Le abbiamo contate: dalle 8 di questa mattina fino a mezzogiorno abbiamo cestinato ben 10 convocazioni di conferenze stampa che sono pervenute da Comuni,  partiti,  enti pubblici, persino dalle associazioni.   Dieci in sole 4 ore.

E sapete perché le abbiamo cestinate? Perché tutte erano perfettamente inutili: conferenze stampa convocate per argomenti di poco conto, di basso profilo, per presentare dibattiti o iniziative che richiamano generalmente poche persone.

Manifestazioni di scarsa rilevanza  che vengono presentate con molto anticipo attraverso una conferenza stampa quando sarebbe sufficiente un semplice scritto per presentare l’avvenimento.

E allora perché convocare una conferenza stampa? La risposta è molto semplice: visibilità.

Molti politici chiedono visibilità e questa gliela possiamo dare soltanto noi giornalisti.

E come fare per avere maggiore visibilità? Convocare conferenze stampa anche sugli argomenti più inutili ed insulsi: tutto pur di apparire, di farsi notare.

Così si convocano conferenze stampa per annunciare un dibattito, per presentare un libro, per dire ai giornalisti che fra due settimane verrà inaugurata una mostra di pittura oppure è stato aperto un bando, o magari, fra un mese, ci sarà un avvenimento particolare.

Conferenze stampa inutili che hanno il solo scopo di consentire a chi le illustra, e soprattutto ai politici, di parlare davanti ad una platea di organi di informazione, di scattare fotografie al sindaco o all’assessore o al tal presidente dell’ Associazione o dell’Ente Pinco Pallino finora sconosciuti, che grazie a noi, giornalisti, adesso possono godere di una certa visibilità.

Non c’e l’abbiamo con gli addetti stampa, nostri colleghi. Per carità, loro fanno esattamente quello che chiedono  i loro capi e sicuramente noi, se fossimo al loro posto, stipendiati da quei politici, probabilmente faremmo la stessa cosa.

Ce l’abbiamo, invece, con quei  politici che pur di “farsi belli” e di curare la loro immagine abusano dello strumento delle conferenze stampa che dovrebbero essere convocate solo in caso di fatti particolarmente gravi e non per argomenti di poco conto.

E ce l’abbiamo con tutti i nostri altri colleghi, quelli che si prestano a questo “giochetto” e partecipano alla conferenze stampa facendo le belle statuine, sentendo l’arringa del politico senza fare alcuna domanda, garantendo la loro presenza per non pregiudicarsi il rapporto col politico di turno, salvo poi lamentarsi, con gli altri, nei confronti dello stesso politico che abusa della conferenza stampa solo per farsi notare.

Noi abbiamo fatto una scelta: non partecipiamo a conferenze stampa inutili che sono circa l’ 80%.

Non partecipiamo perché lo riteniamo un inutile perdita di tempo.

E il nostro tempo è prezioso.

Per questo a volte, non trovate le foto dei politici ma solo la notizia. Se ne vale la pena, ovviamente, perché altrimenti cestiniamo anche quella.

Abbiamo provato a suggerire ad alcuni nostri colleghi di fare come noi, cioé di disertare quelle conferenze stampa pr argomenti di scarso rilievo, perché se nessun giornalista partecipa, forse anche i politici capiranno che certe convocazioni possono essere sostituite da un semplice comunicato scritto, ma il discorso, purtroppo, è caduto nel vuoto.

21 novembre 2012