativo e successivamente confermata, sempre negli organi centrali, analogamente a quanto accaduto in moltissime altre realtà del nostro paese.

Sono da riesaminare i servizi offerti e la loro modalità di erogazione ai cittadini, rendendoli adeguati nelle modalità di erogazione alle nuove esigenze, solo così si eviterà di arrivare ad ulteriori chiusure per scarso utilizzo da parte dei cittadini o al mantenimento di strutture inadeguate con personale impreparato.

Se provassimo a chiedere alle varie associazioni di volontariato quello che realmente serve in termini di servizi al cittadino, siano essi giovani o anziani, avremmo già ottimi spunti

Per quanto riguarda l’Ospedale ed il suo mantenimento da tempo mi sono espresso sulla necessità di evitare ulteriori spostamenti e chiusure a favore di Novi Ligure. Auspico invece di poter iniziare a ridiscutere la possibilità di avere un Nuovo Ospedale, al centro del triangolo Novi Ligure, Tortona, Alessandria, moderno e funzionale, dove medici preparati e attrezzature moderne possano garantire la salute dei cittadini con efficienza e minori costi. Questo senza privare le singole città, Tortona in primis, di quanto necessario per una assistenza di pronto intervento vista la natura del nostro territorio e la distanza tra i vari Comuni limitrofi del territorio.

 

Impianti e discariche: Oltre alla discarica, al depuratore e all’impianto di preselezione presto verrà costruito un biodigestore e probabilmente arriverà lo smarino del Terzo valico che potrebbe contenere amianto. Cosa intendete fare per salvaguardare la salute pubblica?

Troppo spesso nel nostro Paese siamo stati costretti a scegliere tra la garanzia dello sviluppo economico e del lavoro, da una parte, e la tutela della salute e dell’ambiente, dall’altra. Credo che, nel 2014, si debba superare questa scelta. Si può fare quanto necessario allo sviluppo garantendo la tutela della salute e la sicurezza ambientale. Si dovrà monitorare con grande attenzione e rigore (attraverso protocolli condivisi ed accettati, anche se stilati in regione) l’attività di trasporto dei materiali, la composizione degli stessi ed il loro conferimento nelle cave. Non accetteremo deleghe operative senza la possibilità di un controllo, come peraltro succede in tutti gli altri Paesi dove queste opere vengono e sono già state attuate. Il progresso ha un costo ma deve essere solo economico e non pagato attraverso la salute degli individui o il degrado ambientale. Ciò che facciamo ora sarà ereditato dalle generazioni future e non deve essere un peso negativo da portare.

Per il Biodigestore Forza Italia, partito della mia coalizione, sta promuovendo una raccolta di firme contro la sua realizzazione, non fosse altro perché quello gestito con la città di Novi Ligure, ed ivi collocato, è già ampiamente sufficiente ai bisogni presenti e futuri e perfettamente funzionante; pertanto è superfluo prevederne un altro da noi sempre che non ci siano altri interessi che oggi mi sfuggono.

 

Qualità della vita: tre progetti di cui non abbiamo ancora parlato che intende realizzare per migliorare la vivibilità di Tortona

Progetti ne abbiamo per migliorare a breve e medio termine e riguardano sia l’Urbanizzazione che la Vita Sociale dei cittadini.

Nel breve termine saranno approntate modifiche alla viabilità e alla vivibilità/accessibilità del centro storico. Nel medio termine abbiamo in serbo una sorpresa per i cittadini di Tortona che, ne siamo fortemente convinti, renderà la nostra già bella città un punto di riferimento per le città vicine. Dovremo fare una scelta a vantaggio del miglioramento, ma sarà vi assicuro un bel progetto.

Credo sia quasi superfluo parlare di sistemazione di marciapiedi, di strade con buchi che dovranno essere sistemate o di potature di alberi; questo lo riteniamo doveroso in funzione del rispetto per il cittadino e per la sicurezza dello stesso.

Una città vivibile è anche una città pulita ed ordinata. Noi stiamo mettendo a punto un piano per la raccolta rifiuti che vedrà i cittadini, gli amministratori di condominio e le attività commerciali partecipi in modo attivo a questo miglioramento.

Sarà necessaria una prima fase di informazione e comunicazione indispensabile per il coinvolgimento, ma poi il ritorno anche economico che il cittadino riceverà sarà certamente gradito.

Questa modalità porterà senz’altro ad un risparmio sul costo della raccolta che potrà essere indirizzato ad una riduzione del costo del servizio o ad altri investimenti migliorativi.

Attività Sportiva, dei giovani e non solo, e Sociale sono ormai strettamente collegati. La situazione riguardante l’utilizzo delle palestre è certamente grave sia per lo stato degli immobili che della loro pulizia, ma anche del loro numero insufficiente. Anche in questo caso abbiamo pronto un modello di gestione che crediamo in grado di affrontare il problema e risolverlo.

21 maggio 2014 

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