A conclusione delle indagini avviate lo scorso mese di aprile, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Acqui Terme hanno dato esecuzione all’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 persone, un 25enne di nazionalità marocchina e due italiani di 32 e 19, ritenuti i presunti autori, unitamente ad una quarta persona denunciata a piede libero, dei reati di rapina e lesioni ai danni di un 56enne dell’acquese. La vicenda risale alla notte  del 13 aprile scorso, quando i quattro, divelta la serratura della porta d’ingresso, hanno fatto irruzione nell’abitazione del 56enne. La vittima è stata ripetutamente percossa e minacciata dai suoi aguzzini, che hanno rovistato ovunque, danneggiando mobili e suppellettili, alla ricerca di soldi, oro e gioielli, che avrebbero dovuto saldare un debito precedentemente contratto dall’uomo. Nella circostanza, i quattro avevano strappato dal collo della vittima una catenina d’oro, impossessandosi altresì di 300 euro che aveva nel portafoglio e del cellulare, anche al fine di impedirgli di dare l’allarme, dileguandosi poi a bordo di un auto.

Richiamati dal trambusto, alcuni vicini erano però riusciti ad annotarne la targa e a dare l’allarme al “112”. I carabinieri di Acqui, tempestivamente intervenuti, grazie anche alle indicazioni ricevute, riuscivano immediatamente ad indirizzare le ricerche in un’area al confine con la Provincia di Genova e, la notte stessa, a rintracciare, in territorio ligure, l’autovettura utilizzata per la fuga, nelle cui vicinanze venivano notati i tre soggetti di cui alla cennata misura cautelare. Vano, a quel punto, l’ennesimo tentativo di  far perdere le proprie tracce dandosi alla fuga a piedi. In breve raggiunti, i tre, grazie agli indizi raccolti nell’immediatezza, venivano sottoposti a fermo e successivamente condotti nel carcere di Marassi, a Genova. Nei giorni seguenti, i Carabinieri di Acqui Terme riuscivano ad identificare e a rintracciare anche il quarto partecipante alla spedizione punitiva, un 34enne, anch’egli di nazionalità marocchina, che, sottoposto a perquisizione, veniva trovato in possesso della catenina d’oro della vittima. Gli ulteriori approfondimenti investigativi consentivano ai militari di delineare un corposo quadro indiziario a carico di coloro che, fatta salva la doverosa presunzione d’innocenza, venivano ritenuti gli autori dei reati contestati, determinando così, da parte della competente Autorità Giudiziaria Alessandrina, l’emissione della misura cautelare custodiale, immediatamente notificata agli interessati, tuttora in carcere.