E’ deceduto, all’età di 65 anni, Alessandro Spanu, ecologista ed ex assessore alla Polizia e alla sicurezza nella Giunta Bonavoglia, incarico che ha ricoperto per oltre due anni dal 1999 al 2001, figura storica dell’ambientalismo tortonese, nonché candidato sindaco per i verdi nel 1995 ed eletto consigliere comunale dal 1995 al 1999.

Esponente di spicco del sindacato dei bancari, è stato anche abile giocatore di scacchi e segretario dei verdi ed ha ricoperto numerosi incarichi in varie associazioni ambientaliste prima di fondare una sua lista civica “Amici di Tortona – Verdi” con la quale si è presentato alle elezioni nel 1999 raccogliendo grandi consensi.

Spanu è deceduto in seguito ad una malattia, ma fino alla fine ha portato avanti battaglie ambientaliste in cui credeva, fra cui un ricorso contro il progetto del Dante Alighieri.

Il funerale verrà celebrato alle 10,30 di martedì presso la parrocchia di San Matteo. Lascia la moglie Lella e la figlia Daniela.

 17 settembre 2012

Ho conosciuto Spanu 35 anni fa quando io ero poco più che  un ragazzo, giocando a scacchi con lui,  poi crescendo ho imparato a conoscerlo anche nei suoi tanti ruoli e non ho potuto avere che stima nei suoi confronti. Stima per  un uomo che é stato sempre sé stesso senza mai rinnegare le sue idee, neppure quando entrò in politica. Ed infatti, il suo feeling con il sindaco Bonavoglia durò pochissimo.  

Spanu aveva grandi idee: voleva dotare i Vigili urbani di un’ attrezzatura speciale, voleva occhiali a raggi infrarossi da utilizzare nelle pattuglie notturne, voleva un’organico speciale, i turni fino al mattino e tante altre cose. 

Amava Tortona, come la amo io e per questo era inviso a tutti, a partire dai Vigili urbani che proprio non lo volevano come assessore.  

Ognuno di noi ha combattuto le sue battaglie, spesso condivise, ma con mezzi diversi. Una su tutte é stata quella vittoriosa contro al Pista Pirelli. Insieme, ma divisi, ognuno con  la sua associazione, il suo ruolo, i suoi mezzi.

Di lui ricordo la sua intransigenza, anche se gli dissi che aveva fatto male a lasciare, che avrebbe dovuto continuare ad essere in prima linea senza mai gettare la spugna. 

A dire il vero non l’ha  mai fatto e dopo qualche anno di silenzio ha ripreso  a dare battaglia, ma stavolta con ricorsi al Tar, e un’azione meno appariscente, ma altrettanto efficace, tornando ad essere quell’uomo tutto d’un pezzo che era e rimarrà per sempre nei ricordi di tutti noi.

Angelo Bottiroli