Ha dai 35 ai 45 anni ed è mamma di uno o più bambini, è italiana, di cultura medio-alta, diplomata o addirittura laureata, è sposata da almeno 5 anni e non vuole separarsi per non far soffrire i figli, ma tenta disperatamente di “aggiustare” il rapporto sentimentale con il suo uomo.

Questo l’identikit della maggiorparte delle donne residenti in provincia di Alessandria che sono oggetto di violenza domestica da parte degli uomini e che si mettono in contatto con lo “Sportello provinciale di accoglienza e ascolto delle vittime della violenza” allestito ad Alessandria, in via Santa Maria di Castello 14 e gestito dall’Associazione di contrasto alla violenza contro le donne “me.dea”.

Un servizio importante che è stato aperto nel mese di aprile 2009 e finora ha accolto oltre 300 donne, di cui ben 130 nel 2011 con un incremento del 30% nell’ultimo anno.

Richieste di aiuto in costante crescita da parte dello Sportello, che nei primi due mesi del 2012 ha già avuto 30 nuove richieste di aiuto da parte di donne maltrattate dagli uomini e oggetto di continue violenze (anche sessuali) da parte di energumeni che non sanno neppure dove stia di casa la gentilezza e l’amore.

Alcune operatrici dell' associazione "Me.dea" del movimento "Se non ora quando" e del Club "Zonta" che lavorano al progetto

Un servizio gratuito, quello offerto da “Me.dea” che spesso rappresenta l’unica via di uscita per molte donne e che adesso rischia la chiusura perché Regione Piemonte e Provincia di Alessandria, hanno deciso di cancellare i finanziamenti che consentivano alle volontarie di pagare le spese per la sede, il servizio telefonico e l’aiuto che veniva fornito alle donne in difficoltà e a quelle che frequentano il Centro.

Si tratta di 48 mila euro all’anno: un’inezia per enti pubblici che possono contare su bilanci astronomici di centinaia di milioni di euro, ma tant’è: con la scusa della “crisi” si “tagliano” i costi ritenuti superlflui e la presenza di uno sportello provinciale che fornisce aiuto alle donne in difficoltà, è stata ritenuta tale.

Così, la presidente dell’Associazione Sara Sclauzero, ha convocato una conferenza stampa per mettere al corrente l’opinione pubblica sulla situazione in cui si trova l’associazione, che dal primo gennaio scorso, non può più beneficiare dei fondi erogati da Regione e Provincia per il mantenimento dello sportello.

“Prima di arrivare a alle chiusura, però – dice la presidente dell’associazione, Sarah Sclauzero – stiamo mettendo in campo ogni intervento possibile, come ad esempio quello di invitare tutti i contribuenti a donare il 5 per mille alla nostra associazione che dal dicembre scorso è diventata Onlus apponendo una firma nella dichiarazione dei redditi e indicando il codice fiscale (91027260065) oppure fare una donazione detraibile dalla tasse”

 

SEMPRE PIU’ DONNE CHIEDONO AIUTO

L’incontro con i giornalisti è servito soprattutto per fare il punto sull’attività dello sportello provinciale di accoglienza ed ascolto nei primi tre anni di vita: un servizio che sta raccogliendo sempre più adesioni.

Sarah Sclauzero

“Innanzi tutto –ha aggiunto Sarah Sclauzero – lo sportello ha sede in Alessandria ma è rivolto a tutte le donne che abitano sul territorio provinciale, così come il servizio di aiuto telefonico (tel. 0131226289). Noi garantiamo l’anonimato e non ci preoccupiamo neppure di verificare se il nome che ci forniscono sia vero perché il nostro scopo è quello di aiutare e basta. A prescindere. L’ 83% delle donne che hanno usufruito dei nostri servizi sono mamme che vivono una situazione familiare molto difficile e non vogliono separarsi dal marito o dal compagno per amore dei figli, ma cercano in tutti i modi di riappacificarsi. Quando arrivano da noi sono giunte al limite e stanche di violenze e soprusi che vanno avanti da innumerevoli anni. Abbiamo calcolato che in media una donna si rivolge a noi, dopo circa 5-7 anni di violenze. La maggior parte delle donne che subiscono violenze psicologiche, psichiche, verbali fisiche hanno un’età compresa fra i 35 ed i 45 anni. La violenza sessuale c’è sempre, nel senso che spesso la donna accetta il rapporto sessuale con l’uomo che la maltratta, nella speranza che questo possa migliorare la vita familiare. Molte situazioni però sono davvero difficili da gestire.”

Il discorso inevitabilmente si porta sui dati statistici e sulla tipologia delle donne oggetto di soprusi e violenze da parte degli uomini: “Potrà sembrare strano – aggiunge Sarah Sclauzero – ma abbiamo casi di donne con età superiore ai 60 anni e ovviamente ragazze con meno di 25. Il 65% sono diplomate o laureate e il 70% sono italiane.”

L’associazione “Me.dea” che prende il nome dalla famosa Medea della mitologia greca, raccoglie donne che in molti casi non sono le stesse che si recano al pronto soccorso a seguito di maltrattamenti fisici o che esasperate sporgono denuncia presso i carabinieri, ma sono persone apparentemente normali che vorrebbero vivere una vita felice e che invece sono costretta ad un’esistenza da incubo.

“Il grosso problema sono i figli – conclude la presidente dell’associazione – spesso la mamma non sa cosa rispondere o come comportarsi. Spesso le violenze si consumano proprio davanti ai figli e la situazione si fa ancora più complicata quando il figlio accusa la madre, oppure soffre nel vederla piangere. Situazioni molto difficili dalle quali la donna non sa come uscire.”

E’ soprattutto in questi casi che interviene l’associazione, che dispone di 20 volontarie, 6 operatrici per turno e tante donne che assistono altre donne, in una realtà spesso sommersa che la nostra società di tipo prettamente maschile cerca di soffocare, di nascondere, di bollare come “normali” situazioni dove l’uomo è padre-padrone e dispone della moglie a suo uso e consumo, ma che invece di normalità non hanno assolutamente nulla e trasformano l’esistenza di molte donne in una vita d’inferno.

Angelo Bottiroli



 

 Lo sportello provinciale di accoglienza ed ascolto rivolto alle donne si trova ad Alessandria in via Santa maria di castello 14. E’ possibile parlare con un’operatrice il lunedì dalle 10 alle 14, il mercoledì dalle 13 alle 16 e il giovedì dalle 15,30 alle 18,30, oppure telefonare al numero 0131226289, o al numero verde gratuito 19656. Email: me.deacontroviolena@gmail.com .

21 marzo 2012