Molti lettori ricorderanno l’intricata vicenda riguardante Federica Mangiapelo, “la ragazza del lago” uccisa a Bracciano nel 2012.

La vicenda ebbe un forte risalto nella cronaca nazionale: dopo una richiesta di archiviazione come “morte per cause naturali”, solo la ferma determinazione della famiglia nel voler andare a fondo in cerca della verità portò alla scoperta che la morte non era avvenuta per miocardite come appurato da un primo esame, ma si trattava di un delitto.

Federica era stata tenuta con la testa sotto l’acqua gelida da qualcuno, fino a morire Un femminicidio per il quale, al termine dei tre gradi di giudizio, sarebbe stato riconosciuto colpevole colui che a quel tempo era il fidanzato di Federica, Marco Di Muro.

Quella di Federica è la storia di una giovane donna, uccisa, come molte altre, per mano dell’uomo che amava.

Massimo Mangiapelo

Pochi, invece, sanno che da poco si è trasferito nel Tortonese Massimo Mangiapelo, lo zio di Federica. Giornalista professionista di ventennale esperienza in prestigiose redazioni tra cui “Il Tempo”, è rimasto conquistato dalla bellezza del nostro territorio, eleggendo a “buen retiro” una residenza in collina appena fuori Tortona per proseguire nella sua attività di scrittore e divulgatore.

Nonostante l’estrazione giornalistica, oggi Massimo Mangiapelo prende le distanze dal mondo dei mass media: la vicenda di Federica ha fatto emergere dei dubbi sulla serietà di una certa parte di questo mondo, sempre pronto a buttarsi voracemente alla ricerca dello scoop su vicende che sono intimamente devastanti per i diretti interessati.

Da qui la scelta di allontanarsi dal giornalismo per diventare scrittore e divulgatore,   sensibilizzando il più possibile sul tema del femminicidio e della violenza di qualsiasi forma sulle donne, tanto fisica quanto psicologica, spendendosi in prima persona attraverso incontri pubblici, dibattiti, conferenze.

La terribile vicenda della nipote è stata minuziosamente ricostruita nel romanzo autobiografico “Federica, la ragazza del lago” in cui l’autore riporta fedelmente la cronaca di quei giorni drammatici e lo stremo di una famiglia segnata dalla perdita di una figlia ancora adolescente.

Luigi Mangiapelo, papà di Federica e fratello di Massimo, è un uomo soffocato dal dolore che trova la forza per reagire grazie a Stefano, il figlio minore ai tempi solo undicenne; il libro è specchio fedele della tenacia di una famiglia che si batte per la riapertura del caso con l’aiuto di avvocati e perizie, fino a giungere alla conclusione, grazie alle prove acquisite agli atti dal Tribunale di Civitavecchia, che il fidanzato ha ricoperto un ruolo attivo nella morte di Federica.

Il libro “Federica, la ragazza del lago” è strutturato in due parti ben distinte: quella più intima, con le sensazioni, i ricordi personali uniti a quelli degli amici di Federica, poi le fasi della vicenda giudiziaria, le indagini, i riscontri, le evidenze, riportate fedelmente.

Giunti alla sentenza della Cassazione, ora ciò che interessa maggiormente a Massimo Mangiapelo è la divulgazione del lato umano di questa vicenda, quello che le cronache non hanno riferito, il dover continuare a vivere nonostante tutto, dopo essere stati totalmente annientati da un’esperienza tanto drammatica, con una scia di dolore che resta impressa a fuoco, nel ricordo di una nipote (e di una figlia nel caso dei genitori) che nessuno potrà mai ridarti.

Non esiste alcuna sete di vendetta nella famiglia Mangiapelo, quanto il desiderio di condividere almeno in parte il calore di un affetto perduto per sempre attraverso la diffusione della sua storia.

Proprio alla memoria di Federica, Massimo Mangiapelo sta dedicando una intensa attività divulgativa, attraverso incontri nelle scuole per raccontare ai ragazzi questa esperienza e conferenze sul tema della violenza nei confronti delle donne che sono seguiti con grande attenzione e partecipazione non solo per il clamore mediatico del caso riguardante “la ragazza del lago”, quanto per l’immensa compostezza e dignità del dolore che Massimo Mangiapelo sa trasmettere alla platea.

Annamaria Agosti



Nella foto in alto l’incontro tra Massimo Mangiapelo, Gianni Bordoni e Annamaria Agosti autrice dell’articolo e nostra preziosa collaboratrice.