Egregio Direttore,

in merito all’articolo “Un avviso di pagamento fa cambiare idea al Comune sull’adesione alla “Città del Vino?” si precisa che lo Statuto e il Regolamento dell’Associazione prevedono l’erogazione di quote associative annuali da parte degli Associati, il cui ammontare è determinato annualmente dall’Assemblea dei Soci. Per il Comune di Tortona, per l’anno in corso, la quota è pari a 2.673,30 euro.

L’art. 7 del regolamento dell’Associazione Nazionale Città del Vino, approvato con delibera di Consiglio comunale n. 59 del 17.06.2002, prevede che la dichiarazione di recesso dei Soci debba essere notificata all’Associazione entro il termine perentorio di quattro mesi prima della chiusura dell’esercizio (che avviene il 31 agosto) con efficacia l’anno successivo.

Pertanto, il 16 aprile 2012 il Consiglio comunale ha approvato il recesso. Come previsto dal Regolamento dell’Associazione, ovvero quattro mesi prima della chiusura dell’esercizio, ha provveduto a notificare il recesso che avrà decorrenza dal 2013.

Per queste motivazioni, per l’anno 2012, il comune ha versato la quota associativa.

Ufficio stampa – Comune di Tortona



 Come abbiamo scritto noi: il recesso non è stato fatto in tempo per il 2012 e il Comune ha dovuto pagare. L’incongruenza sta nel fatto che da una parte, nella delibera del Consiglio Comunale, si ribadisce l’inutilità di continuare a far parte della Città del Vino per cui si approva il recesso, nell’altra delibera (quella in cui si approva il pagamento) si afferma esattamente il contrario.

E il dubbio che sorge è: ma ha valore oppure no quello che si scrive nei documenti del Comune? Oppure si scrivono parole solo per riempire fogli bianchi senza badare al senso e al significato delle stesse?

Ma invece di scrivere  “…..vista l’utilità dell’adesione….. i vantaggi per il Comune….ecc., ecc.” sconfessati con il mancato rinnovo per il 2013, non era meglio scrivere semplicemente la verità?

Il direttore

 6 agosto 2012