Ancora un prestigioso riconoscimento per la dianese Giulia Quaranta Provenzano che, al Premio Internazionale di Poesia Inedita Parole in Fuga, ha ottenuto dalla Aletti Editore un’ulteriore Menzione di Merito.

La lirica, che ha ricevuto altresì la proposta di inserimento nella raccolta che conterrà gli autori più rappresentativi di quest’XI° edizione all’interno dell’omonimo libro “Parole in Fuga” – che rimarrà negli annali del Premio, è La luna lassù di cui riportiamo di seguito il testo:


<<La luna lassù/ oltre le cime degli alberi,/ abeti ed aliti del mal di vivere/ ché, non si respira intenso,/ Nello stupore d’un giorno/ Che non conosce albe né tramonti/ Mai// Alza tu gli occhi al cielo,/ alza tu preghiere al vento/ perché io ho smesso di credere/ Che vi sia un tempo, più vero di/ Questo nostro quaggiù>>.

Il già sopraddetto volume antologico sarà impreziosito dalle importanti firme del poeta, editore, docente di scrittura poetica, ideatore di numerose manifestazioni di valenza internazionale Giuseppe Aletti e di Alessandro Quasimodo, il più popolare divulgatore italiano di componimenti, autore, regista, promotore di tanti eventi in tutto il mondo. Questi cureranno cioè l’introduzione critica.

“Ringrazio la Aletti Editore per il riconoscimento – dice Giulia – è da circa due mesi che, purtroppo però, non scrivo più poesie. Alcune persone, forse, sono portate a credere che la pandemia abbia concesso uno stop che, soltanto per il fatto di stare in casa, ha permesso di riposare mente e corpo ma è esattamente l’opposto. Nel mio caso, poi, non ho mai smesso di svolgere la professione di consulente assicurativa e finanziaria ed anzi ho iniziato ad impegnarmi proprio ad aprile quale speaker radiofonica per l’entusiasmante e fedele allo scopo di informazione WebRadio SenzaBarcode www.webradio.senzabarcode.it”.

<<A volte – aggiunge la giovane dianese – ho l’impressione quasi di voler crollare dall’amarezza che nutro; stanca della limitatezza di questo spazio e tempo soprattutto, del presente che non mi vede mai in inattività e che anzi chiede molto al mio corpo e alla mia testa perché sono io stessa ad essere ambiziosa, per ciò che amo, pur non domandando in cambio altro che soddisfazione interiore in quanto pare che ciò che è Arte non possa costituire un lavoro (bensì rimanere esclusivamente un “hobby”, dispendioso di ore ed energia, e codesto è per esempio il perché ho messo di fare mostre Personali e Collettive di fotografia d’arte). Nonostante ciò, tuttavia, ho già percorso una miriade di strade, senza risparmiarmi, ma sembra sempre che non sia abbastanza… quasi che, sebbene ricevuti i complimenti, comunque arrivi di continuo un moltiplicatore accelerato di talenti dalle capacità superiori (?) più selezionate (??) a scalzarmi e riportarmi a fondo. Ed è perciò l’ammesso il motivo per cui sovente mi capita di imprecare contro quello che probabilmente è un talento, una sensibilità che, più che un dono, si riduce a castigo oggi. Una straordinaria attitudine ad amplificare e trascendere le quotidiane sensazioni e la routine delle 24 ore, ma nell’avaro silenzio di chi osserva, legge ed ascolta fingendo indifferenza per motivi non di rado commerciali>>.

Giulia, come tutti gli artisti, non può fare a meno di notare le incongruenze che serpeggiano in questa società, dove spesso l’obbligo di dover sostenere i bisogni primari della nostra esistenza ci obbliga a percorsi non completamente affini alle nostre esigenze.

“Credo – conclude Giulia – sia il suicidio abbandonare e rinnegare la propria natura, la fonte del sorriso e non di meno, come acqua, bisogna adeguarsi e sapersi apparentemente plasmare diversamente quando i mezzi insufficienti alla prosecuzione dello sviluppo delle preferenze, delle personali e caratteristiche qualità e Passioni”.