«Alex è stato capace di promuovere i fondamentali valori educativi dello sport, troppo spesso disattesi nel mondo confuso e discutibile del calcio moderno».

Torino. Juventus-Atalanta. 13 maggio 2012. Va in scena l’ultimo atto di Alessandro Del Piero in bianconero. Dopo diciannove anni di onorata militanza, il capitano lascia la Juventus. Gioca, segna e saluta, con un giro d’onore unico nel suo genere. Da qui è possibile riavvolgere il nastro della vicenda umana e calcistica di Pinturicchio, passandone in rassegna gli snodi cruciali. Un viaggio tra luci e ombre, trionfi e sconfitte, umilianti panchine e pesanti errori riscattati da reti decisive e prestazioni monumentali. Campione esemplare, capitano fedele, calciatore forte e fragile insieme, Del Piero ha tramutato i gol in primati, i numeri in record, ma soprattutto ha saputo stringere un legame speciale con i tifosi. Merito che vale più della vincita di coppe e campionati, che procede oltre la conquista di trofei e titoli.


Poche righe per omaggiare il Campione dei campioni, in un libro scritto da Alberto Galimberti (1989), nato a Como, Giornalista, docente e collaboratore dell’Università Cattolica di Milano. Dal 2008, scrive per «La Provincia» – nelle edizioni di Como, Sondrio e Lecco – sulle pagine culturali e la sezione “Commenti”. Dal 2012, firma articoli e rubriche per la rivista nazionale dell’Azione cattolica, «Segno nel Mondo». Ha all’attivo due pubblicazioni.

Il libro è disponibile su tutte le piattaforme internet e nelle librerie su prenotazione.