La nostra giovane collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano è stata ospite venerdì 16 aprile di Radio News 24, per il programma OnAir, e così noi abbiamo voluto porle alcune domande su questa esperienza dacché, più spesso, è lei che intervista cantanti, attori, musicisti, modelli, pittori, stilisti e non soltanto. Giulia che è scrittrice, poetessa, critica e fotografa d’arte e che non è nuova alla radio in quanto ha già svolto in passato la professione di speaker.

Giulia, cosa si prova ad essere l’intervistata e non l’intervistatrice? Io non riesco più a fare a meno del confronto: non importa se in qualità di intervistatrice o di intervistata, ché del resto ai ruoli sono da sempre un poco insofferente. Non amo le gerarchie e tanto meno le gabbie, neanche quelle dorate quindi non può che essere un grandissimo e profondo piacere ogniqualvolta si presenta la possibilità e l’occasione di fare nuove esperienze nel campo dell’Arte, della Cultura, dello Spettacolo…Pensoche per essere la versione migliore di se stessi, imprescindibile sia proprio il confronto con gli altri, quel banco di prova cioè che dovrebbe portare – con onestà emotiva ed intellettuale – a non dare mai per scontato nulla e nessuno, e a non lasciarsi definire da sovrastrutture ereditate da una qual certa determinata educazione famigliare e sociale e/o dalla pigrizia, dal pregiudizio.  


Che cosa ti appassiona del confronto con le persone? Non posso per l’appunto, come detto adesso, fare a meno del confronto a 360°, non solamente con le persone ma altresì con la Natura ad ampio raggio – che, tramite il silenzio in cui tutto è più forte e chiaro, distinto – ha il potere di rigenerarmi e mettermi in contatto con la mia interiorità più ima per esempio. Dal mio punto di vista non c’è reale ed autentico confronto senza osservare e ascoltare gli altri e se stessi. Probabilmente sono una specie di “ricercatrice della verità emotiva” per vocazione innata, ma questo è un terreno molto scivoloso ed impervio, dove gli abbagli sono all’ordine del giorno se non si è umili e mai presuntuosi od arroganti nel seguire tracce e raccogliere indizi. Il confronto permette di liberarsi da alcuni paraocchi consistenti nel non poter scorgere, se non tramite esso, il riflesso e la controparte delle situazioni e del personale inconscio …il confronto sincero permette ossia di vivere una vita più ricca e stimolante sotto la lente d’ingrandimento del fluire senza sosta allorché nel mettersi in discussione non v’è preconfezionato a legare ad e in un’immagine costretta e statica quale è, per antonomasia, la morte.      

Tu cosa hai imparato dialogando con la gente, artisti e no? Sto tentando d’imparare ad essere grata alle tante difficoltà che ho dovuto e devo ancora oggi affrontare perché grazie a queste forse non sono e non sarò mai una persona davvero serena, ma di certo coltiva sì. Diciamo che non conosco la noia… Chi si pone tante domande non può esserlo [serena], in quanto i dubbi e gli interrogativi sono quel precipizio e vortice che fa tremare i polsi tuttavia, al contempo, sono pura adrenalina, sono tensione motrice alla massima potenza! Dialogare con tutto ciò che mi circonda e con la me stessa bambina mi regala spesso dolori in parte non dipendenti dalla mia volontà, dipendenti all’opposto da una volontà contrastata piuttosto, e da incomprensioni d’un volere antitetico (sofferenza magari evitabile nel superficiale ed egoistico), ma altrettanta meraviglia intesa quale motivo e sentimento sempre latente ed improvviso di intenso compiacimento dato dall’inatteso, come inatteso è quel che si riceve quando non si veicola tirannicamente alcunché… Poi, il parlare con la gente, in un’ottica di autenticità, regala prospettive altre che talvolta consentono di scoprire capacità che neppure la prima persona sapeva esserle peculiari. La gente, chissà, talvolta induce a spogliarsi di quegli strati patinati più esterni che altro non sono che una corazza contro le delusioni, altre volte invece la si respinge e si crede di poter aggiungere balsamo con la distanza frapposta tra sé e l’altro eppure l’eco è quell’onda che se non arriva non permette di sentirsi (vivi), di carne e sangue…

Infine, prima di salutarci, Giulia ha aggiunto <<Non si cada comunque in errore… Tutto ciò non significa che io sia una giovane espansiva, semplicemente cerco di limare i miei limiti visto che non mi rimane che il cuore a clessidra e bussola per non fermarmi al tempo controverso, al perso, al passato, al mai realizzato. Ho spesso timore di lasciar(mi) andare, ma capisco che è tutto inutile senza rischiare …e non posso più resistere a lungo dentro albe e tramonti che non mi appartengono>>.