Vendere immobili e municipalizzate e aumentare le tasse. Questa la ricetta della Giunta-Berutti per salvare il Comune dal dissesto finanziario. Una ricetta che inevitabilmente significa lasciare in mano ai privati i maggiori servizi e perdere il controllo sui costi e sulle tariffe che devono pagare i cittadini.

La decisione sarà ufficializzata martedì 24 gennaio, quando ci sarà la seduta del consiglio comunale chiesta dalla minoranza sui conti del Comune dove il sindaco Massimo Berutti e la Giunta comunale saranno chiamati a rispondere ufficialmente ad un’interpellanza dell’opposizione che chiede di conoscere quali strategie intenderà adottare il Comune per uscire dalla crisi e salvare il municipio dal dissesto.

Una strategia che il primo cittadino ha già ben chiara ed ha fatto intendere quale sarà. Berutti, infatti, ha preannunciato alienazioni societarie e c’è già un perito che sta valutando il valore delle quote di Asmt (il Comune ne detiene circa il 53%). Asmt ha un socio privato, il Gruppo Iren, che possiede il 44,75% delle quote e che avrebbe il diritto di prelazione ancor prima della pubblicazione del bando. Prima di Asmt però saranno vendute le partecipazioni minoritarie con un risparmio calcolato fra i 50 e i 100 mila euro e in questi giorni sono state inviate le lettere ai vari enti per informarli della dismissione.

E’ il primo passo verso un Comune che ha deciso di privarsi del controllo di tutti i maggiori servizi: rifiuti, acqua, gas, depurazione e molti altri, mentre i servizi cosiddetti “minori” che venivano svolti dall’ ATM come spazzamento neve, gestione parcheggi, manutenzione del verde, scuolabus, riscossione tributi, affissione, manutenzione strade, gestione immobili, servizi extrascolastici e persino il teatro e la scuola di musica, sono già in mano ai privati per diverso tempo.

Scelta giusta o sbagliata? Solo il tempo potrà dirlo, una cosa però è certa, i cittadini non sono stati interpellati in questa decisione presa d’imperio dalla Giunta comunale. Un a decisione che – se non andiamo errati non era nemmeno compresa nel programma elettorale del Popolo della Libertà che faceva solo un vago riferimento al problema ma non diceva espressamente che tutti i maggiori servizi pubblici di cui usufruiscono i tortonesi sarebbero stati gestiti da privati e senza neppure un minino accenno di consultazione popolare, senza neppure un dibattito, un consiglio comunale aperto, un parere delle associazioni o della minoranza.

E’ giusto che un comune si privi definitivamente della possibilità di intervenire sui costi di rifiuti così importanti come sono appunto acqua gas e rifiuti, lasciando tutto in mano ai privati per salvare il Comune dal dissesto finanziario? Ma davvero non c’è altra soluzione?

 Angelo Bottiroli


15 gennaio 2012