Lo stratagemma era semplice: compravano auto delle più svariate marche dai produttori senza pagare l’IVA e in questo modo riuscivano a rivenderle a prezzi molto competitivi a concessionarie dislocate in tutta Italia. La situazione andava avanti da oltre  3 anni, con un’evasione fiscale di oltre 50 milioni di euro, ma è stata scoperta grazie ai militari della Guardia di Finanza di Tortona.

A finire nei guai due imprenditori tortonesi, commercianti di automobili, di età compresa fra i 40 ed i 45 anni che gestiscono una concessionaria multimarche nella zona con sede legale a Tortona che sono stati denunciati alla Procura della Repubblica nella loro qualità di soci e amministratori per evasione fiscale.

L’idea escogitata dai due imprenditori che avevano avviato una florida attività ed avevano assunto anche 4 dipendenti, si basava sul fatto che per un commerciante di automobili che acquista le macchine da una casa produttrice ma le vuole vendere in un Paese estero, l’IVA non è dovuta, in quanto viene assolta direttamente nel Paese in cui viene venduta l’automobile.

I due imprenditori tortonesi, al momento dell’acquisto di un’ automobile dalla casa madre, dichiaravano che la stessa era destinata al mercato estero, evitando così di pagare l’IVA all’atto dell’acquisto.

In realtà, come appurato dalle Fiamme Gialle tortonesi, le auto erano vendute a concessionarie sparse in tutta Italia e a qualche privato, ai quali ovviamente i due tortonesi chiedevano il pagamento dell’IVA.

E’ evidente che il “risparmio” del 20% dell’Iva non versata dai due, consentiva loro di vendere auto a prezzi molto competitivi e appetibili, appunto, da altre concessionarie  che in certi casi avevano più convenienza acquistare dai due commercianti tortonesi piuttosto che dalla casa madre.

I due, infatti, rispetto ai prezzi praticati da altri, potevano abbassare il costo fino a tutta l’aliquota del 20% pari appunto all’IVA non pagata. Questo in genere, sempre secondo quanto appurato dalla Guardia di Finanza, avveniva di rado, perché tenevano un margine di guadagno per loro.

Il risparmio del 20% dell’IVA indebitamente non versata, non si traduceva quasi mai in un completo “sconto”sul prezzo di vendita dell’auto ma veniva scorporato: una parte come “sconto” al cliente (privati e concessionarie) e una parte come “guadagno” dei due imprenditori.

I finanzieri hanno calcolato che la ditta riusciva a vendere circa 1.500 automobili, all’anno con una media di circa 5 giorno, sabato compreso.

L’INDAGINE PARTITA DALL’ALTO TENORE DI VITA DEI DUE

L’indagine dei finanzieri tortonesi ha preso il via alcuni mesi fa ed è partita dall’alto tenore di vita dei due soggetti, peraltro ostentato anche attraverso il possesso di auto di grossa cilindrata, shopping sfrenato in boutique di lusso, vacanze costosissime. Insomma una vita di lusso che non è sfuggita ai militari delle Fiamme Gialle che hanno avviato tutti i riscontri e gli accertamenti del caso, anche con la collaborazione di organismi di altri Paesi, grazie ai quali sono emerse tutte le operazioni commerciali effettuate dalla società.

Scoperto che le auto non erano vendute all’estero come dichiarato in sede di acquisto dalle case madri è stato abbastanza facile per i finanzieri intuire che dietro tutto questo c’era un’azione illecita.

E’ venuto così alla luce che Dietro l’apparenza infatti di un’impresa seria, molto attiva sul mercato e con un fatturato di più di 22 milioni di euro, diverse migliaia di autovetture vendute in Italia e all’estero, una sede legale in centro città, a Tortona, e personale dipendente regolarmente assunto, si nascondeva una società dalle scritture contabili falsate e inattendibili.

Le tasse e le imposte non venivano sistematicamente versate, riuscendo in tal modo a essere più competitiva sul mercato e consentendo ai due proprietari di accumulare ricchezze illecite.

La Guardia di Finanza ha quindi ricostruito sia tutti i rapporti finanziari riconducibili all’azienda e ai suoi due soci, sia ogni singola operazione bancaria, risalendo così al reale volume d’affari dell’azienda e ai redditi percepiti dai titolari. Non era infatti soltanto la società a non pagare le imposte, ma anche i soci, che avevano presentato – fino al 2008 – saltuarie dichiarazioni fiscali di poche decine di migliaia di euro, per poi addirittura non presentarle più.

L’attività di verifica fiscale terminata dalla Guardia di Finanza tortonese ha fatto emergere come invece la società avesse nascosto al Fisco oltre 46 milioni di euro ed evaso l’IVA per un ammontare superiore ai 7 milioni e mezzo di euro.

A garanzia del credito erariale, infine, il Gip del Tribunale di Tortona ha disposto nei confronti dei due imprenditori un seuqestro rpeventivo di conti correnti, titoli, quote societarie, assicurazioni, immobili, nonché di una cassetta di sicurezza contenente orologi e gioielli, per un valore di circa 8 milioni di euro.

17 gennaio 2012