Sarà il Capo della Stato a giudicare la legittimità del nuovo piano regolatore di Gavi. Le associazioni ambientaliste, infatti, hanno presentato ricorso verso quella che ritengono una vera e propria colata di cemento.

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Progetto Ambiente, insieme ai consiglieri comunali Livio Destro e Manuela Barisone del gruppo “Gavi Futura”, hanno presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato dopo aver rilevato, nel progetto definitivo della variante, possibili violazioni di legge.

“Non è stata effettuata la Valutazione ambientale strategica (Vas) – scrivono i firmatari del ricorso – decisione presa dal Comune nonostante questo studio sia obbligatorio per le varianti che comportano “modifiche all’impianto strutturale del Piano Regolatore Generale vigente…”, come recita la normativa. Per Gavi la Vas non è stata prevista nonostante siano stati pianificati oltre 81 mila metri quadri di superficie residenziale utile lorda di pavimento, compresi gli impattanti interventi di Villa Torlonia, Cheirasca e Monterotondo, e 137 mila metri quadri di nuove aree artigianali e commerciali. A fronte di una volumetria residenziale esistente di 602.484 metri cubi, la nuova volumetria sarà di 245.817 metri cubi.”

A Gavi, inoltre, si costruiranno nuovi borghi, come nelle tre località citate, nonostante il Piano territoriale regionale contrasti questa tendenza.

Dubbi, sempre secondo gli ambientalisti, sul calcolo delle aree per attrezzature e servizi negli insediamenti residenziali, sulla correttezza del calcolo e della “articolazione” della capacità insediativa residenziale teorica e sulla presenza delle cosiddette Zone Speciali; quest’ultime creano disparità di trattamento tra i cittadini che, pur disponendo di aree poste nelle medesime condizioni, si trovano nella impossibilità di costruire.

Le associazioni e i consiglieri rilevano infine la mancata consegna, da parte del Comune, della documentazione della variante.

21 novembre 2011