Ma chi ha bisogno del Centro estivo? I genitori che lavorano entrambi e non sanno dove lasciare il proprio figlio o i disoccupati e le casalinghe? Questa domanda nasce dal fatto che non é prevista alcuna agevolazione per i tortonesi che lavorano e che hanno necessità di lasciare i propri figli al Cento Estivo comunale, mentre chi non lavora o ha un reddito basso (e potrebbe accudire i propri figli lasciando libero il posto a chi ne ha bisogno) arriverà a pagare quasi la metà se non di meno.

I rincari sui servizi del Centro Estivo per i bambini e ragazzi tortonesi che aprirà il 18 giugno erano annunciati già da tempo, ma il Comune ha scoperto le sue carte solo al momento delle iscrizioni: dopo tanto tergiversare, è stato infatti reso pubblico il tariffario previsto per la fruizione del servizio, che si prospetta come un vero e proprio salasso per le famiglie.

A fronte di un apparente “addolcimento” della pillola con una tassa fissa di iscrizione che scende a 15 euro (dai 20 precedentemente previsti) il boccone amaro arriva con il costo del servizio: 80 euro a settimana per il tempo prolungato con uscita alle ore 18, a cui vanno aggiunti ulteriori 30 euro pEr la mensa. Il costo a pasto, pertanto, è di 6 Euro per ogni bambino.

Una famiglia deve affrontare, per ogni figlio a settimana, una spesa di ben 117,50 euro. In realtà se ne devono pagare 235 perché il turno minimo è bisettimanale.

Naturalmente si tratta delle tariffe massime, che possono essere ridotte grazie al modello ISEE, ma abbiamo telefonato all’ufficio assistenza scolastica del Comune e ci hanno confermato che le riduzioni per una famiglia con entrambi i genitori che lavorano (quindi con un modello ISEE medio di circa 20-24 mila) ammontano a circa 5 euro a settimana.

Le riduzioni (anche fino al 75%) della retta sono riservate alle famiglie meno abbienti, la maggiorparte delle quali non avrebbero alcuna necessità di mandare i propri figli al centro estivo, perché in questi casi generalmente lavora un solo genitore e l’altro potrebbe tranquillamente occuparsi dei propri figli.

 

IL COMUNE CHIEDE FINO AL 46% IN PIU’ RISPETTO AI PRIVATI

Le tariffe del Comune, almeno per quanto riguarda le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e saranno costretti a pagare l’aliquota massima, sono davvero esorbitanti se paragonati a quelli praticati da soggetti privati. E questo anche in riferimento ai servizi offerti.

Il Comune, nella quota bisettimanale di 235 euro offre anche due gite in piscina e una sul territorio.

“La cooperativa che gestisce il servizio però – ci è stato detto in Comune – organizzerà altre gite, ma queste saranno a pagamento. Ovviamente i genitori potranno scegliere di non far partecipare il proprio figlio che rimarrà allo Chalet.”

Ma quale genitore avrà il coraggio di far sentire il proprio figlio discriminato che vedrà gli amici andare in gita e lui rimanere con poche persone allo chalet? Quindi altre alle 235 euro bisognerà aggiungere altre spese.

Sembrano molto più convenienti le tariffe dei privati: a fronte dei 117 euro a settimana chiesti dal Comune, il Centro estivo organizzato dalla parrocchia di San Matteo presieduta da Don Romeo chiede 80 Euro a settimana, tutto compreso (pasti e gite sul territorio, piscina a Piovera, Lavagello)

Stessa somma chiede quello di San Bernardino gestito da Don Simone: 80 Euro a settimana compreso pasti e gite, piscina, e, a quanto pare, persino Gardaland.

Facciamo i conti: i genitori che lavorano con un ISEE medio da 20 a 24 mila euro pagano per il centro estivo del Comune 32 euro in più alla settimana rispetto a quello che pagherebbero portando il loro figlio in parrocchia, in termini di percentuale il 40% in più a settimana.

Se hanno un ISEE superiore (o non lo hanno consegnato) la tariffa per il Centro estivo del Comune è superiore di 37 euro rispetto a quella delle parrocchie, cioè 46,25% in più.

Con gli stessi soldi che si danno al Comune, però si può scegliere il Centro estivo a Torre Garofoli, gestito dall’Accademia di musica, Danzarte e dall’associazione “L’isola che c’è”.

Il guadagno è anche in termini temporali: il Centro estivo del Comune chiude il 27 luglio mentre quello a Torre Garofoli rimane aperto fino all’inizio della scuola.

Mandare un bimbo al Centro estivo di Torre Garofoli costa 95 Euro a settimana (+25 euro per tassa di iscrizione) però sono comprese piscina, lezioni di danza, attività di gruppo e trasporto in bus da Tortona fino a Torregarofoli, oltre ovviamente ai pasti e tutto il resto.

A Torregarofoli, rispetto al centro estivo del Comune, però il costo diminuisce sensibilmente scegliendo periodi lunghi di più settimane.

Ad esempio se un genitore ha necessità di lasciare il figlio per 6 settimane al Centro estivo (cioè il massimo che propone il Comune) a Torregarofoli spende 565 euro, al centro estivo del Comune ben 675. Cioè 110 euro di differenza (pari al 19,4&) a favore dei privati, che in tempi di crisi come questi non sono bruscolini.

 

Per concludere: chi potrebbe fare a meno di mandare i propri figli al centro estivo del Comune perché ha la possibilità di accudirli personalmente in quanto disoccupato o famiglia monoreddito ma con entrambi i genitori, viene agevolato e pagherà circa la metà rispetto ai quei genitori che lavorano entrambi e che invece hanno assolutamente bisogno di mandare il figlio al centro estivo.

Genitori che, a questo punto, sono costretti a scegliere i Centri estivi gestiti dai privati piuttosto di quello comunale perché risparmiano.

E questo sarebbe il “servizio” offerto dal Comune di Tortona ai Tortonesi?

Angelo Bottiroli


(ha collaborato Annamaria Agosti)

24 maggio 2012