D’ora in poi il museo delle macchine agricole Orsi non resterà sempre chiuso ma aprirà una domenica al mese. L’apertura però non avviene per “merito” del Comune ma grazie ad una proposta avanzata dalla Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali Sezione Regionale Piemonte Delegazione del Tortonese, gestita dal vigile urbano Rocco Diana che in cambio di una porzione del locale posto al piano terra alla sinistra dell’ingresso, da adibire ad uso sede operativa propone in cambio l’apertura del museo al pubblico, realizzata da propri associati con la frequenza di una domenica pomeriggio al mese,  oltre a tre aperture straordinarie l’anno su istanza dell’Amministrazione Comunale.

Il museo Orsi, dalla sua apertura, nel 2004,  è stato aperto al pubblico svariate volte ma in modo non sistematico, e solo in occasione di eventi o su appuntamento da concordarsi con l’Ufficio Manifestazioni del Comune di Tortona.

Non esiste quindi un orario di apertura, malgrado il museo sia uno dei pochi del genere nel nord Italia.

Il museo si sviluppa su una superficie utile di circa 1800 mq oltre a 500 mq di servizi (reception, uffici, centro di documentazione, magazzino e servizi igienici) ed è sempre stato poco utilizzato dal Comune, per incapacità di garantire una costante apertura ma soprattutto per incapacità riempire la struttura con altre iniziative. Chi ha visitato il museo si é reso conto dei pochi cimeli a disposizione rispetto agli spazi. Il Comune, però non si é preoccupato di dare una connotazione importante alla struttura ed é curioso che lo faccia soltanto adesso: “il museo in questione – si legge nella delibera comunale – costituisce un elemento di estrema rilevanza nel panorama dei beni storico culturali della città e di particolare esclusività in ambito nazionale ed internazionale”.

Curioso che soltanto ora il Comune si ricordi del fatto che forse per valorizzare un museo bisognerebbe anche aprirlo: “migliorarne la fruibilità assicurando un calendario di aperture, pur limitate nel tempo ma a cadenza determinata, sistematicamente garantita – si legge nella delibera comunale – accrescerebbe le potenzialità di attrattività turistica della città, con particolare riferimento ai giovani ed ai cultori di macchine agricole d’epoca che si sono nel tempo avvicinati alla struttura museale manifestando particolare apprezzamento.”

Adesso, dopo 8 anni ci ricordiamo di questo? Sono passati tre sindaci: Bonavoglia, Marguati e Berutti, ma se non forse arrivato Rocco Diana, per quanto tempo ancora il museo sarebbe rimasto chiuso?

Angelo Bottiroli


24 agosto 2012