crisi -IAlcuni giorni fa abbiamo pubblicato il racconto di un imprenditore costretto a chiudere la sua azienda. Annamaria Agosti ci ha mandato una seconda lettera con  i dati di infocamere  che pubblichiamo di seguito.

 

Egregio Direttore,

i dati ufficiali Infocamere, nella loro crudezza statistica, non solo confermano i tempi scanditi dal racconto dell’imprenditore, ma lo enfatizzano: se nel solo quinquennio 2008-2012, in provincia di Alessandria  si sono “perse” più di 2600 piccole aziende, tra artigiani e ditte individuali, il 2013, con dati non ancora consolidati a fine anno, è stata la scure del boia: tra gennaio e settembre, la crisi ha “divorato” ulteriori 3000 piccole realtà economiche, rispetto al fine anno precedente. Da Gennaio 2008 a Settembre 2013, il saldo tra nuove aziende iscritte e cessate nell’anno precedente, quindi gli operatori economici che hanno chiuso e non sono stati rimpiazzati da nuove realtà, rispetto all’anno prima, indica che 5600 piccole aziende sono il tributo di sangue della provincia, nella dispersione totale della piccola imprenditoria.

Sono cifre impressionanti, che dovrebbero far sussultare ogni politico del territorio, indistintamente: la piccola impresa rappresenta il tessuto connettivo della produttività e della economia locale. Ben venga la protesta del Sindaco di Sale, e l’auspicio che sia una scintilla a rivitalizzare l’operato della politica a favore del rinascita economica nell’Alessandrino. Che sia spunto di riflessione per quegli Amministratori incapaci di tessere una politica fatta di coesione su obiettivi unitari tra Comuni e piccole realtà economiche.

Annamaria Agosti


25 dicembre 2013

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