Prevenzione e attento monitoraggio da parte del personale infermieristico per riconoscere in maniera tempestiva eventuali eventi avversi gravi nei pazienti sottoposti a terapia con CAR-T. È questa la base dello studio denominato Tox-Cart, attivato all’interno della struttura a direzione universitaria di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, diretta da Marco Ladetto.

Le CAR-T – Chimeric Antigen Receptor T-cell therapies, cioè le “Terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico per antigene”, sono cure innovative che utilizzano alcune cellule immunitarie del paziente (linfociti T), geneticamente modificate per riconoscere e combattere alcuni tipi di malattie onco-ematologiche.


Le terapie con CAR-T attualmente autorizzate in Italia riguardano il trattamento di alcuni linfomi e leucemie e si rivolgono a pazienti in fase avanzata di malattia, per le quali le precedenti terapie standard non si sono dimostrate efficaci. La letteratura indica che le CART hanno permesso di ottenere la remissione completa dalla malattia per circa l’80% dei casi di leucemia linfoblastica acuta e per il 40% dei pazienti con Linfoma Non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B.

L’immunoterapia e le CAR-T hanno quindi mostrato risultati promettenti nel trattamento di alcune neoplasie maligne, ma possono essere associate a tossicità diverse e non completamente comprese che possono essere fatali se non identificate precocemente e trattate in modo appropriato.

Per questo motivo, sotto la guida dell’Unità di Ricerca per le Professioni Sanitarie del DAIRI, diretto da Antonio Maconi, il personale infermieristico della struttura di Ematologia, coordinato da Michela Lazzarini, ha avviato lo studio osservazionale Tox-Cart rivolto ai pazienti sottoposti a terapia con CAR-T durante la degenza.

Particolare rilevanza è ricoperta dal monitoraggio degli esiti segnalati dal paziente (denominati PRO), molto importanti in questo momento perché il loro utilizzo è ancora in fase sperimentale, nonostante ci sia un crescente interesse clinico e di ricerca nel loro utilizzo durante e dopo la terapia con cellule CAR-T.

Un attento monitoraggio dei PRO durante la terapia e l’acquisizione di dati sulla tossicità acuta, infatti, consentirebbero interventi precoci per ridurre al minimo il carico dei sintomi e forse prevenire lo sviluppo o la progressione a gradi di tossicità  più elevati.

I risultati attesi, quindi, si riferiscono alla promozione di una scienza che dia sempre più concretezza alla prospettiva del paziente, portando le esperienze delle persone nella ricerca scientifica e nello sviluppo dei sistemi sanitari attraverso il patient engagement.