Un tesoro di inestimabile valore, scoperto nel sottosuolo di piazza Tito Speri, che non può essere esposto e non può rimanere a Tortona perché la città non dispone di un apposito museo come invece aveva una volta. Il progetto di recupero dell’ex museo Romano, infatti, non é mai stato portato a termine.

Il cantiere dove é stato trovato il tesoro gotico

Il tesoro di cui stiamo parlando è quello ritrovato nel cantiere a fianco delle ex carceri (nella foto del 2011) dove lo scorso anno vennero scoperte tombe gotiche con ricchi corredi funebri completi e comprensivi di pezzi aurei.

Si parla di reperti di grandissimo valore, di diademi, spille, spade e addirittura un infante con una spilla spettacolare.

Tutti i reperti erano stati prelevati a suo tempo dalla Soprintendenza Archeologica del Piemonte e portati a Torino in attesa di essere datati e periziati. Adesso, a quanto pare, è emerso tutto il valore inestimabile di questi reperti che costituirebbero uno dei maggiori tesori barbarici salvati nel tempo.

Sembra infatti che in queste tombe fossero seppelliti personaggi vicini a Teodorico il grande. La conferma arriva anche dal maggior storico locale, Giuseppe Decarlini: “E’ vero – dice – Tortona nel VI secolo dopo Cristo era una delle città Gotiche più importanti e a quanto mi risulta le tombe ritrovate in questo cantiere erano di particolare importanza.”

Il cantiere oggi

Le tombe non sono più visibili: l’impresa edile, dopo un breve stop ha continuato a costruire il palazzo (nella foto a fianco) e non è dato di sapere se nei sotterranei le tombe saranno ancora accessibili o sono state coperte da una colata di cemento. Di certo non sono visibili al pubblico.
Per fortuna sono stati recuperati questi importanti reperti, che pur essendo di proprietà della città non può utilizzarli perché il museo Romano non c’è più e quasi tutti i reperti che fino a 20 anni fa erano custoditi li dentro adesso sono sparsi in giro per l’Italia

Ci hanno provato 6 anni fa, con l’allora sindaco Francesco Marguati a ricostruire qualcosa con una mostra dal titolo «Onde nulla si perda». Si trattava della collezione archeologica di Cesare Di Negro-Carpani che dopo 120 anni era stata ricostruita nella sua interezza raccogliendo reperti romani sparsi in diversi musei ad Alessandria, Tortona e Genova-Pegli. In attesa del riallestimento del museo civico archeologico di Tortona, progetto poi naufragato che mai più ha visto la luce, era stato avviato un progetto di ricerca, di studio e di valorizzazione della prima collezione privata di reperti archeologici del Tortonese.

Un tentativo rimasto lettera morta e che adesso penalizza la città che potrebbe ritornare in possesso di questo tesoro e farlo diventare un’attrazione turistica perché, a quanto pare, si tratta di uno dei maggiori del periodo gotico.

 10 ottobre 2012