Un momento speciale, cordiale e affettuoso, quello che gli amministratori del Comune hanno organizzato nel tardo pomeriggio di giovedì 7 luglio presso la Sala polifunzionale, per accogliere e salutare le famiglie ucraine che gli eventi bellici in corso hanno costretto ad abbandonare la loro patria. Un gruppo di una trentina di persone, costituito soprattutto da mamme e da bambini, collocate in appartamenti messi generosamente a disposizione da alcuni Pontecuronesi e coordinate dalle cooperative L’alternativa e Villa Ticinum, nell’ambito del progetto “Braccia e cuore”. Il sindaco D’Amico, così come gli altri amministratori intervenuti, hanno sottolineato l’antica tradizione di accoglienza che Pontecurone vanta, testimoniata durante molti eventi storici e di cui resta traccia non solo nella memoria dei vivi, ma anche nei documenti d’archivio.

Alle famiglie dei profughi l’amministrazione ha garantito attenzione e sostegno, certa anche della collaborazione delle associazioni del paese. Rino Feltri, assessore al bilancio, ha richiamato le tre spedizioni effettuate da un gruppo di volontari del paese, col supporto della Congregazione orionina, per portare al sicuro in strutture ospedaliere attrezzate in Italia tanti bambini malati (in maggior parte oncologici) con le loro mamme, in tutto 130. Ha quindi invitato i presenti a partecipare all’imminente festa del Santo Patrono (16-17 luglio).


L’incontro si è concluso con la consegna al Sindaco della bandiera ucraina da parte di una bimba della piccola comunità, ormai entrata a far parte della più grande comunità pontecuronese, e con una merenda per tutti.

Tutti gli interventi sono stati tradotti in lingua ucraina dalle giovani Olga ed Anna. I bambini presenti, alcuni dei quali hanno già frequentato la scuola, sono stati iscritti dal Comune al centro estivo.