Situazione finanziaria quasi perfetta per il Comune di Novi Ligure, uno dei primi ad avere già approvato il Bilancio di previsione per l’anno in corso, tre mesi prima della scadenza. Un bilancio sano e conti a posto quelli del Comune di Novi Ligure, che vive una situazione completamente diversa da quella in cui si trovano invece i Comuni di Tortona ed Alessandria, pesantemente “in rosso” e costretti ad applicare l’aliquota massima dell’IMU cosa che invece Novi non ha fatto.

Ma come mai il Comune di Novi Ligure è così virtuoso? Lo abbiamo chiesto all’assessore al Bilancio Germano Marubbi

Assessore, come avete fatto ad avere i conti a posto?

Abbiamo saputo rispondere con precisa determinazione: raddrizzando la barra, ridefinendo le priorità, avviando una politica di rigore e contenimento della spesa ripetitiva, che ha dato risultati assolutamente positivi e in linea con le attese. Certo, il quadro complessivo nel quale operiamo e la situazione di lungo periodo dei nostri conti non ci consentono, né ci consentiranno nei prossimi anni, alcun allentamento dell’attenzione. La necessità di proseguire – con chiarezza e determinazione – nello sforzo di progressiva eliminazione dei residui attivi più “vecchi” ci consiglia semmai di lavorare alla generazione, per un certo numero di anni, di un adeguato avanzo di gestione.

 Quali differenze tra Novi e ad esempio Tortona ed Alessandria?

Le differenze tra “noi” e “gli altri” non dipendono dalla maggiore capacità o conoscenza degli argomenti da parte di questo o quell’amministratore. La differenza tra un bilancio in equilibrio e uno in difficoltà o destinato addirittura al dissesto, risiede principalmente nel campo delle scelte politiche. Esiste un limite alla politica di deficit spending, superato il quale non è più possibile tornare indietro. Varcata quella soglia, senza una chiara, poderosa e responsabile inversione di rotta, la situazione non può che peggiorare verso lo scontato esito del fallimento. Noi abbiamo invertito la rotta. Lo abbiamo fatto in modo chiaro, con scelte difficili e critiche, che hanno imposto a tutta la macchina comunale un complessivo ripensamento della propria mission e della propria organizzazione. I risultati, come sempre quando gli obiettivi vengono perseguiti con serietà e coerenza, sono arrivati.

 E per il futuro, vi sentite tranquilli?

Abbastanza perché la ritrovata autonomia impositiva potrà servire a molte amministrazioni locali per sistemare i conti. Se pensiamo che la manovra congiunta verso il massimo dell’addizionale Irpef e delle aliquote IMU garantirebbe al nostro Comune un maggior gettito di circa quattro milioni di euro rispetto al quadro che stiamo oggi discutendo, si comprende bene come tale margine di manovra possa tradursi in un inaspettato salvagente per molti enti locali. Ma questo riguarda gli altri, il confronto coi quali deve valere come spunto di riflessione e memento, mai quale occasione per autocelebrare le nostre eventuali virtù. In ogni caso, possiamo guardare a questi numeri ed al margine che ci consegnano come ad una valvola di sfogo che potremo azionare laddove il quadro nazionale evolvesse verso situazioni più negative di quanto oggi prevedibile, sia nel corso di questo esercizio che negli anni a venire.  E’ il quadro di incertezza nel quale operiamo ci preoccupa. Ma sappiamo di partire da una situazione in equilibrio, in grado di sostenere anche eventuali novità negative che, da quella incertezza,potrebbero scaturire.

 Quindi per non andare “in rosso” secondo lei ci vuole soprattutto rigore nelle spese?

Certo, come emerge anche dai numeri della spesa corrente, la politica di rigore e puntuale attenzione alla spesa rimane il nostro faro principale. Questo, sia per garantirci il mantenimento dell’equilibrio di breve periodo senza aumenti della pressione fiscale per i prossimi anni, sia per offrirci la possibilità di proseguire nello sforzo di riequilibrio complessivo dei conti, in un’ottica di medio e di lungo periodo. Molto è stato fatto in questa direzione, soprattutto con la progressiva riduzione dell’indebitamento da mutui, sceso del 25% negli ultimi cinque anni.

24 aprile 2012