E’ partita in questi giorni l’edizione 2012 della Campagna “Stop alle Fratture”, che ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione femminile sui rischi connessi all’Osteoporosi severa. Quest’anno il sito www.stopallefratture.it diventerà il fulcro dell’iniziativa, qui infatti le signore con più di 50 anni potranno effettuare un primo test di autodiagnosi per definire le probabilità di incorrere in una frattura da fragilità ossea nei successivi 10 anni. A seguito del test le pazienti che presentano un elevato livello di rischio potranno porre direttamente le loro domande a uno dei primi 100 specialisti italiani “certificati” Stop alle Fratture, tra i quali figura il dottor Maurizio Mondavio, Responsabile della Struttura Semplice di Reumatologia all’ospedale di Acqui Terme e coordinatore della Rete Aziendale Reumatologica dell’ASL AL.

Per poter svolgere questo delicato ruolo Il dottor Mondavio, insieme ai 99 colleghi selezionati su tutto il territorio nazionale, ha partecipato ad un evento formativo multimediale che si è tenuto nel mese di aprile a Roma. Nel corso di formazione sono state approfondite le modalità di relazione medico/paziente attraverso l’utilizzo della rete e agli specialisti selezionati è stato fornito un tablet dotato di un apposito software per rispondere via email alle pazienti che li contatteranno attraverso il sito della Campagna. In questo modo sarà garantito a tutte le signore ultracinquantenni un filo diretto con gli specialisti mentre alle potenziali pazienti “severe” sarà consigliato di effettuare una visita specialistica, indirizzandole al database nazionale dei Centri per il trattamento dell’osteoporosi severa presente sul sito. Si tratta di un elenco costantemente aggiornato che comprende ad oggi 564 strutture su tutto il territorio nazionale, tra le quali la Reumatologia di Acqui Terme, suddivise per provincia e complete di indirizzo e riferimenti telefonici per prenotare una visita.

Fra i vari fattori di rischio che influenzano l’incidenza delle fratture da fragilità ossea vi sono l’età, la familiarità, la carenza di vitamina D, il fumo, l’abuso di alcool, l’utilizzo prolungato di alcuni farmaci (es. i cortisonici). Ma soprattutto una precedente frattura sembra incidere in maniera rilevante, Infatti numerosi studi evidenziano che la contemporanea presenza di una bassa densità minerale ossea (espressione di fragilità) e di una precedente frattura aumenta in modo significativo il rischio che l’evento si ripeta.

20 maggio 2012