In questo nostro nuovo appuntamento settimanale, il focus sulle performance dei mercati finanziari e sui fattori che hanno influenzato tali risultati. Faremo infine un approfondimento sulle variabili macro-economiche da monitorare.

Cos’è successo nella settimana borsistica? Settimana positiva per tutte le asset class sulle principali piazze finanziarie internazionali. Segni più ovvero sia per ciò che riguarda le azione (Indice GLOBALE, azionari MSCI World +2,8%; Indice EURO, azionari MSCI Euro 4,9+%; Indice ITA, azionari FTSE MIB +2,8%; Indice USA, azionari S&P500 +3,2%; Indice JAP, azionari NIKKEI 225 +1,8%; Indice EMERGENTI, azionari MSCI EMERGING +0,5%) che le obbligazioni, ed in particolare per l’area Euro (Indice ITA, obbligazionari GOVERNATIVI +1,7%; Indice EURO, obbligazionari HIGH YIELD +1,6%). In ripresa anche le commodities, specie il petrolio che per la terza settimana consecutiva segna un bel risultato positivo appunto (commodities PETROLIO WTI +13,0% perf. ultima settimana, -45,5% perf. da inizio anno).


Cos’è accaduto dunque in borsa? Le misure adottate dai governi a sostegno dell’economia e l’avvio della fase due del lockdown hanno agito positivamente sul sentimento dei mercati. Gli aiuti che sono stati enunciati, soprattutto il Recovery Fund nell’Eurozona (che è l’area che ha performato meglio), stanno dando i loro frutti. In generale comunque c’è la sensazione che l’apertura della fase di transizione, che per l’Italia è stata maggio, possa ben riavviare le economie sia europee sia americane. La curva dei contagi sta scendendo infatti pure in America.  

E a proposito del Recovery Fund, la scorsa settimana avevamo parlato di 500 miliardi. Adesso i miliardi a disposizione per le economie in crisi sono 750, quindi una misura mai vista. Un aiuto senza precedenti diviso, più o meno, tra 500 miliardi sottoforma di sovvenzioni e altri 250 miliardi sottoforma di prestiti. Buone notizie per l’Italia, per la quale sono a disposizione risorse per 170 miliardi – poi, il secondo Paese più avvantaggiato, la Spagna.

Tali misure saranno finanziate con bond a lungo termine, che arriveranno a scadenza fino a trent’anni. Bond emessi dalla Commissione europea e questa, ancora una volta, è una novità assoluta.

Avevamo poi detto sempre la scorsa settimana che questa sarebbe stata molto interessante, poiché sarebbero usciti i principali indicatori macro-economici di maggio e pertanto anticipatori del ciclo. Abbiamo visto l’indice ZEW il 19/5 che ha sorpreso decisamente favorevolmente, segnando un rialzo a 51,0 punti, dopo il crollo di marzo e il recupero di aprile a 28,2 punti; il PMI manifatturiero della zona Euro il 21/5 che ha recuperato più delle attese a 39,5 punti, dai 33,4 di aprile che segnano il minimo storico; il PMI manifatturiero e dei servizi americano il 22/5 che ha recuperato anch’esso molto più delle aspettative a maggio, attestandosi a 39,8 punti, dopo i 36,1 di aprile per la prima parte e a 36,9 punti, dai 26,9 dei mesi precedenti, per la seconda parte.       

Pure la settimana del 25-29 maggio vede degli indicatori anticipatori. Il primo è l’Ifo tedesco, uscito il 25/5, che misura la fiducia delle imprese in Germania e nel mese di maggio ha registrato un aumento superiore alle attese, salendo a 79,5 punti, dai 74,2 di aprile. Ciò è stato dovuto principalmente al miglioramento della componente delle aspettative, passata a 80,1 a maggio, da 69,4, a seguito del riavvio di gran parte delle attività produttive dei tedeschi.    

Come altro indicatore abbiamo inoltre la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti, il 26/5, calcolata dal Conference Board che dovrebbe salire a maggio a 88 punti, dopo gli 86,9 di aprile. Il dato a ricalcare il miglioramento di qualche settimana fa della rilevazione dell’Università del Michigan, beneficiando allo stesso modo delle prime riaperture e degli sforzi monetari per supportare l’economia.

Invece, per ciò che riguarda il volume di vendita di nuove case in America, il 26/5, è previsto in contrazione a 490 mila unità ad aprile, un crollo del -21,9% rispetto al mese precedente. Tuttavia, l’attuale fase espansiva dei tassi sui mutui e l’eccesso di domanda presente sul mercato prima della pandemia, sono fattori positivi che potrebbero rendere meno prolungata la recessione del settore.

Anche gli ordini dei beni durevoli negli Stati Uniti, il 28/5, sono attesi in peggioramento del -18,5% m/m ad aprile, dopo il -15,3% di marzo. Il dato risentirà significativamente dell’impatto negativo della pandemia sul settore dei trasporti aerei: durante il mese non è stato registrato difatti alcun ordine di aerei commerciali. Ci aspetta però che questo valore sia il minimo del periodo della crisi sanitaria.

Giulia Quaranta Provenzano