Con una lettera inviata il 13 ottobre 2005 l’associazione “Amici di Borgo Rovereto” aveva messo in guardia l’Autorità di Bacino, l’AIPO, la Prefettura e la Provincia di Alessandria nonché la Regione Piemonte e il Ministero dell’Ambiente segnalando il pericolo di possibili esondazioni nella zona Chiosso di Alessandria, vicino al quartiere “pista” e dov’è stata costruita “Alessandria 2000” e il centro Commerciale “Panorama” attaccando duramente il Comune di Alessandria per aver autorizzato la costruzione di quella zona residenziale. L’associazione aveva chiesto a tutti questi enti una certificazione anche minima che garantisse la sicurezza nella zona. Certificazione che non è mai arrivata.

“Gli avvenimenti di questi giorni – dice il presidente dell’associazione Sergio Kalcic – e soprattutto quanto si è verificato in zona Chiozzo di Alessandria, nella quale sono ubicati Panorama – Alessandria 2000 – Caserma Vigili del Fuoco, ci porta a denunciare per l’ennesima volta, l’indifferenza e l’immobilismo doloso istituzionale. Nel 2005 abbiamo messo nero su bianco tutte le nostre preoccupazioni. Una denuncia, una preoccupazione, una richiesta di chiarimenti da parte di comunissimi cittadini e di certificazioni per la scellerata deliberazione di “minimizzazione” per i rischi idrogeologici per la nostra città e sobborghi. Ancora a oggi , quelle raccomandate non hanno ricevuto nessuna risposta.”

Ma, ancor più grave, secondo l’Associazione, è che questi avvertimenti non sortirono nessun risultato e neanche tutti i successivi esposti presentati in merito alla Procura della Repubblica di Alessandria, andati tutti archiviati o finiti nel non dover procedere contro gli imputati dell’unico processo avviato con tanta fatica, per gravi errori procedurali da parte del Procuratore della Repubblica nell’impiantare il procedimento.

“Al tempo – aggiunge Kalcic – con un irrisorio titolo in “ingegneria idraulica” fummo tacciati come Cassandre. Oggi qualcuno dovrebbe essere chiamato a rispondere in proprio, sia economicamente, per ogni danno procurato al settore privato/imprese, pagando anche i costi sostenuti dal pubblico per lavori in emergenza e ripristino danni alle relative strutture pubbliche, sia penalmente, per procurato rischio e procurata inondazione dolosa.”

SOLO PER PURO CASO NON MORTI DUE AGENTI E ADESSO?

“Questo nostro pro-memoria – aggiunge la vice presidente Graziella Zaccone Languzzi – non vuole sottolineare che noi l’avevamo detto ma vuole avere lo scopo, oltre a ritornare a denunciare i gravi ritardi e negligenze, di ricordare che nell’ambito di sicurezza e incolumità della cittadinanza, i responsabili pubblici preposti, siano politici che tecnici, non si devono più permettere di operare con leggerezza o per interessi che esulano da quelli pubblici, sottovalutando le tempistiche, le priorità, ritardando negligentemente con cavilli burocratici i lavori preventivi di completamento della messa in sicurezza da rischi idrogeologici per la nostra città e sobborghi.”

Per fortuna l’emergenza si è risolta solo con tanti danni, ma nessun morto. E’ andata bene, soprattutto a due poliziotti che sono stati travolti dal fiume in piena e solo grazie allo prontezza di riflessi si sono salvati per miracolo.

“Ritardi, leggerezza, interessi impropri – conclude Graziella Zaccone Languzzi – oggi non possono più essere tollerati da una cittadinanza oramai allo stremo della sopportazione e tassata giornalmente per emergenze e lavori promessi ma mai realizzati.”

7 novembre 2011