Mario Draghi ha varato il suo primo decreto del presidente del Consiglio, illustrato a Palazzo Chigi dai ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Affari regionali), e subito inserito nella Gazzetta Ufficiale del 2 marzo. Un dpcm possibilista che, seppur rigoroso nell’opera di contenimento della terza ondata di Covid con le sue varianti, lascia aperti alcuni spiragli in vista dell’auspicata ripartenza di primavera dell’industria dei viaggi.

Intanto, va detto che il divieto di spostamenti tra regioni in Italia, come già previsto dall’ultimo decreto legge, è confermato solo fino al 27 marzo, Pasqua esclusa. E sempre da quella data è prevista l’apertura in zona gialla di musei e mostre, non solo durante la settimana, ma anche il sabato e nei giorni festivi.


Per il resto – nel periodo che va dal 6 marzo al 6 aprile – sono confermati la chiusura degli impianti sciistici, dei parchi divertimento e dei ristoranti la sera, oltre al coprifuoco. Misure che interessano le zone rosse, arancioni e gialle, ma che non riguardano le nuove zone bianche (fascia in cui per ora rientra la Sardegna), dove permangono solo gli obblighi di distanziamento, di utilizzo della mascherina e la sospensione di tutti gli eventi che comportano assembramenti, compresi fiere e congressi.

E se le crociere continueranno, come previsto, a navigare grazie ai loro rigidi protocolli antivirus, un nuovo varco ora si apre per gli spostamenti da e per l’estero. Nel dpcm sono, sì, confermate tutte le precedenti limitazioni ai viaggi oltreconfine, ma – come evidenziato per la prima volta in una nota di Palazzo Chigi – “si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti Covid tested”.

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