La domanda la pone Annamaria Agosti nella sua ultima lettera in redazione sollevando il problema del grave inquinamento a cui si trova sempre sottoposto il Tortoense, un inquinamento che sembra non avere mai tregua.

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L'inquinamento si nota in modo evidente

L’inquinamento si nota in modo evidente

Egregio Direttore,

il grave episodio di sversamento nel Torrente Curone, avvenuto sette giorni or sono, rischia, ancora una volta, di finire soffocato sotto il peso di un silenzio equivoco. E questo è inaccettabile.

Torniamo indietro con la memoria di un anno e mezzo, a giugno 2012, quando la fuoriuscita di un liquido nerastro ed oleoso, assimilabile ad un sospetto residuo petrolifero, affiorò lungo le sponde del torrente; da allora, la “messa in sicurezza” ha retto per un breve periodo, assumendo i contorni di un’emergenza bloccata alla meglio, ma ancora lontana dall’essere gestita con interventi risolutivi.

Casalnoceto è presente nella lista dei 110 siti contaminati in provincia di Alessandria. Esaminando i dati presenti sul sito della Regione Piemonte, nell’area di pubblica consultazione, che, ricordiamolo, è aggiornata al 4 dicembre 2013, troviamo i riferimenti all’inquinamento presente, relativi quindi all’episodio datato giugno 2012.

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Il sito viene dichiarato, dalla Regione Piemonte stessa sul proprio sito istituzionale, contaminato sia nel suolo e sottosuolo, nelle acque superficiali e sotterranee, ma è ancora presente come “verifica in corso”. Dopo 18 mesi, la popolazione del territorio non ha accesso alle informazioni, né della matrice ambientale, né delle sostanze inizialmente rinvenute nell’incidente ambientale, che, ricordiamolo, risale addirittura al giugno 2012.

Lo ritenete ammissibile?

Lo ritenete trasparente?

Lo ritenete cautelativo della salute pubblica?

A me, senza voler essere polemica, sembra proprio di no!

Posso comprendere che per frenare questa fuga di veleni e per risanare la situazione occorrano risorse ingenti, in termini di tempo e denaro. Ma non posso condividere che siano solo dei casi fortuiti, a scongiurare disastri ambientali, come quelli che in tempi anche recenti si sono già verificati nel nostro territorio!

Tanto più che quei contenitori interrati nelle sponde del Curone, a giudicare dallo stato di conservazione fotografato nelle immagini, sembrano giacere indisturbati lì sotto da un bel po’ tempo.

Eppure, un rapporto ufficiale, quale il Bollettino Ufficiale, ed anche il Bollettino Giuridico Ambientale della Regione Piemonte, emessi nel 2000 e con datazione dei siti al 1991, dichiarano le sponde del Curone, nella lista qui allegata al numero 257, come “sito non contaminato”. Ma come è possibile?

Alla luce dei gravissimi accadimenti, più o meno recenti, appare, peraltro, che le sponde del Curone non fossero nemmeno salubri, già allora.

O forse no?

Annamaria Agosti


2 febbraio 2014

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