“Nella serata di ieri, mercoledì 8 ottobre 2025, intorno alle ore 22:30, presso la Casa Circondariale di Alessandria, un Agente in servizio di controllo ha notato un movimento sospetto. Grazie alla sua capacità di osservazione e al senso del dovere, l’addetto è riuscito a individuare immediatamente un detenuto in possesso di un oggetto non consentito”. Riporta la notizia Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Immediatamente allertata la Sorveglianza, il personale ha proceduto a una perquisizione che ha portato al ritrovamento di un microtelefono cellulare completo di SIM e caricabatteria, la cui detenzione in ambiente carcerario costituisce un reato. Il detenuto in questione, un giovane cittadino egiziano di appena 22 anni noto per essersi reso autore in libertà di molteplici rapine aggravate, è stato immediatamente deferito all’Autorità Giudiziaria”. Il sindacalista ha parole di apprezzamento e stima per i colleghi di Alessandria: “Ancora una volta, la professionalità e l’acume del personale di Polizia Penitenziaria si dimostrano l’unico vero baluardo per la sicurezza interna degli Istituti. Rivolgiamo il nostro plauso e la nostra più sincera gratitudine all’Agente e a tutto il personale intervenuto. Questo episodio sottolinea ancora una volta, in maniera drammatica, che l’intero sistema detentivo italiano è retto unicamente dalla buona volontà, dall’abnegazione e dallo straordinario senso del dovere della Polizia Penitenziaria”.

“Siamo costretti a operare quotidianamente in un contesto di carenza cronica di strumenti, mezzi, formazione e aggiornamento alla modernità, in totale contrasto con le sfide attuali. Solo l’impegno costante delle donne e degli uomini del Corpo riesce a sventare reati e mantenere l’ordine, sopperendo alle gravi e colpevoli lacune strutturali dello Stato. Chiediamo con forza interventi immediati e concreti a sostegno del nostro lavoro”, conclude Santilli.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, torna a denunciare: “Nel solo triennio 2022/2024 sono stati sequestrati dalla Polizia Penitenziaria, nelle carceri italiane, circa 5.000 telefonini (4.931, per la precisione). Per questo, il SAPPE torna a sollecitare un intervento immediato da parte del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria di Torino presso i competenti uffici del Ministero della Giustizia affinché vengano adottate misure straordinarie per garantire la sicurezza delle carceri italiane, sensibilizzandoli con la richiesta di schermare le carceri e di dotare tutti i Reparti del Corpo di Polizia Penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi i sorvoli sulle strutture. Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”, conclude Capece.