Pierdavide Carone è un cantautore italiano cresciuto a Palagianello, in provincia di Taranto. Classe 1988, si è fatto particolarmente notare ed apprezzare alla nona edizione del talent show Amici di Maria De Filippi dove si aggiudica il terzo posto – vincendo il Premio della Critica giornalistica. Ha vinto il Festival di Sanremo nel 2010 come autore del brano “Per tutte le volte che…”, interpretato da Valerio Scanu [https://youtu.be/9PRT5NSpPCA] e poi di nuovo protagonista al Festival di Sanremo nel 2012 insieme a Lucio Dalla, classificandosi quinto con “Nanì” [https://youtu.be/iqqdz2bY3JQ]. Lucio Dalla che ha prodotto il terzo album di Pierdavide Carone – del quali i primi “Una canzone pop” e “Distrattamente” – dal titolo “Nanì e altri racconti”. Noi di Oggi Cronaca abbiamo voluto intervistare, per la rubrica Oggi Musica, Pierdavide Carone grazie anche a Noise Symphony/Indieffusione.  

Pierdavide, come ti descriveresti come persona ed in quanto artista? [Spero mi scuserai se questa domanda forse apparirà in un certo qual senso riduttiva o magari provocatoria benché, tuttavia, non lo sia nell’intenzione. Avrei cioè semplicemente piacere di riflettere insieme sul fatto se non sia invece meglio rigettare ogni tentata e tentativo di definizione quale pericoloso accolto invito a circoscrivere e limitare il sé, dacché appunto ogni descrizione è soltanto ed invero in parte veritiera nell’istante, transeunte, in cui la volontà porta a definire e dipingersi in determinato modo – chissà se per non consapevolezza, per piacere o per il bisogno di controllo, stabilità e sicurezza che talvolta si sente quale fondamentale…] Non credo di essere la persona più adatta a descrivermi, sarei di parte, troppo coinvolto; lo lascio fare agli altri o, piuttosto, alle mie canzoni.  


A maggio è uscito il tuo brano intitolato “Forza e Coraggio!” https://youtu.be/VXynsyRKbu8: quando, come e perché nasce questa canzone? È stata scritta con un’intenzione precisa e un’aspettativa specifica? Quando ho scritto questa canzone avevo semplicemente l’esigenza di esorcizzare un momento della mia vita molto particolare, l’aspettativa è venuta in seguito, quando con Humanitas abbiamo deciso di farla diventare una specie di inno con finalità benefiche [N.B. Il 22 maggio 2020 esce – dopo una temporanea assenza dalle scene per motivi di salute – il singolo “Forza e Coraggio!”, un brano nato prima dell’emergenza globale sanitaria tuttavia parte dei proventi del singolo sono stati destinati all’ospedale Humanitas di Milano, come gesto di gratitudine per l’aiuto ricevuto durante la malattia da Pierdavide ed anche, proprio, per la ricerca, la diagnosi e la cura contro il virus Covid-19]. 

Ci racconti del tuo “motore interiore” nel provare ad avere ed invero avere “Forza e Coraggio!”, specie nei momenti più dolorosi e massimamente incerti e nebbiosi che inevitabilmente l’esistenza mette davanti a tutti noi, prima o poi, più o meno anche a seconda del suo accanirsi in qualche caso su taluni? [Ovviamente, specie a tal riguardo, desidero davvero non farti sentire in difficoltà in alcuna maniera. Non ti porre dunque e perciò alcun problema nello scegliere di rispondere o no alla domanda …non è difatti la spettacolarizzazione della sofferenza e la pornografia delle emozioni e dei sentimenti che personalmente trovo interessanti e di valore]. Credo che il mio motore interiore sia, decisamente, la musica ed ecco perché più che dirlo e dirla la canto.     

Cosa sono per te, e che predominanza rivestono nella tua vita, la Forza e il Coraggio? Ma soprattutto, a tuo parere, vi è qualche modo possibile per alimentarli sempre e senza sosta, e in primis da cosa si originano? Non saprei, a volte ne ho di più, a volte meno. A volte ho voglia di averne, a volte meno. Così com’è per tutti.

È stato spiegato che <<“Forza e Coraggio!” è un inno alla resilienza che nasce dall’urgenza di parlare di un momento di grande difficoltà>> e – è stato dichiarato che – il brano non è rivolto solo a te stesso ma all’intero Paese. Quali le tue riflessioni a proposito del periodo storico che l’Italia sta attraversando dal punto di vista della sanità, economico, sociale? Anche detto altrimenti, a proposito di lockdown, questa complessa situazione protrattasi persino nel nuovo anno reputi ti abbia insegnato qualcosa a cui magari non avresti mai creduto di arrivare a fare/non fare o pensare? E tu come vedi l’attuale stato emergenziale a livello di prossime prospettive soprattutto in relazione alla situazione che hanno vissuto e stanno vivendo gli artisti? Penso che non fossimo preparati ad affrontare una tale pandemia, e che questa sia arrivata e vi sia proprio nel momento in cui abbiamo al governo la peggior classe politica di sempre ma ciò non riguarda solo l’Italia, a dire il vero. Io non avrei mai creduto che la solitudine mi sarebbe piaciuta tanto, certo sono sempre stato un tipo solitario e pur ho paura che dal benessere ricevuto dallo stare solo potrei non guardarmi più indietro. Non vedo molte prospettive all’orizzonte per gli artisti, comunque non ne vedevo neanche prima del Covid-19, semmai il Coronavirus ha scoperto il Vaso di Pandora.    

Cosa rappresenta l’Italia per te e cosa maggiormente apprezzi ed ami dal punto di vista professionale e lavorativo e no, mentre all’opposto trovi migliorabile della nostra nazione? L’Italia rappresenta la nazione in cui sono nato e l’italiano la lingua che conosco meglio, ma non ho scelto io. Dal punto di vista professionale e lavorativo, parlando al presente, credo di non amare né apprezzare nulla e che sia migliorabile tutto, anche perché far peggio è davvero difficile.   

Della tecnologia, di Internet, dei social, dello smart working e simili – che stanno prendendo sempre più piede anche in ragione del contenimento della propagazione del Covid-19, del contagio – quali ritieni esserne i punti di forza e quelli di debolezza in base alla tua esperienza in prima persona? Registrare da casa mi piace molto, non di meno lo facevo persino prima del Covid-19 …e ciò è possibile grazie alla tecnologia, ma tutto il resto lo trovo fastidioso: usare le videochiamate per fare riunioni o interviste mi annoia tremendamente e se posso evito, e i social network li uso perché pare che senza oggi un artista, e altresì forse un uomo, addirittura non esista.    

Secondo te, nella Musica e nell’Arte in generale è ancora possibile inventare qualcosa di nuovo oppure è già stato detto il dicibile e fatto il fattibile? Quando e se nascerà un genio, troverà sicuramente la maniera di fare e dire qualcosa di nuovo.

Al di là delle impressioni soggettive che ognuno di noi può provare alla vista e/o all’ascolto di un’opera d’arte, tu credi esista un unico significato oggettivo di ogni singolo elaborato artistico (a volte sconosciuto addirittura allo stesso autore, perché da questi non espresso a livello di consapevolezza)? E se sì, quale lo strumento per trovare il vero ed unico significato oggettivo appunto? Non sono dell’idea che le sensazioni derivate dalla fruizione di un’opera artistica possano essere oggettive. Le uniche cose oggettive nell’arte sono il bello o il brutto, o al limite l’importanza di qualcosa rispetto a qualcos’altro.

C’è qualche persona e artista al quale fai riferimento con stima e, in caso affermativo, alla luce di cosa ti ispira? Cosa pensi non possa mai mancare ad un Artista con la A maiuscola e, per contro, cosa non è imprescindibile? Di sicuro Lucio Dalla è la persona che più mi ha ispirato, in primis per il fatto che lo ritengo il più grande genio della musica leggera italiana, e poi perché ho avuto il privilegio di lavorarci fianco a fianco. A un artista, per me, non deve mancare la riconoscibilità – se c’è quella questi può anche difettare nella tecnica.       

Cos’è la Musica per te e il tuo fare musica da cosa credi sia caratterizzato? Quale, ossia, il principale pregio e la più importante facoltà della Musica? Credi inoltre che le varie forme d’arte dovrebbero focalizzare e dirigere l’attenzione su aspetti divertenti e sulla ricerca del piacere, del benessere, della voglia di vivere perché principale, se non unico, compito e pregio dell’Arte esclusivamente porre l’accento su quanto può trasmettere serenità e conforto? Oppure l’Arte può essere non meno un valido invito al dialogo degli opposti, al maieutico, alla presa in considerazione dell’antitetico e a spendersi per provare a migliorare questo nostro mondo che ha sempre due facce della medaglia per cui esiste il bello quanto il brutto, sia il buono sia il cattivo? La Musica è ciò che sento sempre nelle orecchie e che a volte per mandar via sono costretto a trasformare in canzoni. Il suo – della musica – principale pregio e la più importante facoltà è la sua immediatezza, un suono arriva prima di qualunque altra forma d’arte. Sì, io ritengo che l’arte debba dare benessere altrimenti non serve a niente. Per il dialogo degli opposti c’è la filosofia.Non prendiamoci troppo sul serio.    

Partecipante alla nona edizione di Amici di Maria De Filippi ove ti sei classificato terzo – vincendo il Premio della Critica, qual è il ricordo che più hai caro di questa esperienza e, se non sono indiscreta, anche di colei che l’ha ideato e lo conduce? È codesta, nel talent show in onda dal 2001, tra le esperienze che reputi più formative e che hai maggiormente a cuore o ve ne sono di precedenti e/o successive altre alle quali sei maggiormente grato e legato, ed alcune che non ripeteresti se potessi tornare indietro col senno del poi? Ho dei bei ricordi di “Amici” e di Maria, della quale riconosco l’onestà intellettuale e la libertà di espressione che mi ha sempre concesso. All’esperienza di “Amici”sono molto legato, così come anche ad altre ovviamente.  

Quando hai compreso che la tua passione per la musica poteva diventare ed è diventata il tuo lavoro? E tu sei mai stato e ad oggi saresti  disposto a cambiare il tuo approccio e sviluppo creativo qualora ti si chiedesse per avere il favore e raggiungere un certo o un ulteriormente vasto pubblico? Quel che, in altri termini, vorrei chiederti è cosa ne pensi dei compromessi, in ispècie allorché volere non si sia risolto in potere, in realizzazione di uno sperato obiettivo …Sappiamo infatti benissimo tutti che vi è musica, come poesie, romanzi etc. che nell’accoglienza risultano palesemente di nicchia e che per essere compresi ed apprezzati necessitano di un pubblico con determinate caratteristiche. Ebbene come conciliare ciò con le esigenze del fabbisogno, è qualcosa che si può verificare questo non snaturarsi e pur risultare diffusamente “commerciali”, “acquistabili” ad ampio raggio? Che la musica poteva diventare e sarebbe diventata il mio lavoro l’ho capito appena ho imbracciato la chitarra per la prima volta, in prima media. Non muterò mai approccio per accontentare qualcuno, semmai lo faccio! per un’esigenza mia anche perché non cambiare mai in una vita dev’essere noioso… I compromessi esistono pur quando non li si vuole poiché chiunque ha bisogno di approvazione, sennò non avrebbe senso nulla. Non esiste una regola secondo cui accade questo, accade e basta.

I Premi cosa aggiungono, se effettivamente aggiungono qualcosa, all’essere artista? Se ne abbisogna senza scampo per una carriera nel campo dell’Arte, e a cosa equivale per te il successo? Se qualcuno ti dà un premio è perché hai fatto qualcosa di universalmente riconosciuto. Magari non se ne ha bisogno, però se un premio arriva non è che faccia schifo.     

Cosa ne pensi della democrazia dell’arte: è giusto/è un bene che tutti si possano alzare una mattina e dire di aver creato un’opera d’arte? Quello che desidero attenzionare è se, secondo te, esistono dei criteri inaggirabili per cui un elaborato può essere inequivocabilmente appellato quale opera d’arte. No, non è un bene e non è giusto. L’arte non è per tutti, ci sono gli artisti e ci sono quelli che non lo sono (ché se non ci fosse differenza tra l’essere artista e l’improvvisarsi ed erroneamente credersi tale non avrebbe alcun significato alcunché).

Quando un artista sente e sa che è bene ed è ora di cambiare casa discografica? Quando non lo pubblicano più da quattro anni.

Forse un po’ pure in quanto Ligure (abito a Diano Arentino, in provincia di Imperia), ho una curiosità e cioè cosa ha significato e se hai idea da cosa può essere stata dettata l’esclusione del brano “Caramelle” [https://youtu.be/-gOpLIPM3eM], con la quale hai duettato con i Dear Jack, al Festival di Sanremo 2018. … da altri interessi della direzione artistica.

Quali i tuoi prossimi progetti a breve e a più lungo termine? Ogni volta che faccio progetti poi vengono smentiti, per cui basta farne.

Giulia Quaranta Provenzano