Il Presidente del Consiglio Comunale di Acqui Terme, Guido Ghiazza, interviene in merito al problema della discarica di rifiuti inerti che la Ditta Riccoboni intende costruire a Predosa: “Il Comune di Acqui Terme – dice – farà tutto il possibile per salvaguardare il campo pozzi di Predosa da ogni eventuale pericolo di inquinamento della falda acquifera. Non appena il Comune di Cassine ci ha fatto presente la gravità del problema, abbamo preso immediatamente contatto con la Provincia, in qualità di ente competente a rilasciare l’autorizzazione per l’esercizio della discarica di inerti proposta.”

Il Comune di Acqui Terme, che non era stato invitato a partecipare alle conferenze di servizi propedeutiche al rilascio dell’autorizzazione, ha fatto presente che la futura discarica sorgerebbe su un’area di ricarica del bacino acquifero dei pozzi idropotabili di Predosa, e che l’approvvigionamento idrico della città di Acqui Terme, in periodi di siccità prolungata come quello vissuto nell’estate appena trascorsa, dipende dalla capacità dei suddetti pozzi.

Il Comune, che ritiene di averne titolo per le ragioni sopra specificate, ha chiesto di poter esprimere il proprio parere in seno alla conferenza di servizi per la valutazione della discarica, tenuto conto delle dimensioni della stessa, che arriverebbe a stoccare sino a 1 milione 700 mila metri cubi di rifiuti.

Inoltre, poiché l’acquifero profondo di Predosa è indicato nel Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte come area di possibile localizzazione di RISE ( acquiferi di riserva), specialmente una volta certificata la potenzialità produttiva del bacino, che sulla base dei dati delle prove di pompaggio potrebbe soddisfare in emergenza il fabbisogno di 200.000 persone, il Comune ha richiesto che venga acquisito anche il parere del Settore Risorse Idriche della Regione Piemonte, oltre che di AMAG, gestore della rete idrica integrata di Acqui Terme.

“Ritengo sia nell’interesse di tutte le forze politiche dell’acquese – continua il Presidente del Consiglio Comunale – collaborare per ottenere che l’autorizzazione alla costruzione della discarica non sia rilasciata prima di aver valutato in maniera approfondita tutte le implicazioni di carattere ambientale sulla risorsa idrica sotterranea, prendendo in considerazione anche la possibilità di localizzarla in una zona che non sia ubicata direttamente sopra un’importante falda acquifera di profondità.”

Il Comune di Acqui Terme, insieme ai Comuni di Bistagno, Cartosio, Cassine, Castelnuovo Bormida, Castelspina, Gamalero, Grognardo, Melazzo, Montechiaro d’Acqui, Orsara Bormida, Rivalta Bormida, Sezzadio, Strevi, Terzo e Visone, ha rivolto un’accorata istanza al Ministero dell’Ambiente, alla Regione, alla Procura della Repubblica di Alessandria, e ad altri Enti, affinché sia impedita la realizzazione della discarica, specialmente per quanto riguarda lo stoccaggio dei cosiddetti “rifiuti speciali non pericolosi”.

La definizione comprende infatti anche le terre provenienti da bonifiche di siti contaminati. Sono dette “non pericolose” perché non contengono piombo. Ma contengono arsenico, cromo, e altri componenti potenzialmente tossici, che potrebbero, vista anche la particolare configurazione del suolo, e la presenza di una faglia acquifera appena 4 metri sotto la linea di base della discarica, contaminare le riserve idriche. Queste “terre”, bagnate dalle acque piovane, possono originare del percolato, estremamente pericoloso.

 17 ottobre 2012