Una storia poco chiara o almeno, a quanto pare, non completamente lapalissiana e, apparentemente, senza un motivo valido. O almeno reso noto.

La protesta che arriva oggi in Redazione, è quella di una operatrice socio sanitaria tortonese, che ci ha inviato una lettera in cui solleva una questione nei confronti dell’ASL di Alessandria.


Conosciamo personalmente l’autrice dell’email che pubblichiamo di seguito, e possiamo affermare che, almeno finora, è sempre stata rigorosamente precisa ogni qualvolta ci ha inviato delle segnalazioni, poi risultate veritiere.

Per esperienza trascorsa, purtroppo, abbiamo anche appurato, in varie occasioni e specie di recente, che l’ASL di Alessandria – a differenza del Comune di Tortona e di tante altre istituzioni – non è solita nel dare spiegazioni pubbliche ai giornali e agli utenti, quando si verificano dei problemi. Per questo motivo abbiamo deciso di pubblicare la protesta della lettrice, senza interpellare preventivamente l’istituzione chiamata in causa, come facciamo, invece, solitamente, prima di pubblicare un’email del genere.

Lo facciamo quasi certi che – come ormai accade sempre più spesso – l’Asl non risponderà al quesito sollevato, ed è un peccato, perché la trasparenza e la cortesia nello spiegare il proprio comportamento e le proprie scelte, per noi sono molto importanti e rappresentano un cardine della Società Democratica. Evidentemente, però, non tutti hanno questa idea.

Egregio Direttore,

Avrei una domanda da portare alla pubblica attenzione tramite la Sua testata: ma l’ASL di Alessandria fa ancora parte del territorio Italiano?

La domanda mi sorge spontanea pensando all’Articolo 4 della Carta Costituzionale cioè che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.”

Mi spiego meglio, per facilitare la comprensione del dubbio appena esternato.

Sono un Operatore Socio Sanitario (OSS) dei quasi duemila che si sono iscritti al concorso per 53 posti da OSS, indetto nel febbraio 2020 dalla ASL AL. Concorso successivamente mai espletato a causa dello scoppio della pandemia SARS-COV2. Proprio durante la pandemia, per la difficoltà di reperire personale assistenziale, ed essendo esaurite le precedenti graduatorie, a quanto mi risulta, venivano attivati dei protocolli di chiamata tra le persone iscritte al concorso, che mai avevano peraltro effettuato nessuna prova preselettiva, essendo stato tutto bloccato dal lockdown, legato alla situazione sanitaria nazionale.

In sostanza, venivano chiamati a lavorare negli ospedali della provincia di Alessandria gestiti dall’ASL AL, gli iscritti al concorso, sulla base, dell’età.

In base a quanto ho potuto appurare, si è partiti chiamando prima i giovani sotto i 30 anni, poi i trentenni, poi i quarantenni. E questo potrebbe, in linea astratta, avere un senso, per i turni estenuanti a cui sarebbero stati sottoposti, per la minore probabilità di contrarre il virus nella prima ondata nonché, per altri motivi che non sto ad elencare ma possono essere reputati assolutamente giustificabili.

A quanto pare, come mi è stato riferito direttamente dai protagonisti, ci sarebbero stati dei 50enni, anch’essi regolarmente iscritti al concorso, che si erano offerti spontaneamente per andare a lavorare negli ospedali, ma non sono stati chiamati.

Forse non erano considerati utili o forse per altri motivi che non posso sapere, chi era preposto alle chiamate non ha ritenuto di offrire loro un lavoro, tuttavia, pare strano, in un momento in cui si aveva bisogno di tutto e di tutti, una scelta del genere. Naturalmente non spetta a me giudicare o indagare sui motivi di queste scelte, eppure così, a quanto mi risulta, è andata davvero così lo scorso anno.

A gennaio di quest’anno, dopo aver appreso da più colleghi che hanno ricevuto la fatidica chiamata, scrivo alla ASL AL per avere informazioni sulle prossime chiamate di OSS. Mi viene risposto che in quel momento stavano chiamando le classi 1972 e 1973. Notizia confortante, perché confidavo in una prossima chiamata. L’illusione è durata fino a inizio marzo, quando ho appreso da un collega OSS anch’egli iscritto al concorso che lui era stato nuovamente chiamato dalla ASL AL per un incarico di addirittura tre anni, pur avendo rifiutato al primo giro, perchè ai tempi aveva ritenuto non conveniente l’aderire alla necessità di personale della ASL AL.

Stessa cosa apprendo pochi giorni fa da un’altra giovane OSS che è stata chiamata per andare a lavorare in ospedale.

A seguito di queste informazioni di prima mano dai diretti interessati, ritorno a contattare l’ASL AL per chiedere quando prevedono di chiamare anche i miei coscritti. La risposta, arrivata via email pochi giorni fa, è stata lapidaria: “Al momento non abbiamo più bisogno di attingere alle liste degli iscritti”.

Tutto a posto, secondo loro.

E gli altri, quelli che superano i 50 anni di età? Li vogliamo ignorare tutti? Sono inutili?

Eppure anche noi, come i giovani, abbiamo pagato regolarmente la tassa di iscrizione al concorso, sebbene non sia stato mai espletato!

E allora, di fronte a situazioni come questa viene spontaneo chiedermi se esistano veramente le pari opportunità e il diritto al lavoro per tutti i cittadini, sancito dall’Art.4 della Costituzione.

Vorrei, tramite il Suo giornale, rendere pubblico questa situazione e la ringrazio per la disponibilità nel voler pubblicare questa lettera.

Vorrei che il mio nome non comparisse pubblicamente ma sono disponibile a comunicarlo solo agli Organi decisionali della ASL AL per una eventuale chiamata, diciamo “riparatrice”…

Cordiali saluti.

Lettera firmata

FOTO DI REPERTORIO