I Carabinieri della Stazione di Valenza hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione per arresto provvisorio emesso dalle Autorità Ucraine ai fini estradizionali nei confronti di Maksym Nelin, cittadino ucraino di 35 anni, con precedenti di polizia a carico. Alla Stazione di Valenza, per il tramite della Direzione Centrale di Polizia Criminale del Ministero dell’Interno italiano, giungeva dall’Ufficio Interpol ucraino una segnalazione di ricerca dell’uomo perché colpito da un ordine di carcerazione emesso dal suo paese di origine per il reato di truffa, punito con la reclusione fino a 12 anni. Infatti il 35enne, trovandosi a Milano quale dipendente del consolato ucraino, nel 2010 conobbe un uomo ucraino colpito da leucemia, il quale era in cura in un ospedale di Milano. Tutta la spesa per le cure era a carico del servizio sanitario nazionale italiano e questa persona non pagò niente. Però, per ottenere per tale trattamento un rimborso anche dal ministero della sanità ucraino, i genitori dell’uomo in cura in Italia presentarono in patria una richiesta di stanziamento al loro ministero. Per appropriarsi di tali fondi statali, il Nelin consegno all’uomo in cura in Italia un documento falso apparentemente emesso dalla clinica che lo aveva in cura, inviato poi al ministero della sanità ucraino, il quale era stato creato ad arte perché necessario per la decisione positiva nell’assegnazione dei fondi da parte dello stato ucraino. Con la falsificazione di questo documento, il Nelin riuscì ad appropriarsi di fondi statali per un importo di 233.00 euro. A seguito di tale provvedimento di cattura, il Ministero degli Interni italiano attivava i controlli individuandolo nella zona di Valenza, dove in effetti risulta essere titolare di un banco oro nella zona Coinor. Però l’uomo non veniva rintracciato a Valenza dai militari del posto, i quali chiedevano il supporto dei militari della Compagnia di Alessandria perché questi ultimi avevano avuto modo di denunciare l’uomo nel luglio 2016 per un fatto grave avvenuto nel centro del capoluogo e avevano, quindi, notizie più precise dell’uomo. Infatti, i militari di Alessandria, che già conoscevano l’indirizzo di residenza, si recavano immediatamente presso la sua abitazione unitamente ai militari di Valenza, trovandolo e accompagnandolo in caserma dove, previa notifica del documento, veniva arrestato e accompagnato al carcere Cantiello e Gaeta, a disposizione del Presidente della Corte di Appello di Torino, dove si trova in attesa della richiesta di estradizione da parte delle autorità ucraine.