L’emergenza Coronavirus non ha bloccato il progetto in cui da alcuni mesi si stanno adoperando diversi tortonesi fra cui il Comune di Tortona che è impegnato nella realizzazione di un nuovo intervento capillare mirato alla sicurezza e alla salvaguardia della salute denominato “Tortona Città Cardioprotetta”.

L’obiettivo dell’iniziativa, ideata e proposta all’Amministrazione comunale da Giordana Tramarin e inserita nel 2019 nelle linee di mandato, è quello di posizionare in punti strategici ed accessibili a tutti, sia in città che nelle frazioni, defibrillatori semiautomatici, installati in una apposita teca “a muro” oppure su specifiche colonnine. Inoltre, il progetto prevede corsi di formazione rivolti alla popolazione sull’utilizzo di questi dispositivi salvavita, sulla base delle disposizioni della Legge del 3 aprile 2001 “Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero”.


In questo particolare momento storico, unito al fatto che ogni anno, in Italia, si registrano 50.000 decessi l’anno, un caso ogni 1.000 abitanti, è quanto mai necessario formare più persone al primo soccorso, in quanto le tempistiche delle prestazioni fornite dai mezzi di soccorso si sono notevolmente allungate e questo potrebbe comportare tempi di attesa più lunghi per i servizi di emergenza. L’arresto cardiaco improvviso porta inesorabilmente alla morte se non viene adeguatamente trattato, ma può essere reversibile mediante tempestive manovre rianimatorie; l’unico modo per rendere la defibrillazione precoce realizzabile è, appunto, l’utilizzo del DAE (defibrillatore semi automatico).

Crediamo molto in questo progetto – ha dichiarato Marzia Damiani, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Tortona – riteniamo infatti che possa rivelarsi uno strumento altamente efficace per garantire un servizio ulteriore a favore dei cittadini e, soprattutto, a salvare delle vite. Al momento è in corso, da parte degli uffici, una mappatura dei dispositivi già presenti nella nostra città, al termine del quale potremo andare a individuare i luoghi dove è indispensabile posizionarne altri. La possibilità poi di formare un numero adeguato di persone al loro utilizzo è oggi fondamentale per accrescere la diffusione di una corretta conoscenza delle procedure e delle buone pratiche sanitarie. Ringrazio Giordana Tramarin a cui si deve questa proposta e per l’importante contributo che ci sta dando e continuerà a fornirci in tutte le fasi di sviluppo del progetto”.