Una parte dei bambini presenti

Questa mattina, presso la Sala Polifunzionale alla presenza del sindaco, Massimo Berutti, del vicesindaco, Carlo Galuppo, dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Laura Castellano, di alcuni consiglieri comunali, delle autorità militari cittadine e dei rappresentanti del Consiglio comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, si sono tenute le manifestazioni per la Festa della Repubblica.

Gli alunni delle Scuole Cittadine hanno omaggiato il nostro Paese con lo spettacolo “Repubblica…a viva voce” con canti e letture.

Le scuole che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa, promossa, come di consueto, dal Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze di Tortona, e che hanno preso parte alla manifestazione sono le Scuole Primarie del primo, secondo e terzo Circolo; l’Istituto San Giuseppe; la Scuola secondaria di primo grado, “Luca Valenziano”; il liceo “Peano” e l’Istituto “Marconi”.

“Ci accingiamo a celebrare la Festa della Repubblica in un clima diverso da quello cui siamo stati abituati a respirare da quando festeggiamo la nostra Repubblica – ha detto il sindaco, Massimo Berutti -. Una ricorrenza lieta, quella della nascita della Repubblica, che, quest’anno, è avvolta dalle preoccupazioni per il nostro futuro. Siamo ancora in una fase di grande incertezza e di grandi difficoltà per le famiglie, per le imprese: per la Nazione intera. Una ricorrenza che quest’anno è avvolta da un velo di profonda tristezza per l’attentato di brindisi nel quale ha perso la vita una giovane studentessa di sedici anni, e altre sono rimaste gravemente ferite. Stessa tristezza che proviamo per i nostri fratelli dell’Emilia, duramente provati e messi letteralmente in ginocchio da un terremoto che non sembra voler dare tregua alle nostre terre. E questo ci riporta drammaticamente indietro di tre anni. A quei giorni di aprile in cui un altro terremoto devastò l’Aquila seminando morte, panico e dolore. Quanti giovani abbiamo pianto nel 2009 ed oggi, quanti operai, morti nelle loro aziende, morti perché quello che li spaventava più della morte era la perdita del lavoro: quel lavoro con un contratto a tempo determinato. E’ su questo che dobbiamo riflettere. Oggi non dobbiamo farci prendere dall’animosità delle polemiche. Quelle polemiche che avvolgono le celebrazioni per lo svolgimento della tradizionale parata. Questo deve essere il momento della coesione e dell’aiuto fraterno, di cui solo il popolo italiano è capace”.

31 maggio 2012