I lettori di Oggi Cronaca sanno che generalmente cerchiamo di non entrare nelle polemiche spicciole, nei battibecchi tra politici, ma non potevano esimerci dal pubblicare le pesanti accuse che mercoledì l’assessore Pietro Bianchi ha rivolto alla precedente Amministrazione e la doverosa replica dell’ex sindaco Piercarlo Fabbio. Com’è nello stile del nostro giornale la polemica finisce qui e non c’è controreplica per non andare avanti all’infinto, tuttavia la vicenda merita alcune brevi considerazioni.

Non è la prima volta che si parla dei dipendenti delle Società Partecipate che rischiano il posto: c’è stata, nel recente passato, la rinuncia ai precari da parte della Provincia di Alessandria e tante forme di lotta che hanno coinvolto molti lavoratori, ma stavolta la situazione sembra diversa perché notiamo un certo irrigidimento delle parti, un netto rifiuto dei sindacati di attivare un contratto di solidarietà o la ferrea volontà del Comune ad andare avanti fino in fondo e non salvare l’Aspal.

Perché questo arroccarsi nelle proprie posizioni? Ha ragione il Comune oppure ha ragione l’Aspal?

Difficile dare una risposta, l’unica constatazione evidente è sempre la stessa e cioé che sono i lavoratori e la città di Alessandria a rimetterci e ci spiace che maggioranza ed opposizione forse non abbiano capito fino in fondo la gravità della situazione in cui si trova il capoluogo provinciale.

Nessuno sembra volersi schiodare dalla proprie posizioni rigide. Sindacati da una parte e Azienda dall’altra, così come maggioranza ed opposizione: continuamente arroccati sulle loro posizioni.

Ma è giusto? E allora chiediamo alle parti: perché non passeggiate in corso Roma, via Dante, via San Lorenzo e nella altre zone del centro? Perché non date un’occhiata ai negozi? Non diciamo solo quelli chiusi e sfitti ma soprattutto quelli aperti e vuoti, spesso anche al sabato. Perché non fate un salto in uno dei dieci uffici postali della città e osservate la gente che ha dieci euro su un libretto postale e ne ritira nove perché di più non è possibile?

Perché non fate il giro delle officine meccaniche e dei tanti artigiani che non hanno più lavoro? La città è in ginocchio, ma molti non riescono a vedere il quadro d’insieme, si fermano alla politica spicciola, al batti e ribatti, ai battibecchi, mentre la città sta morendo.

La situazione è gravissima dappertutto, ma ad Alessandria forse lo è ancora di più perché è un Comune in dissesto: Maggioranza ed opposizione, però, invece che “deporre le armi” e lavorare insieme per il bene di Alessandria, perdono tempo a rispondere a Tizio e Caio e tutto questo mentre la città si sta trascinando in una lenta agonia.

 7 marzo 2013