I Commercianti tortonesi prendono posizione contro la liberalizzazione degli orari decida dal governo. “Noi non ci stiamo – dicono all’Unione Commercianti – perché “il sempre aperti” ventiquattro ore al giorno e 365 giorni all’anno è una condizione insostenibile. Una scelta che danneggia le piccole imprese che saranno strette nella morsa tra la rinuncia al diritto al riposo e alla vita familiare, da una parte, e la dolorosa rinuncia all’attività dall’altra, con il conseguente impoverimento della pluralità distributiva, che è una delle ricchezze del nostro paese.”

“I livelli di servizio offerti attualmente- dice il vice presidente Orlando de Luca – in termini di orario e di giorni di apertura, sono già oggi paragonabili a quelli europei.” Intanto l’Unione sta organizzando un incontro con tutti i commercianti del tortonese, interessati a collaborare per il rilancio del territorio, per valutare calendari di apertura, iniziative abbinate e investimenti pubblicitari a loro sostegno.

Se dunque l’aumento dei consumi è tutto da verificare, sono invece facilmente prevedibili i maggiori costi che una apertura prolungata e festiva comporta.

Sarebbe infatti semplicistico commenta il vice presidente Orlando De Luca , prendere il ricavo ottenuto fino ad oggi nei festivi e moltiplicarlo per le più numerose aperture ammesse, perché poche domeniche sono appetibili e richiamano l’attenzione dei consumatori, mentre l’apertura di tutte le domeniche fa diventare la festa un giorno come un altro, anche se ha costi maggiori di gestione. Il “sempre aperti” è difficilmente sostenibile anche per le grandi imprese: dovranno fronteggiare, per assicurare una simile tipologia di servizio, costi crescenti, a partire da quello del lavoro dipendente. Il tutto in uno scenario di consumi già in una condizione di recessione. I consumi non ripartiranno certamente per la deregolamentazione degli orari dei negozi.

18 gennaio 2012