Il Covid non esiste? E’ poco più che un’influenza? Infetta solo una piccola parte della popolazione? Meglio continuare la vita sociale di prima ed evitare tutte le castronerie che ci stanno imponendo?

Certe cose andate a dirle alla giovane mamma che, con ogni probabilità, ha preso il virus sul luogo di lavoro e poi sentite cosa vi risponde!


Un lavoro che è costretta a fare perché non può permettersi di stare a casa, lontano dal pericolo, in quanto non è ricca e deve “portare a casa la pagnotta” per contribuire al bilancio familiare, perché oggi, se non si lavora in due, in famiglia, si rischia di fare la fame .

Quella che raccontiamo è la sua storia; la storia di una donna tortonese, che però, è anche quella di tante mamme che, all’improvviso, si ritrovano infettate dal Covid, una malattia che anche per gli asintomatici può lasciare tante cicatrici sui polmoni e non si sa quali effetti, queste, potranno avere fra qualche anno o in futuro.

E’ sufficiente fare una piccola ricerca su internet per rendersene conto, ma tanti nostri colleghi, insieme a medici, esperti e politici, queste cose non le dicono per non allarmare la popolazione…

Già meglio distogliere le attenzioni parlando della crisi politica e tanto altro.

LA STORIA

«Sono passata indenne a cinque mesi in una RSA in mezzo a pazienti Covid e ora, invece, mi sono contagiata. Adesso ho paura per mio marito e la mia bambina». E’ Lo sfogo di  una OSS che, smontata dal turno, ha iniziato ad accusare violenti sintomi riconducibili al Covid-19.

Forte emicrania, dolori muscolari diffusi, febbre ben al di sopra dei 38 gradi e tanta paura pensando alla propria famiglia. E’ una donna giovane, nessun problema di salute fino a quando ciò che rappresentava solo lo spettro della paura, ha iniziato, invece, a manifestarsi. E quella paura la vuole raccontare, forse per esorcizzarla, forse per fissarla nelle parole e toglierla dai propri pensieri.

«Abbiamo fatto il tampone tutti quanti, operatori e ospiti, solo pochi giorni fa. Eravamo tutti negativi al Covid-19. E allora via libera, si abbassa la guardia, perchè quando lavori, specie con pazienti giovani, va così. Poi all’improvviso è cambiato tutto».

Dopo una settimana i colleghi operatori iniziano ad ammalarsi uno dietro l’altro, alcuni, a seguito dei sintomi, scoprono di essere positivi al tampone; tre vengono trovati positivi ancora in assenza di sintomi, altri iniziano a manifestare alti stati febbrili. In meno di una settimana è un disastro totale. Tanti ospiti positivi, gli operatori che cadono come birilli, uno dopo l’altro.

E la vaccinazione anti Covid? «Era stata programmata per tutto il personale sanitario – dice – poi con l’esplosione del focolaio è stata sospesa, rimandata a momenti migliori». Quando la sfortuna ci mette lo zampino… ma in ambito sanitario si può parlare solo di sfortuna?

«Ho paura, è vero – conclude la donna – ma alla fine si vede che doveva andare così. Spero in bene. Domani contatterò il mio medico di famiglia che mi dirà cosa fare. Sicuramente il tampone e poi…. incrociamo le le dita e speriamo bene. Anche per il futuro».  

FOTO DI REPERTORIO