Il 21 ottobre 2022, grazie all’iniziativa del FAI, gli studenti degli Istituti Superiori di Tortona “G. Marconi” e “G. Peano”, divisi in turni, hanno partecipato alle visite guidate della chiesa del castello di Sarezzano e alla presentazione della conclusione del progetto di studio sul Codex Purpureus Sarzanensis. La Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona ha offerto il trasporto in autobus a tutti i gruppi nei vari orari pianificati, permettendo l’agile riuscita dell’iniziativa.

I ragazzi frequentanti l’ultimo anno dell’indirizzo di Chimica e Materiali delle Biotecnologie del “Marconi”, nella sede della SOMS, hanno commentato lo studio sulla preziosa pergamena esponendo nei minimi dettagli il percorso da loro svolto in questi ultimi due anni, dedicato alla “chimica del colore” e alle sue applicazioni in campo tintorio e artistico. Mentre gli alunni del “Peano” hanno illustrato l’aspetto storico-culturale della Pieve di Sarezzano. Questa sorge su un’altura che si affaccia sulla Val Grue e sulla Val Curone, precedentemente fortificata dal castello; un tempo era dimora dei monaci eremiti anacoreti Ruffino e Venanzio, il loro compito era l’evangelizzazione della comunità. Furono ritrovate, all’interno della cripta sotterranea della chiesa, quaranta tombe, comprese quelle dei due religiosi. Nel 1585 d.C., accanto alle spoglie dei Santi Ruffino e Venanzio, è stato rinvenuto uno scrigno contenente l’antico manoscritto “Codex Purpureus”.


Maria Oltean e Lucrezia Teti della 3AR del Marconi ricordano: “i due personaggi, secondo la leggenda, hanno portato con loro il Codex dalla Diocesi di Pavia; settantadue pagine contenenti l’ultima parte del Vangelo di Luca e i primi tredici capitoli del Vangelo di Giovanni che sono arrivati fino a Sarezzano e ora sono conservati al Museo Diocesano di Tortona. Nella parrocchiale di Sarezzano rimangono il contenitore in legno in cui era stato ritrovato il Codice e una pagina di quest’ultimo. Essa ci permette di notare le caratteristiche dell’intero documento: il testo è scritto su pelle di pecora immersa in una tinta color porpora, simbolo di ricchezza e potenza; con caratteri onciali in argento e miniature curate nei minimi dettagli”.

Le analisi chimiche non invasive con la tecnica FORS, operate dai nostri compagni di quinta, hanno permesso loro di ricostruire la tavolozza dei colori naturali utilizzati all’epoca e di riprodurre con le stesse tecniche un codice purpureo: il Codex Marconianus, dedicato al nostro istituto.

Intervistate a tal proposito Erika Carpita e Letizia Magistretti di 5AA ci hanno raccontato come si sono viste nelle vesti di divulgatrici scientifiche, queste sono state le loro parole: “Le Giornate FAI per le scuole costituiscono una bella occasione per presentare un progetto di lavoro e ricerca relativo al PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) iniziato circa due anni fa, in collaborazione con l’UPO (Università del Piemonte Orientale) sulla chimica del colore e le sue applicazioni in campo tintorio ed artistico. Abbiamo avuto la possibilità di illustrarlo ad altri studenti proprio nella sede dove il prezioso manoscritto è stato rinvenuto e custodito per tanto tempo. Durante la presentazione di questo progetto ai ragazzi delle classi terze e quarte del nostro istituto ci siamo viste nei panni delle nostre insegnanti quando spiegano, poiché ci siamo impegnate al massimo nel far apprendere i concetti portanti del nostro lavoro, è stata un’emozione mai provata prima.

Abbiamo iniziato questo percorso con l’estrazione di coloranti da matrici naturali, concentrando la nostra attenzione sul gualdo, un colorante naturale utilizzato per tingere i tessuti di blu e prodotto in particolare nella zona di Castelnuovo Scrivia. Esso veniva inoltre chiamato “oro blu” poiché il suo commercio garantiva al feudo castelnovese di quel tempo, allora sotto il dominio degli Sforza, sostanziosi introiti.

Dall’indigotina, principio colorante del gualdo, ci siamo successivamente collegati alla porpora di Tiro, un altro colorante naturale preziosissimo, estratto dal mollusco Murex. Grazie a questo studio il nostro lavoro è potuto proseguire e ci siamo potuti occupare delle tecniche di tintura e scrittura su pergamena, analizzando innanzitutto pigmenti colorati utilizzati nei codici miniati e negli antifonari custoditi nell’archivio del Museo Diocesano di Tortona.

La pergamena è una membrana ricavata dalla pelle di alcuni animali utilizzata negli antifonari e nei codici miniati e prende nome dalla città di Pergamo, nell’Asia minore, dove è stata introdotta attorno al II secolo a.C. in sostituzione del papiro. Il nostro lavoro di ricerca ci ha portato così a preparare un nostro Codice che abbiamo chiamato Codex Marconianus utilizzando appunto la pergamena purpurea.

Quest’attività è stata resa possibile grazie alla collaborazione con le nostre prof.sse di chimica Paola Piccinini e Nadia Semino, il prof. Maurizio Aceto dell’UPO di Alessandria, le dott.sse Silvia Malaspina e Lelia Rozzo, che ci hanno permesso di accedere al Museo Diocesano e di poter svolgere analisi spettroscopiche sul Codex Purpureus Sarzanensis e sulle miniature degli antifonari”.

Tornando a noi, per quanto breve la visita di istruzione ha davvero suscitato entusiasmo tra gli studenti partecipanti. Per alcune classi, come la nostra, era la prima uscita dopo due anni di pandemia! Inoltre, è stimolante vedere come la storia che studiamo in aula, l’arte e la chimica si sposino, rendendo più interessanti e accessibili ai giovani i tanti monumenti storici che sono presenti nel nostro territorio.

Vogliamo ringraziare il FAI che ha coinvolto gli studenti dei due istituti in un progetto avvincente soprattutto per le modalità con cui è stato proposto, la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che ha offerto il trasporto in autobus, il Museo Diocesano di Tortona che ha seguito lo svolgersi del lavoro di analisi sul manoscritto dei ciceroni FAI del Marconi, la SOMS e tutta la comunità di Sarezzano per averci ospitato, infine un ringraziamento a tutti i nostri docenti per averci offerto questa opportunità.

A cura di Ginevra Daffunchio e Kim Gatti, 3AA Chimica dei Materiali e Biotecnologie Itis Marconi