ravazzi 2IInizia oggi con l’intervista a Stefanella Ravazzi la prima di cinque interviste agli altrettanti candidati sindaci di Tortona.

Dodici domande uguali per tutti sui temi di attualità ed i problemi della città

E’ il nostro modo di avvicinarci alle elezioni di domenica prossima.

 

1) La città è in ginocchio, soprattutto per quanto riguarda l’economia locale intesa come struttura globale che abbraccia tutti i settori. Cosa si può fare per migliorare la situazione? E in quali settori puntare per risollevare Tortona?

La situazione economica della città è grave ma ritengo che un Comune debba e possa puntare sulle risorse a disposizione sul territorio: ad es. incentivare il turismo con iniziative che valorizzino l’enorme patrimonio culturale e paesaggistico della città e del tortonese, promuovendo i nostri prodotti locali, organizzando festival artistico-musicali e culturali che fungano da richiamo verso la città e possano portare molte persone qui, anche per alcuni giorni, più volte all’anno, in modo da avere una ricaduta benefica sull’economia locale.

Incentivare il “buon lavoro”, ovvero promuovere raccolta differenziata, riuso, riciclo e manutenzione del verde: si creerebbero così diversi posti di lavoro nel rispetto dell’ambiente; stessa cosa per la conservazione dei beni culturali ed artistici. Inoltre penso a convenzioni tra Comune ed esercizi commerciali per concordare un paniere di prodotti di beni di largo consumo a prezzo scontato, da variare a seconda dei periodi, di modo che i consumatori possano aver risparmio e convenienza e i commercianti ne guadagnino in quantità di afflusso dei clienti: non è impossibile farlo, basta solo organizzarsi.. non vi deve esser spazio solo per la grande distribuzione, bisogna pensare anche al piccolo commercio.

 

 2) Lavoro e disoccupazione giovanile: il Comune può fare qualcosa? E che cosa?

Come ho avuto modo di dire più volte, il Comune potrebbe studiare il modo di incentivare e sostenere i giovani che intraprendono nuove attività, sia nell’artigianato che nell’agricoltura o nel commercio (agevolazioni o sgravi fiscali). Si tratta anche qui di ragionare su forme di collaborazione e promozione, come viene fatto con successo ad esempio in alcune città dell’ Umbria, dell’ Emilia o della Toscana.

I nuovi posti di lavoro ottenuti con una diversa ed attenta politica ambientale potrebbero essere un’occasione anche per molti giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Inoltre il Comune a mio parere dovrebbe garantire corsi di riqualificazione professionale gratuiti ed accessibili a tutti, fungendo anche da trasmissione rispetto alle aziende… una sorta di sostegno ed integrazione alle attività dei centri per l’impiego, oggi gravemente ridotti come funzione.

 

3) Smog: Tortona è una delle città più inquinate d’Italia per quanto riguarda le PM10, cosa può fare un sindaco?

Un sindaco, oltre ad ampliare la zona pedonale, può esigere che vengano effettuati controlli periodici e costanti sulle immissioni inquinanti nell’aria, ed un monitoraggio attento ed accurato. Può disporre il blocco della circolazione dei mezzi pesanti e può vietare l’utilizzo del territorio comunale per il passaggio di mezzi che trasportino sostanze inquinanti (pensiamo ai camion del Terzo Valico, ma non è l’unico caso). Può e deve ragionare insieme ai cittadini ed alle associazioni ambientaliste su come arginare un simile inquinamento, con sanzioni severe per i responsabili delle immissioni inquinanti; soprattutto deve fermare lo scempio ambientale in atto nel territorio e cambiare completamente le politiche ambientali, a partire dall’incentivare l’uso di mezzi come la bici e i percorsi pedonali.

 

4) Illuminazione e sicurezza: un grave errore del sindaco Berutti è stato quello di risparmiare “tagliando” gli orari di accensione e spegnimento dell’illuminazione a danno della sicurezza. La gente si è lamentata e si sente meno sicura e non solo per quello. Cosa intendete fare al riguardo?

Riguardo al problema illuminazione, naturalmente non è concepibile lasciare al buio intere zone della città, tanto più in certe fasce orarie e nelle zone più isolate e periferiche. Penso però che una città sicura non è quella dove si illumina tutto a giorno e passano ronde e vigilantes, ma è quella dove esistono piazze, luoghi e spazi pubblici condivisi ed accessibili a tutti, dove la gente gira per strada ad ogni ora e sa di poterlo fare in piena tranquillità…stare insieme e condividere è la maggiore garanzia di sicurezza.

 

5) Parcheggi e viabilità: la critica riguarda le troppe aree blu a pagamento, il caos di auto davanti alle scuole, nei pressi del mercato e entrata ed uscita dalla città. Si può fare qualcosa?

Sicuramente va rivisto il sistema parcheggi e vanno create zone parcheggio gratuite (troppe aree blu) ma in alcune zone e senza congestioni del traffico; e va ridisegnato il traffico davanti alle scuole: troppi bambini e genitori si trovano strangolati in aree pericolose e super-inquinate a causa del concentramento di veicoli all’entrata ed uscita da scuola…tutto questo va ragionato insieme: Comune, ausiliari del traffico, genitori, commercianti, autisti e pedoni.. non è impossibile.

 

6) Sviluppo urbanistico: ha senso progettare uno sviluppo urbanistico in una città in crisi? Ci sono progetti in merito?

Lo sviluppo urbanistico della città dovrebbe tener conto delle reali esigenze dei cittadini e di un’armonia natura-costruzioni e non essere dettato dalle logiche e dalle esigenze delle lobbies dell’edilizia, cosa che da tempo avviene in questa città. Anche una città in crisi può progettare uno sviluppo urbanistico serio e con esso rilanciarsi: quartieri vivibili, case costruite non su aree a forte rischio idrogeologico, spazi verdi e giardini; no a nuovi insediamenti commerciali di grandi dimensioni e no ad ulteriori colate di cemento: il nostro territorio è già divorato e consumato.

Prima di tutto, occorre riutilizzare l’esistente.. sia in termini di case che di capannoni.

 

7) Cattedrali nel deserto: il teatro Dellepiane, l’ex carcere, il Parco del Castello, l’ex cotonificio Dellepiane e nel privato il teatro Sociale; ci sono progetti per valorizzarli? E con che soldi?

L’idea è quella di restituire questi spazi ad uso pubblico: esistono a Tortona tante associazioni senza sede (tra l’altro è inconcepibile che si facciano pagare prezzi esorbitanti per l’utilizzo delle sale di proprietà comunale o del Teatro Civico). Ritengo che uno di questi spazi andrebbe proprio dato – in concessione gratuita – alle associazioni; penso al Dellepiane come una sorta di Casa degli Artisti, con spazi laboratoriali (ex cotonificio). considerando che a Tortona esistono tanti giovani che fanno arte e cultura: musica e teatro, cinema, elaborazioni e lavori culturali. Perché non affidarlo a loro, anziché avere un’enorme cattedrale nel deserto? Sui fondi, è ovvio che la difficoltà sta nel reperirli in periodi di forte crisi, ma anche qui andrebbe fatto un ragionamento approfondito, insieme agli utilizzatori di tali spazi, ovvero gli artisti e chi fa cultura e i cittadini che ne fruiscono. A partire dai pochi fondi disponibili, ritengo prioritario decidere insieme ai cittadini la loro destinazione, approdando anche ai fondi di bandi nazionali e non solo…

 

8) Giovani: Il centro Giovanile decentrato e ridotto ad un bugigattolo, iniziative quasi inesistenti, università abbandonata a se stessa e luoghi di ritrovo ridotti al lumicino. Ma vogliamo davvero che se ne vadano da Tortona?

Questa è una cosa che diciamo da sempre: bisogna investire sui luoghi di ritrovo, di socialità e di cultura (giovanili e non solo) e sostenere tutti coloro che lavorano in tal senso.. rimando alla risposta sopra perché già una parte di questo argomento è stata trattata precedentemente. Tortona deve diventare una città a misura di giovani e questo lo si può costruire solo confrontandosi con i giovani stessi, non parlando a nome loro e con un approccio paternalistico.. cosa che da sempre e da quasi tutti viene fatta. Io mi impegno al confronto e ad agire tenendo conto di ciò che verrà proposto dai diretti interessati.

 

9) Cultura e manifestazioni: sono in gran parte limitate alla presenza di bancarelle e mercatini, un decadimento che raggiunge l’apice con Santa Croce; eppure in città si contano circa80 associazioni e una quindicina di Sale pubbliche. Il museo Orsi è inutilizzato, il teatro Civico in mano ai privati. Cosa fare?

 Sale pubbliche gratuite e in concessione a tutti per le iniziative; patrocinio del Comune a tutte le iniziative non in contrasto con i principi ispiratori di uguaglianza, antifascismo e giustizia sociale. Una sede assegnata a tutte le associazioni, gratuitamente o con un piccolo obolo simbolico (sia essa la Casa delle Associazioni o diverse sedi dislocate nei vari luoghi di proprietà comunale); museo Orsi da rivalutare ed utilizzare, teatro Civico recuperato e restituito al Comune e ai cittadini: è un bene comune.

 

10) Tortona ha perso il Tribunale, rischia di perdere la sede Inps ha visto fortemente ridimensionato l’ospedale e la stazione ferroviaria. Cosa può fare un sindaco per impedire la perdita di ulteriori servizi?

Un Sindaco può fare grandi battaglie in merito, cercando la solidarietà dei cittadini, degli operatori competenti, degli altri sindaci di zona, non entrando in competizione tra un centro zona ed un altro (impostazione sbagliata). A mio parere, Tribunale, sede Inps , ospedale e stazione ferroviaria sono nodi strategici ed essenziali e vanno salvaguardati. Sono disposta a fare di tutto per invertire la rotta, e sono disponibile ad ascoltare i suggerimenti ed i pareri dei cittadini, anche su questo tema.

 

11) Impianti e discariche: Oltre alla discarica, al depuratore e all’impianto di preselezione presto verrà costruito un biodigestore e probabilmente arriverà lo smarino del Terzo valico che potrebbe contenere amianto. Cosa intendete fare per salvaguardare la salute pubblica?

L’insediamento di qualsiasi nuovo impianto va valutato tenendo conto del quadro generale del nostro territorio (già saturo e soffocato), pertanto non può prescindere da una seria analisi, caso per caso, del rapporto costi-benefici e dall’effettiva utilità per i cittadini ed il territorio, nonché dalla sostenibilità ambientale del medesimo impianto. Siamo contrari a discariche, inceneritori, biodigestori, (meglio un’efficace politica di raccolta differenziata e porta a porta spinto, con incentivi per chi riduce i rifiuti alla fonte e differenzia bene, riutilizzo e riciclaggio) e centrale idroelettriche sullo Scrivia, povero di acqua. Sul Terzo Valico la nostra posizione è nota a tutti da anni: si tratta di un’opera dannosa poiché lo smarino contenente amianto, e le sostanze tossiche depositate nelle cave del nostro territorio, finirebbero nell’ aria, nella falda e dunque nella terra e nell’acqua, distruggendo le attività agricole.

Si tratta di un’opera che costa più di 6 miliardi di euro, soldi sottratti a scuola, sanità e pensioni, soldi nostri. Un ‘opera che non porterà lavoro e non sarà finanziata dall’Europa, checchè ne dica Lupi, un’opera che porterà amianto nella nostra terra e nei nostri polmoni e che si ferma a Tortona, in area logistica.. altro che collegamento con l’Europa! Praticamente paghiamo per essere avvelenati, ed il profitto va esclusivamente alle lobbies dei costruttori del cemento e dei trasporti, gli unici che ci guadagneranno. Esiste inoltre il rischio concreto – come evidenziato dai recenti avvenimenti – che in tali lavori si infiltrino i clan della ‘ndrangheta.. vogliamo questo per il nostro territorio? Noi no, io no. Sono disponibile a fare tutto quello che sta nei poteri di un sindaco per fermarla e mettermi di mezzo.

 

12) Qualità della vita: tre progetti di cui non abbiamo ancora parlato che cosa intende realizzare per migliorare la vivibilità di Tortona?

 Penso a una società solidale e interculturale, con al centro il sapere, le conoscenze e la salute, l’impegno al rispetto delle donne contro la violenza e il femminicidio, i diritti civili e laici estesi a tutti.

Penso a nuove e radicalmente diverse politiche ambientali che ridisegnino completamente la città e la sua vivibilità.

Penso a decisioni collegiali e partecipate con i cittadini per decidere insieme l’uso dei fondi disponibili e capire insieme le priorità, attraverso strumenti come i veri consigli comunali aperti, il bilancio partecipativo e di genere.

 18 maggio 2014