Dopo la manifestazione promossa lo scorso 11 aprile a Roma di fronte al Parlamento dalle Organizzazioni Sindacali provinciali per richiamare l’attenzione e dare un rilievo nazionale alla drammatica situazione del Comune e della città di Alessandria: il primo capoluogo di provincia costretto a dichiarare il dissesto, e l’insperato risultato della conquista di uno specifico tavolo governativo per esaminare la situazione e individuare i rimedi, la politica non è stata in grado di dare un seguito coerente a quel primo fondamentale passo, ed ha, sin qui, sostanzialmente fallito. E, trascorsi quasi due mesi tra incontri inconcludenti e improduttivi, ci ritroviamo al punto di partenza. Con gli incolpevoli lavoratori delle aziende partecipate messe in liquidazione nuovamente costretti a manifestare la loro rabbia in direzione del sindaco.

Nei cui confronti sorprende lo scarso sostegno, e l’isolamento nel quale è stata lasciata ai diversi livelli, in particolare, dal suo partito, il PD, la maggiore forza politica del centro sinistra. Nella dimensione provinciale gli egoismi territoriali e la tradizionale malcelata ostilità verso il capoluogo hanno omesso qualsiasi iniziativa di solidarietà e di aiuto, il che può far sorgere il dubbio che da parte di qualcuno si pensi di trarne vantaggio. A causa di questo atteggiamento negli anni è cresciuto l’isolamento dei trasporti sull’intero territorio, specie ferroviario, sia delle persone che delle merci. Gli scali si sono desertificati a favore di altri centri intermodali presenti nella regione e ogni progetto di sviluppo della logistica è finito nel nulla. Nel comparto della gestione dei rifiuti, in presenza delle difficoltà delle aziende del Consorzio alessandrino (Amiu e Aral) e mentre è in atto la concreta possibilità della costruzione di un’unica azienda responsabile dell’intero ciclo, dalla Valle Scrivia sono tornate a farsi sentire le voci mai sopite e più interessate nel richiedere la costruzione del, più volte dimostrato come inutile, inceneritore. Mentre l’Ente Provincia è completamente assente, quando, come nel caso dell’Università del Piemonte Orientale, non arriva ad ostacolare la necessità di nuovi spazi e locali per la sede alessandrina del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche Economiche e Sociali. A livello di Regione nulla si fa per richiamare la Giunta, ad esempio, alle sue responsabilità economiche ed ambientali nei confronti del Teatro Regionale Alessandrino, dopo il gravissimo danno causato dai precedenti amministratori. O ad essere più sollecita nell’erogazione e nell’approvazione della Cassa Integrazione in Deroga proprio in favore dei dipendenti del TRA: nel 2013 i quindici lavoratori del teatro non hanno ancora percepito un euro e la domanda del secondo trimestre non è ancora stata accolta dalla Regione. Anche a livello nazionale, dove il sostegno politico si fa più decisivo, l’attenzione latita e gli appelli, le richieste di intervento del sindaco al nuovo segretario del Partito Democratico sono rimasti senza risposta. Se l’emendamento presentato dai neo-senatori alessandrini Fornaro e Borioli in favore dei comuni in dissesto offre qualche spazio contabile per i bilanci 2012-’13, ciò che più serve è più tempo e nuove risorse, anche in considerazione della non cospicua entità necessaria al nostro Comune. Un prolungamento dei tempi per realizzare il risanamento e adeguati ammortizzatori sociali sono indispensabili alla riorganizzazione e riprogettazione delle aziende, riuscendo, nel contempo, a difendere l’occupazione. E’ qui che risulta indispensabile e va messa in campo l’azione della politica nei confronti del Governo. Non lasciando soli il sindaco e la giunta al tavolo con i tecnici dei diversi ministeri.

La gravissima crisi nella quale si trova la città dovrebbe suggerire alla stessa Giunta comunale di riconsiderare i propri orientamenti in favore di un atteggiamento più inclusivo e partecipe di tutte le forze sociali e di categoria, richiedendone l’apporto propositivo e costruttivo e richiamando la collettività a concorrere alla soluzione dei problemi. In particolare per quanto riguarda la situazione dei posti di lavoro è vitale il confronto e l’intesa con i lavoratori e le organizzazioni sindacali.

Oggi a subire gli effetti della crisi sono, soprattutto, le aziende partecipate – Amiu e Atm – per la condotta irresponsabile della trascorsa amministrazione, insieme ai settori che con competenza e impegno si sono, come Aspal e TRA, occupati di cultura, di giovani, di integrazione, di cooperazione. Servizi che una legge improvvida e contraria ai principi costituzionali come quella attuale sul dissesto considera, insieme ai nidi e alle scuole materne, non essenziali. Attività alle quali una Amministrazione di centro sinistra non può rinunciare e che, frettolosamente e con una visione miope si è deciso, mesi fa, di liquidare. Un errore al quale, nell’interesse primo della comunità alessandrina, occorrerà rimediare.

Renzo Penna – Consigliere SEL del Comune di Alessandria



 9 giugno 2013