ROBERTO CACCIAPAGLIA nasce a Milano e si diploma nella sua città in composizione presso il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” sotto la guida di Bruno Bettinelli. Ivi studia anche direzione d’orchestra e musica elettronica. Compositore e pianista, è protagonista della scena musicale internazionale più innovativa per la sua musica che integra tradizione classica e appunto sperimentazione elettronica. Da lungo tempo conduce una ricerca sui poteri del suono, nella direzione di una musica senza confini che si esprime attraverso un contatto emozionale profondo.

Esce nel 2019 “Diapason”, l’ultimo disco di inediti di Roberto Cacciapaglia che mostra la continua ricerca dell’artista tra le sopracitate sperimentazione elettronica, espansione del suono acustico e tradizione classica. Segue il “Diapason Worldwide Tour” che vede il Maestro Cacciapaglia in giro per il mondo tra Cina, Turchia (con un importante concerto presso Zorlu PSM – Turkcell Platinum Stage), Russia e Italia, raccogliendo ad ogni data consensi e plausi. Non a caso anche per questo motivo, infatti, il “Diapason Worldwide Tour” è stato votato dalla rivista americana “Bluebird Reviews” e da tutti i suoi lettori come “Best Live Act 2019”.


Fondatore della Educational Music Academy, accademia musicale milanese che nasce con l’obiettivo di dare voce ai giovani talenti compositori e interpreti, pianisti e musicisti, affiancandoli per realizzare i loro progetti a livello professionale, Roberto Cacciapaglianel 2018 collabora con il rapper T-Pain nel brano “Second Chance (Don’t Back Down) [https://youtu.be/m2w64Z0p5G8], canzone in cui il primo è in veste di featuring e compositore assieme allo stesso rapper statunitense. Sempre nel medesimo anno, inoltre, la stilista Stella McCartney sceglie il brano “Sparkling World” [https://youtu.be/n8KNw_I1CpM], tratto dal disco “The Ann Steel Album” del 1979, per la campagna pubblicitaria della sua collezione primavera/estate 2018.

È invece nel 2017, a dieci anni dall’uscita dello storico album “Quarto Tempo”, opera fondamentale che apre la collaborazione con la Royal Philharmonic Orchestra, che il Maestro Roberto Cacciapaglia ritorna con una straordinaria versione inedita di “Quarto Tempo – 10th Anniversary Edition” ossia con un doppio CD che, oltre ai dodici brani originali, contiene le interpretazioni per PianoSolo di tutti questi ed una versione inedita de “Il ragazzo che sognava aeroplani”. Ed ancora, il 22 aprile 2017, in occasione dell’Earth Day 2017, Roberto Cacciapaglia apre e celebra la Giornata Mondiale del Pianeta con un concerto in Piazza del Popolo a Roma.

È invece uscito nel 2016 l’album musicale “Atlas, contenente ventotto tracce. Una collection di brani tra i più significativi della storia musicale del compositore, arricchita e resa unica dagli inediti “Reverse” [https://youtu.be/bFvDPloLJ54] e “Mirabilis” [https://youtu.be/wAVFndg1_6c], e dall’omaggio a David Bowie compiuto attraverso una versione strumentale di “Starman”, requiem in sua memoria [https://youtu.be/-E0Ha2J2lpI]. Nel 2015 esce “Tree Of Life”, comprensivo di Tree of Life Suite”, composta per il night show dell’Albero della Vita – EXPO 2015. L’album entra subito al primo posto della classifica di musica classica su iTunes, dove rimane in prima posizione per vari mesi. A seguire la piacevolissima intervista – di cui ringrazio il gentilissimo Maestro, per Oggi Cronaca, sez. rubrica Oggi Musica, a Roberto Cacciapaglia interessato a sapere subito da dove è partita la mia telefonata: dalla Liguria, dalla provincia di Imperia, regione che mi confessa essere la sua passione e in cui si è recato pressoché ovunque per anni.

Maestro Cacciapaglia, sabato 24 ottobre 2020 era prevista l’esibizione in cui avrebbe dovuto presentare dal vivo il suo nuovo brano “Days of Experience” che tuttavia è stata rimandata a causa del Covid-19. Cosa può dirci emotivamente, tecnicamente ed in relazione al vissuto di questi mesi dei “Giorni dell’Esperienza”? Days of Experience” è un brano composto durante i giorni del lockdown ed è il primo di una serie appunto di brani composti durante la pandemia, brani destinati ad un nuovo cd. L’esperienza base dalla quale muovo ed esso muove è non soltanto mia, bensì di tutti gli esseri umani dacché questa separazione a causa del virus ha fatto sentire tutti un po’ come delle isole – sebbene abbia altresì reso consapevoli che (pur separati) si è uniti e, per usare un’analogia, si è un arcipelago. Ecco quindi che tale esperienza terribile del Coronavirus, oltre e al di là della negatività, credo abbia portato proprio tanta consapevolezza e penso che, superate le nubi, queste ci saranno utili per affrontare il vivere maggiormente presenti nell’oggi. Il brano “Days of Experience” va inoltre sottolineato che è stato registrato con una testa binaurale, con un sistema molto sofisticato al fine di riprodurre il suono come se si fosse dal vivo ad ascoltare lo strumento. 

E proprio in riferimento a codesta esperienza comune del lockdown, che paradossalmente allontanando ha avvicinato o per lo meno ha fatto sentire l’imprescindibilità e la necessità di non rimanere le isole delle quali abbiamo appena detto, secondo Lei la Musica per l’appunto in questo contesto è stata rivisitata dal punto di vista di una differente e maggiore considerazione? Io in questi mesi ho fatto una diretta ogni settimana e devo dire che ho avuto delle risposte incredibili non soltanto come numeri quanto piuttosto proprio in emozioni e sentimenti palesati dalle persone. È stato possibile sentirsi vicini, tutti uniti, grazie alla Musica che quindi si è ri-dimostrata utile – certa musica ha difatti delle proprietà e non per nulla le onde sonore viaggiano nello spazio, sono ossia equivalenti a quando si butta un sasso in mare calmo e si vedono le onde circolari a perdervisi …ma, in realtà, le onde vanno avanti all’infinito al pari di quelle sonore che superano gli ostacoli e di conseguenza hanno il potere di mettere in relazione. Io dico spesso che, talvolta, le onde sonore sono come delle autostrade energetiche che permettono di comunicare. È ovvero evidente come la Musica possa essere non solo intrattenimento, bensì qualcosa di molto serio e profondo che può venire in aiuto dell’umanità nei momenti complicati e penosi, difficoltosi. Ciò per quel che concerne la musica in generale, a cui nel caos quotidiano in cui si vive magari non si presta tanta attenzione, benché io sia dell’avviso che quando ci si ferma a contemplarla numerose cose che si erano dimenticate e lasciate in un baule lontano da sé riemergano immancabilmente, preziose. Penso ovvero che, sempre tornando a parlare con la metafora del mare, si dovrebbe essere dei subacquei ed andare a recuperare le perle che quest’Arte, la Musica, può donare dalle sue profondità senza cioè rimanere di continuo solo in superficie… La musica non va “usata” solamente come un salvagente poiché ha anche molto da dare andando per l’appunto in profondità.

Potremmo pertanto dire che durante la pandemia stiamo riscoprendo la nostra potenziale poeticità che accomuna nei versi, nel ritmo, proprio la poesia lirica e la musica quindi che adesso più che mai è fattibile riconsiderare seriamente il valore poetico, imo, dei brani e dello scavo interiore ancora prima che sociale? Assolutamente sì. La Musica è l’Arte dell’invisibile ed ha in più, rispetto a tante altre arti meravigliose, la peculiarità di non fornire indicazioni difatti sentendo un brano si può essere in dieci, cento, mille persone e comunque essere tutti liberi di provare un qualcosa di personalissimo, intimo e/o sociale. Se ad esempio si legge un libro ci sono indicazioni precise dettate dalla storia, oppure in un quadro ci sono colori e forme definiti, visibili, che di nuovo sono indicazioni palesi mentre, al contrario, la musica è davvero libera per me e perciò diviene ancor più inestimabile nel tempo attuale (di ridisegnati confini, di ridimensionata libertà).

Secondo Lei, a prescindere dalle emozioni soggettive che la musica regala a ciascuno quale impagabile dono, vi è un significato oggettivo per ogni opera d’arte? L’oggettività, sulla scia e alla luce di Pitagora, secondo me sta nella presenza dell’attimo e nell’eludere passato, presente e futuro – toccando l’istante universale che, allora, diviene unione tra il tutto. Io credo nell’esistenza dell’arte oggettiva che, tra gli altri, si è conosciuta nell’antico Egitto, in Mesopotamia. Fra i non pochi esempi storici c’è lo scriba al Museo egizio del Cairo, il quale è una statua e presenza vivente eterna che è senza fine lì e guarda.

Infine a riguardo del suo amore per il pianoforte, che ha dichiarato essere lo strumento centrale del suo lavoro nonché il suo sole, cos’è che lo rende per Lei tale ovverosia stella attorno al quale gravitano tutti gli strumenti? Cito <<(…) l’orchestra e gli strumenti elettronici sono come le costellazioni, ma il sole, lo strumento centrale ed essenziale rimane il pianoforte>>… Il pianoforte è lo strumento con cui si può trascrivere un’orchestra, un’opera, ed accompagnare canzoni etc.; è lo strumento base della nostra cultura (a partire già dal suo antenato, il clavicembalo) ed è arrivato oggi ad una possibilità d’espressione straordinaria. Terminando con un aneddoto di quando ero ragazzo, avevo un preparatore di suoni che quando veniva a casa mia e guardava gli strumenti diceva <<Questi strumenti sono dei velieri e navigano tra le onde sonore>>, e ritorniamo qui al mare… Il pianoforte, con la sua cassa armonica e le sue corde tirate, sembra esattamente lo scafo di una nave o, detto altrimenti, è il leone nella foresta di strumenti!

Giulia Quaranta Provenzano