Lo sguardo attento della Delegazione FAI di Alessandria ha posato gli occhi su un groviglio di impolverati ingranaggi ritenuti interessanti, un gioiello meccanico ritornato a rivivere dopo parecchi anni.

Il FAI, Fondo Ambiente Italiano continua a lavorare per valorizzare la nostra costruzione più prestigiosa: la Cittadella.

Ileana Gatti Spriano la Presidente, con suoi collaboratori hanno il merito di aver studiato questa struttura lasciata in eredità da Vittorio Amedeo II di Savoia, hanno saputo cogliere i punti di forza per essere presentati al pubblico sotto il migliore aspetto, nelle occasioni di forte richiamo.

La Cittadella, una fra le più importanti costruzioni militari d’Europa, è stata progettata attorno al 1700, i cui lavori hanno preso l’avvio nel maggio dell’anno 1728 a nord – ovest della nostra città Alessandria, accanto al fiume Tanaro, in terra di confine, nella parte più bassa del Piemonte.

La struttura occupa un suolo di 74 ettari, il cui lato maggiore è pressoché parallelo alla asse del corso del fiume.

La struttura, nel suo complesso, è un rarissimo esemplare di fortificazione, formata da sei fronti supportati da possenti mura, a loro volta protetti da un mimetico terrapieno.

Il complesso è circondato dal un fossato, agevole da riempire in caso di attacco, uno sbarramento rinforzato da contro guardie, collegati al corso d’acqua adiacente.

Percorso il ponte di pietra, dopo alcuni passi ecco l’enorme prato al centro di tanta vegetazione contornato da tanti massicci edifici, fa cui la Caserma Giletti al centro della quale spicca l’orologio fatto rivivere dalle mani esperte di Claudio Ferrando, uno dei più bravi orologiai dalla nostra città.

E, proprio a lui chiediamo quali sono stati i momenti più suggestivi nell’avere ridato vita a questa meravigliosa macchina segnatempo, così rilevante, sostenuto nel lavoro dalla forte insistenza della figlia Rossella, nonché dalla Signora Ileana in perfetta sintonia fra loro desiderose ad ascoltare questo magico tic tac.

La pulizia delle le parti, osservare l’affidabilità dei pezzi è stato il primo passo. Gli inconvenienti non sono mancati, eppure un po’ di soddisfazione si “faceva vedere”.

Per una banale disattenzione, mi schiacciavo una mano: ben poca cosa, eppure aveva contribuito ad allungare i termini temporali di due – tre giorni.

Un rullo d’avvolgimento dei pesi non resisteva alla trazione mi scalfiva, causando una ferita di cui avrò un ricordo indelebile nel tempo.

Gli inconvenienti non trafiggevano il mio crescente entusiasmo, anzi spronavano la voglia di ultimare l’assemblaggio di tanti meravigliosi pezzi.

Il meccanismo rispondeva, quasi come un riconoscimento alla mia indole infaticabile: le ruote dentate incominciavano a girare nel modo giusto, il ticchettio si faceva sentire, fin quando l’orologio funzionava …. Davvero!?!? Si davvero!

… E tuttora funziona benissimo …

Franco Montaldo


5 maggio 2013