Se Tortona non va, se il turismo ristagna, se la domenica le strade sono deserte, c’è squallore e poca gente in giro, gran parte della colpa è dei commercianti tortonesi che non fanno (o non sono in grado di fare) la loro parte, cioè quella di una categoria attiva. L’attacco, frontale, è del sindaco Massimo Berutti nella seconda parte dell’intervista esclusiva rilasciata al nostro giornale.

Per ben due volte rispondendo alle nostre quattro domande, il primo cittadino chiama in causa la categoria dei commercianti, stimolandoli ma anche criticandoli apertamente per l’atteggiamento che hanno.  Spetta a loro, secondo Berutti, tenere le serrande aperte la domenica e darsi da fare per rivitalizzare la città. Un compito che i commercianti, invece non sembrano voler raccogliere.

Quali sono secondo Berutti i tre problemi più gravi di Tortona? E cosa intende fare (se può) il Comune per risolverli?

I tre grandi problemi attuali sono il lavoro, la mancanza di nuovi insediamenti industriali e l’involuzione della città dovuta al pendolarismo. La gente che lavora lo fa fuori città, qui mancano opportunità di sviluppo per le industrie, la città si contrae su se stessa anche sotto il profilo del commercio, chi lavora a Milano compra a Milano. Con il nuovo piano regolare, la Tortona del futuro, possiamo invertire questa tendenza.

Tortona è una città di pendolari che praticamente vivono in città solo nel week end, la domenica però Tortona è uno squallore: nessuna iniziativa e negozi chiusi. I Tortonesi, così portano i loro soldi altrove. Cosa avete intenzione di fare per evitare questo?

E’ necessario un maggior senso di appartenenza al territorio, soprattutto da parte del sistema commercio. Le iniziative non possono essere imposte dal Comune, ma un Comune che dispone di fondi può fare la sua parte con dei contributi, appoggiando ed amplificando le iniziative dei commercianti. Ma l’iniziativa deve partire da loro, il Comune non può imporre, Avallare, aiutare, sì. E’ qualcosa in cui ho sempre creduto, che ho sempre fatto anche nei miei precedenti incarichi, insegnando alle persone a camminare con le proprie gambe, perché anche se Berutti se ne va, la voglia di fare comunque deve appartenere a chi rimane.

Tortona Città Turistica, ma a confronto con le altre città centro-zona della provincia è quella dove si registra una vera e propria penuria di manifestazioni. La mancanza di soldi non è una giustificazione visto che si potrebbe fare molto anche solo coinvolgendo le associazioni (vedi altri Comuni o Piano di Rilancio su Oggi Cronaca). Quindi mancanza di voglia, impegno, o cos’altro?

E’ nei miei progetti istituire una Agenzia di sviluppo, studiata e che operi con tavoli di concertazione, seriamente con metodo e professionalità, tornare sia a reinvestire che attrarre nuovi investitori. Sono d’accordo con le proposte relative al Piano di Rilancio presentato da Oggi Cronaca. Un discorso indissolubilmente legato a quanto dicevamo prima, il punto di partenza sono i commercianti. Siamo sempre pronti a dare spazio e risalto alle Associazioni, anzi, sono benvenute le loro iniziative.

Tortona è una città in ginocchio: oltre alla diffusa crisi internazionale gli abitanti devono fare i conti con l’Imu al massimo, le tariffe alte, la mancanza di lavoro e pure l’assenza di divertimenti. Insomma stanno facendo una vita proprio grama. Realisticamente cosa si sente di promettere loro per migliorare la situazione?

Se i commercianti non fanno la loro parte a fare girare il sistema, se non sono disposti a farlo, si rischia di fare la fine di Arena Derthona, che ci ha messo di tasca propria per realizzare quanto ha fatto. Sono loro i primi ad essere chiamati a partecipare attivamente con contributi a queste iniziative. La mia promessa è che se portiamo a buon fine ancora qualche vendita, il Comune torna ad investire sulla città.

Angelo Bottiroli


Intervista raccolta da Annamaria Agosti

30 settembre 2012