Troppi rifiuti abbandonati a Tortona: sui cestini dei rifiuti in mezzo ai cassonetti e pure in mezzo alla strada. E’ sufficiente passeggiare le le vien della città o in periferia per rendersene conto. Una situazione di indecenza oltre che di maleducazione e ignoranza.

Di ignoranza perché la raccolta dei rifiuti abbandonati ricade su tutta la città e sulla tariffa oltre al problema igienico perché abbandonare rifiuti in giro non aiuta e richiama topi e insetti. Gestione Ambiente sta facendo il possibile per ripulire pe per educare i cittadini ma è sufficiente? E’ quello che si chiede un lettore di del quale pubblichiamo un’articolata riflessione.


La sua lettera ci fornisce lo spunto per trattare il problema che da mesi si registra a Tortona.

Nel novese le multe, incassate dai Comuni piovono a go go ma a Tortona e nel Tortonese le telecamere forse sono troppo poche per avere effetti deterrenti. Forse i Tortonesi sono troppo stolti per imparare la corretta gestione?

O forse, come dice il nostro lettore, ci sono altri problemi?

Vi lasciamo alla lettura della sua lettera.

Egregio Direttore,

Ho avuto modo di leggere, in questi ultimi giorni, articoli su giornali locali e post sui social nei quali veniva denunciato l’abbandono di rifiuti nei luoghi pubblici. Discariche a cielo aperto che hanno sporcato e danneggiato l’immagine di alcuni nostri luoghi o angoli caratteristici cittadini.

Immagini che non voglio commentare in quanto si commentano già da sole. Gli sporcaccioni sono ovunque. Tutto il mondo è paese.

Voglio però cogliere questi fatti per potere fare una piccola riflessione, fermo restando che condanno fermamente questi atti incivili.

L’introduzione della raccolta differenziata ha un po’ scombussolato tutti noi. Oltre al fatto che dobbiamo tenere l’immondizia in casa per qualche giorno (non tutti abitano in ville con giardino o in case talmente grandi da potere avere uno spazio dedicato per essa fra le mura domestiche), dobbiamo fare attenzione a dove buttiamo i rifiuti. Se sbagliamo cestino, paghiamo di tasca con sanzioni non da poco.

Gestione Ambiente ci è venuta in aiuto con un “manualetto” dove, in ordine alfabetico, ha classificato tutti gli scarti e ha indicato, per ciascuno di essi, il bidone in cui riporlo. Un manualetto di ben 30 pagine, scritto con caratteri piccoli (non facilmente leggibili per le persone anziane).

Ciascuno di noi, poveri utenti, deve quindi consultare un manuale per buttare correttamente la rumenta ed evitare così sanzioni. Quando butto l’immondizia ho la netta sensazione di essere al lavoro quando devo consultare i manuali operativi di compagnia per eseguire la procedura corretta. Ma almeno in compagnia aerea mi pagano per questo, qui invece devo pure pagare il servizio, attraverso le appropriate imposte. Mi sembra di essere il ragionier Fantozzi quando dava la sua pensione alla Megaditta per lavorare.

Questo mi riporta in mente i miei ricordi infantili quando, a seguito di disposizioni europee, il Governo Italiano (mi sembra che a quel tempo, vi era come Premier, Giuliano Amato) ha iniziato a privatizzare le aziende di Stato, che funzionavano e con costi accessibili a tutte le classi di cittadini italiani. Abbiamo potuto vederlo con Alitalia, con le Ferrovie dello Stato, con la SIP e con altre aziende locali, regionali e statali. Risultato: sono aumentati i prezzi, si sono divisi il mercato con altre aziende venute da fuori, sono aumentati i disservizi, complicando la vita a tutti. Questo perché? Perché è legge economica che l’imprenditore vuole fare profitto e/o fare guadagnare gli azionisti, quindi: “minima spesa e massima resa”. E questo ricade, inevitabilmente, suoi consumatori che, quando si parla di servizi pubblici, sono i cittadini.

Ecco cosa è accaduto, secondo il mio modesto avviso, con la raccolta differenziata. Facciamo tutto noi a casa e paghiamo pure per farlo.

Quindi, concludendo, se questi sporcaccioni fossero persone (di qualunque età) che, stremate da questo sistema, abbiano fatto un gesto di protesta, del tutto esecrabile?

Pier Paolo Liuzzo

In aggiunta all’analisi di Liuzzo va precisato che se per la privatizzazione di aziende pubbliche il ragionamento del lucro non fa una piega, per la gestione dei rifiuti la normativa è leggermente diversa nel senso che il servizio deve autofinanziarsi, per cui oltre al fatto che a pagare sono sempre gli utenti e in teoria non dovrebbero esserci né perdita né guadagno ma gli introiti dovrebbero essere sempre in pareggio. Poi è ovvio che in base alle decisioni prese i costi possono aumentare in maniera spropositata, ma questo è un altro discorso.