ospedale - IEgregio Direttore,

tra comitati a salvaguardia dell’ospedale che nascono come funghi, e indici di gradimento dei politici che cadono come castagne, eccoci arrivati in autunno. Una stagione che, si teme, possa segnare il declino del nostro nosocomio, il cui destino pare sia (stato?) oramai indirizzato verso il viale del tramonto.

E se l’ospedale è di tutti, i comitati a sua difesa non lo sono: c’è quello dei comuni cittadini e c’è quello dei politici mascherati da cittadini. E tra i due, a quanto pare, nemmeno corre buon sangue, con i secondi che sbeffeggiano i primi, dicendo loro che “senza appoggi politici non si va da nessuna parte”.

Come se la condizione attuale, in cui la politica ha relegato il nostro Ospedale, fosse un vanto. Va bèh, facciamo finta di niente! Anzi no, parliamo proprio dei politici.

Lei ha memoria di quella pubblicità, in cui un austero professore entrava in classe, e, trovando un preservativo a terra, chiedeva con tono severo e perentorio “Di chi è questo”? Con il ragazzotto occhialuto della prima fila che si alzava, e con aria smarrita rivendicava la proprietà del peccaminoso oggetto? E poi, la solidarietà dei compagni di classe, con tutti che si alzavano dicendo “E’ mio!” ?

Ecco, l’impressione che ho avuto in questi ultimi giorni, è che stia succedendo qualcosa di simile. Qui però non si tratta di solidarietà, bensì di voler rivendicare la paternità intellettuale del comitato. Uno dei due, per intenderci, e precisamente quello a connotazione politica; da quanto mi viene riferito, pare sia addirittura definito “appetibile” da chi (per “non statuto”) dovrebbe essere allergico alla politica. Insomma, nel Comitato (politico) ognuno cerca di ritagliarsi, sgomitando, un proprio spazio. Anche coloro che, in campagna elettorale, gridavano scandalizzati dei possibili inciuci tra destra e sinistra.

Sull’altro fronte, viene da chiedersi come mai, chi aveva sostenuto Bardone in campagna elettorale facendo parte del suo staff, adoperandosi nei vari incontri con i cittadini, candidandosi a consigliere in una lista a lui collegata….. ora ne prenda le distanze, creando un comitato a sé.

Viene da chiedersi come mai questo comitato di cittadini comuni non voglia immischiarsi con quell’altro, ad orientamento politico. Forse la risposta, qualcuno l’ha, involontariamente, già data?

 

Duemila disegni per salvare l’Ospedale



 Il comitato “dei cittadini” dice: dopo aver perso il punto nascite, cerchiamo di salvarci almeno la pediatria. Mamme e papà, possono firmare, certo, però bisogna andare ai punti di raccolta firme, spesso le persone lavorano e non possono (Come, come? Tutti a lamentarsi che non c’è lavoro, ma quando si tratta di mobilitarsi, invece, tutti lavorano e non si può perdere dieci minuti di tempo per una firma. Mistero!).

Allora cosa facciamo? Portiamo i bambini in ospedale facendoli uscire dalle scuole? Così perdono una mattina di scuola, fanno un tema in classe dopo l’uscita, e tutto finisce lì? L’uscita, però, la possono fare solo quelli più grandi. E la pediatria interessa anche i più piccoli. Che fare allora?

Io direi: rispondiamo alla Regione con i suoi stessi argomenti. Loro hanno un disegno per chiudere l’Ospedale di Tortona? E Tortona, quanti disegni può fare, e mandare alla Regione, subissandola, per salvare il proprio Ospedale?

Contando gli alunni dalla materna alle medie (quelli in età pediatrica, per intenderci) solo nelle scuole cittadine i bambini sono più di duemila. Aggiungendo tutti quelli dei comprensivi vicini (Viguzzolo, ad esempio) sarebbero ancora di più. Se ognuno di loro realizzasse un disegno per salvare l’ospedale, e li inviassimo in Regione, il palazzo ne sarebbe subissato. Migliaia e migliaia di disegni di bambini, che vogliono salvare il “loro” ospedale.

Maestre, insegnanti di ogni ordine e grado, lo vogliamo fare? Affianchiamo alle raccolte firme dei “grandi” queste azioni, queste lezioni di educazione civica “pratica”, per i piccoli, così da insegnare loro come esercitare il dissenso in una democrazia, come diventare cittadini consapevoli non solo con le parole, bensì con i fatti e con le azioni. Adottiamo, tutti insieme, una possibile via propositiva, per coinvolgere i bambini nella tutela del “nostro” Ospedale, per tentare il tutto per tutto affinchè continui ad essere anche il “loro”?

 La Tortonese Indignata

 2 novembre 2014

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