Nasce a da Placida Besozzi e dal marchese Carlantonio Mercurino, patrizio di Vercelli, nonché capitano dell’esercito imperiale

Quartogenito di famiglia nobile


L’anno di nascita non è preciso, è nato a Vigevano, giovanissimo entra nell’Istituto dei Chierici Regolari di San Paolo, meglio conosciuto dei barnabiti. Viaggerà parecchio, è a Milano per i corsi quaresimali, accolto in importanti città come: UdineVeneziaGenovaBolognaFirenze, per essere ospitato Sull’isola di Malta.

I confratelli, al ritorno, lo elevano a Padre Provinciale dell’Istituto, per essere Consacrato Vescovo di Alessandria da Papa Clemente XI, l’urbinate Gian Francesco Albani, in seguito al decesso di Filippo Maria Resta, Canonico Lateranense; prenderà possesso della Cattedra di San Baudolino, alcuni mesi dopo.

La sua missione è molto impegnativa, appena insediato ha vissuto momenti delicati come l’assedio alla città delle truppe austro piemontesi, dopo la battaglia di Torino, assistendo alla consegna simbolica delle chiavi ai Savoia, da parte del governatore spagnolo, il conte Francesco Colmerero.      

Le visite pastorali sia in Diocesi come fuori sono numerose, è ricordato per le sue dotte omelie d’eloquente oratore.

La Chiesa, nel ruolo d’Informazione, è costantemente nei suoi pensieri, per cui   indice l’undicesimo Sinodo Diocesano, un’occasione per donare ai fedeli il testo riassuntivo dei lavori, nel contempo ha curato la pubblicazione delle dei dieci atti sinodali, indetti dai suoi predecessori, mai dati alle stampe.

La formazione dei giovani sacerdoti è, forse, il punto essenziale del suo episcopato,

ha curato il Seminario provvedendo al restauro, all’abbellimento, dotandolo con tutte le comodità d’allora.

Convinto dell’importanza d’un luogo accogliente fel la formazione di giovani sacerdoti, ha curato l’edificazione di nuovi stabili per gli alunni, riservando un paio di camere ad uso personale, nonché dei suoi successori, per il tempo degli esercizi spirituali,  con l’istituzione della cattedra di teologia nella nostra città.

Il suo percorso episcopale s’è contraddistinto nell’aiuto delle persone meno abbienti, ha avuto non solo parole, soprattutto sostegni, rivolti a persone, nuclei familiari della Diocesi colpite dalle calamità naturali.

Il suo sogno è stato quello di porre fine alle controversie fra i Canonici, non riuscendovi s’ammala, per decedere a Torino il 14 ottobre 1743.

Il suo corpo ha riposato nella Cattedrale della nostra città, ovvero il Duomo Antico!/

Ti guardo s’una litografia,/ dal 1803 sei sparito,/ per un’autorevole angheria/ sei stato demolito.

                                                                                 Franco Montaldo