discarica - IIl Comitato spontaneo che si oppone all’ampliamento della discarica di Molino in località Cinquini, organizza una assemblea gestita dal presidente del Comitato, Alessandro Guarnone, aperta a tutti gli interventi da parte del pubblico che si terrà venerdì 7 marzo alle 21 presso la sala della Soms.

Alla serata interverranno Alessandro Guarnone Presidente del Comitato spontaneo, Antonello Brunetti del Gruppo Ambiente di Castelnuovo Scrivia, Daniela Meisina dell’Associazione naturalistica “Codibugnolo” di Godiasco. Sono stati invitati: il Presidente della conferenza di servizi della provincia di Alessandria, il Sindaco del comune di Molino dei Torti, i Sindaci dei comuni limitrofi (Alzano Scrivia .-Alluvioni, Castelnuovo S.-Guazzora, Pontecurone, Sale, Isola Sant’Antonio), L’ente Parco del Po e l’ARPA di Alessandria Al termine interventi del pubblico

“È sbagliato dire che Tanto se vogliono loro la fanno di sicuro – dice Antonello Brunetti – in una zona già definita in passato con tracotanza come brown field ossia Terra bruciata e caratterizzata dalle non lontane fiammate e fumate della più grande centrale italiana, quella di Sannazzaro, è meglio fare di tutto per tutelarsi perché poi potrebbe essere troppo tardi. Ricordiamoci che del senno di poi sono piene le fosse anche le discariche”

Brunetti ricorda che si è conclusa proprio in questi giorni la vicenda di Sezzadio dove una ditta voleva aprire una discarica di rifiuti. La Giunta provinciale ha espresso il giudizio negativo di compatibilità ambientale. Il Comitato che si opponeva da tempo esprimeva la sua totale contrarietà a un’opera che riteneva dannosa per l’integrità del territorio, per il suo sviluppo, per l’ambiente e per la salute. Sosteneva non essere accettabile che venisse messa a repentaglio, per ragioni di mero profitto commerciale, l’integrità di una ampia falda acquifera. Ben 30 sindaci si erano schierati a fianco del Comitato.

Di qui l’importanza della mobilitazione popolare e dei sindaci.

 

LA VICENDA DELLA DISCARICA INQUINI



La discarica CINQUINI con una autorizzazione iniziale di 50.000 metri cubi venne aperta nel 1996 per ricevere rifiuti speciali costituiti da solfato di calcio biidrato prodotti dalla Cerestar Italia.

Nel 2002 viene autorizzata la volturazione dell’autorizzazione a favore di un’altra Società con sede in comune di Voghera che chiede e ottiene l’autorizzazione per lo smaltimento di circa 10 mila metri cubi di un’altra tipologia di rifiuto speciale: la polvere di allumina (CER 100305). Questa, a quanto pare, proviene da una ditta di Parona (PV) la cui attività principale consiste nella fusione di alluminio mediante l’utilizzo di materia prima costituita principalmente da rottami di alluminio. Oltre all’elevata percentuale di alluminio tale tipologia di rifiuto, a quanto pare, presenta concentrazioni rilevanti sia di metalli pesanti quali: Silicio, Rame, Ferro, Manganese, Zinco, Stagno, Magnesio, Nichel, Piombo, Titanio e Cromo sia di anioni quali cloruri e fluoruri.

Nel 2004 vi è ancora un cambio di volturazione dell’autorizzazione in essere a favore della società IRWEG S.r.l. che nel dicembre 2004 presenta un progetto di sistemazione dell’impianto esistente, di adeguamento normativo e di aumento della capacità di stoccaggio dei rifiuti da conferire.

Antonello Brunetti

Antonello Brunetti

“Nel 2008 – aggiunge Brunetti -viene rilasciata all’ IRWEG S.r.l. l’Autorizzazione per l’abbancamento di cinque tipologie di rifiuti. Nel settembre 2013 la IRWEG S.r.l. presenta alla Regione Piemonte, al Comune di Molino dei Torti e alla Provincia di Alessandria, domanda di modifica sostanziale per ampliamento di discarica di rifiuti speciali non pericolosi da 50.000 a 300.000 metri cubi. La Irwegl. chiede ora di conferire in discarica ben 42 tipologie di rifiuti speciali, di cui 26 sono codici a specchio. In generale tutti questi rifiuti provengono da attività derivanti da trattamenti chimici e fisici di minerali metalliferi, dalla raffinazione del petrolio, da processi chimici inorganici e organici, da processi termici, da operazioni di demolizione (compreso terreni provenienti da siti contaminati), da impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue urbane e industriali, da terre e rocce di scavo.”

“Di questo elenco – conclude Brunetti – colpisce l’estrema eterogeneità delle tipologie di rifiuti dei quali si chiede l’autorizzazione sia per quanto riguarda la provenienza da settori industriali completamente diversi tra loro sia per le caratteristiche chimico-fisiche che ciascuna tipologia di rifiuto contiene intrinsecamente sia per il differente stato fisico in cui si presentano (si passa da rifiuti polverulenti a rifiuti solidi e a rifiuti palabili quali i fanghi). Esprimiamo preoccupazione per i rischi derivanti dall’accorpamento in discarica di rifiuti potenzialmente incompatibili tra loro per, appunto, differente stato fisico e differenti caratteristiche chimico-fisiche e biologiche. La portata e l’invasività del progetto presentato, per noi, non può esimersi dal comportare rischi possibili per la salute pubblica, l’ambiente e l’ecosistema nonché mutazioni irreversibili ai luoghi, alle usanze e alle economie locali.”

 6 febbraio 2014