La scelta di aumentare l’addizionale regionale IRPEF, operata dalla Giunta Cota il 29 dicembre, rappresenta un ulteriore aggravamento della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni, in particolare le fasce più deboli.

Contrariamente a quanto dichiarato dalla Giunta e in particolare dal Presidente Cota, la Regione Piemonte opera una precisa scelta politica che si abbatte sui redditi più bassi che continuano ad essere gli unici a pagare il prezzo della crisi.

I lavoratori si troveranno, a valle di tutti i provvedimenti operati dalle misure anticrisi dei Governi Berlusconi e Monti, a pagare il prezzo più alto della crisi.

Riteniamo sbagliata la scelta di non operare sull’addizionale IRPEF una vera progressività del peso della tassazione, intervenendo su scaglioni di reddito più elevati.

Le nuove aliquote infatti rendono esplicita questa contraddizione: zero% fino a 15.000 euro lordi (mantenendo cioè la situazione attuale, ovvero una aliquota dello 0.90%), lo 0.3% sui redditi fino a 22.000 euro lordi (aumentando così l’imposta complessiva a 1.5%) e lo 0.5% per i redditi superiori a 22.000 euro lordi (portando l’aliquota a 1.9%) .

Una scelta di progressività e di equità avrebbe permesso di non appesantire ulteriormente i redditi da lavoro dipendente e le pensioni che, nell’attuale formulazione, sono pienamente coinvolti dagli aumenti delle tasse.

I tagli alla sanità, che la CGIL ha più volte denunciato, non possono essere finanziati con l’aumento della tassazione sul lavoro.

Da questo punto di vista ci preoccupa la decisione di prevedere una riduzione del carico IRAP sulle imprese compensandolo con l’aumento dell’addizionale IRPEF.

Questa scelta è politica: diminuisce la pressione fiscale sulle imprese mentre l’aumenta sul lavoro e sulle pensioni.

Giova sottolineare come una discussione compiuta con le parti sociali avrebbe garantito un percorso più trasparente e giusto.

Siamo alle solite, il confronto non è il pane quotidiano di questa Giunta, eppure soluzioni alternative erano e sono possibili.

Peraltro le organizzazioni sindacali hanno richiesto da tempo un tavolo per discutere l’attivazione anche in Piemonte del Patto Anti-evasione.

Dobbiamo pensare che la Regione Piemonte non abbia a cuore una seria lotta all’evasione fiscale?

Ufficio Stampa Cgil


9 gennaio 2012